Cap. 17: Lezioni di magia

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La prima cosa importante da tenere a mente era che non sarebbe più tornata a casa, almeno fino a quando non fossero stati sicuri di non farle correre rischi.

In secondo luogo non sarebbe dovuta andare in giro da sola, quindi sarebbe dovuta uscire con almeno uno dei due come accompagnatore o, in alternativa, sarebbe rimasta all'interno della proprietà fino a quando la situazione non si fosse calmata un po'. Quest'ultima opzione parve essere la preferita di Allwood, anche se non lo disse apertamente.

Infine, niente contatti con l'esterno, per nessun motivo, a meno che non utilizzasse il telefono speciale che le avevano dato il mese prima, e anche in quel caso solo per chiamate né troppo lunghe né troppo frequenti. Sfortunatamente quel telefono era nel suo appartamento, abbandonato sul comodino: non lo usava da parecchio, e non aveva pensato a portarselo dietro il giorno prima, visto che contava di tornare a casa. Inoltre le servivano anche vestiti e biancheria pulita, dato che quando era scappata aveva ciò che aveva addosso (oltre al violino) e questo, pur sommato al pigiama che era rimasto a casa di Allwood, non era decisamente sufficiente. Doveva farsi una doccia, e presto.

- Anche tutto il mio materiale artistico è rimasto a casa.- disse Orlaith, mentre McGrath si apprestava a uscire - Sai, gli strumenti per pulire il violino, la custodia di riserva, le corde, gli spartiti, il blocco con i fogli a pentagramma...-

- Ti serve davvero quella roba?- chiese Allwood, aggrottando la fronte - Abbiamo molto da fare, non ci sarà molto tempo per scrivere canzoni.-

- Se vuoi che impari a usare la mia musica dovrò scrivere nuovi brani ogni tanto.- obbiettò Orlaith, accigliandosi - O pretendi che usi sempre gli stessi pezzi?-

Allwood guardò McGrath, che fece un cenno non compromettente con la mano.

- Perché, non si può?-

Lei gli scoccò un'occhiata truce.

- Sarò pure in crisi, ma resto comunque un'artista. Gli artisti si rinnovano. Quindi, visto che non posso uscire di qui, portatemi... quei... blocchi!-

Allwood alzò le mani, sconfitto, e si diresse in sala. McGrath sorrise, facendo un cenno col capo.

- Non tema, miss Alexander. Provvederò.-

- Ti ringrazio.- sorrise Orlaith - Almeno uno di voi mi capisce!- aggiunse, alzando un po' la voce.

- Ho sentito!- sbottò Allwood, seccato.

Il maggiordomo fece un ultimo accenno di sorriso e uscì, diretto al suo appartamento per recuperare quanto richiesto.

Uscito McGrath, Orlaith raggiunse Allwood in soggiorno facendo ondeggiare le braccia, guardandosi un po' intorno: l'ultima volta che era stata lì non aveva la testa per osservare la stanza, ma adesso si rendeva conto che era piena di scaffali come lo studio e la biblioteca; la maggior parte dei libri sembrava in lingua straniera, qualcuno anche scritto con caratteri arabi, orientali e cirillici, ma altri erano in tedesco e altre lingue che Orlaith non seppe identificare. Forse slave.

Oltre a questo, comunque, non c'era molto di più: sembrava che Allwood non avesse una televisione e sotto la grande finestra panoramica, che si apriva nell'unica parete priva di libri, c'erano due divani sistemati uno di fronte all'altro sopra un tappeto persiano, poco lontano da un grande mappamondo di legno. Per il resto, la stanza era vuota.

Allwood era in un angolo, intento a estrarre libri dagli scaffali, sfogliarli rapidamente e poi metterli via, scuotendo il capo; le lanciò appena un'occhiata quando entrò, senza distrarsi dal proprio lavoro.

Epic Violin - Il Violino di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora