La battaglia era terminata.
Una coltre candida, di neve fuori stagione e frammenti di ghiaccio, copriva quasi metà di Tresckow. Dal manto freddo e altrimenti ininterrotto affioravano le macerie degli edifici danneggiati o distrutti durante gli scontri; pali della luce e lampioni spezzati giacevano contro le pareti dei palazzi ancora in piedi, e le carcasse scheletriche delle auto finivano di bruciare in silenzio sotto alcuni centimetri di neve, squagliandola e tramutandola in acqua.
Orlaith riaprì gli occhi lentamente, rendendosi conto solo in quel momento di essere svenuta. Era stesa su un fianco, a terra, in mezzo alla strada, senza alcuna idea di come ci fosse arrivata o di come avesse fatto a sopravvivere alla caduta. Il suo violino era lì accanto, le corde rotte, il manico e l'archetto spezzati, la cassa armonica un insieme di fragile legno scheggiato e rifiniture rovinate. Aveva le mani escoriate, e perdeva sangue da un taglio superficiale all'addome e da uno più piccolo sullo zigomo. Sentiva anche qualcosa colarle tra i capelli e scivolare di fianco all'orecchio. Tutto intorno a lei c'erano innumerevoli Cerchi Magici, apparsi sulle macerie della chiesa e delle case distrutte nel combattimento, o sul manto stradale martoriato da cui interi lastroni di asfalto si erano conficcati in verticale, e tutti erano attivi, brillanti come luci al neon, anche se nessun incantesimo entrava in azione; le nuvole, che fino a un momento prima avevano oscurato il cielo con una coperta quasi uniforme sopra di lei, si stavano lentamente diradando per rivelare l'azzurro appena oltre, perfetto e intatto.
Sentiva di essere stremata e stordita.
Il combattimento l'aveva prosciugata, e se anche avesse avuto ancora il violino non credeva di riuscire a suonare di nuovo. A malapena riusciva a muoversi.
Si mise lentamente a sedere, mentre nelle orecchie le risuonava il suo stesso nome, ma lontano e attutito. Solo dopo alcuni secondi divenne un suono più definito, più chiaro.
- ORLAITH!-
Alzò gli occhi, guardando confusamente le persone che le correvano incontro.
Annie le si gettò addosso, strizzandola nuovamente tra le braccia e facendola quasi cadere, sollevando uno sbuffo di neve non appena le sue ginocchia slittarono sul suolo candido.
- Orlaith!- esclamò, dondolandosi con lei - Oddio! Oddio, tu stai bene! Sei viva! Ma come hai fatto? Cos'è successo? Cos'era tutta quella roba?-
Orlaith rispose all'abbraccio, esalando un tremante respiro di sollievo misto a dolore.
- Annie...- gemette.
Non riuscì a dire altro. Non pianse, questo no. Non ne aveva più la forza, e nemmeno le lacrime. Si sentiva totalmente svuotata, esausta... in una parola, distrutta.
Troppe emozioni, troppi cambiamenti, troppi eventi sconvolgenti in una sola giornata. E troppa, troppa magia.
- Tesoro...-
Suo padre si unì all'abbraccio, la voce tremante quasi quanto la sua. Le sue braccia forti le cinsero entrambe, e un piacevole senso di calore e affetto si espanse nel petto di Orlaith.
Finalmente, dopo tanto tempo, si sentiva a casa.
- Cazzo, bimba!- esclamò David, da qualche parte sopra di lei - Tesoro, sei stata... sei stata fantastica! È stato... WOW! Mai visto niente del genere! Altro che effetti speciali! Tu sei una bomba! Dovevo riprenderti, accidenti! Sai che pubblicità?-
Orlaith sorrise nella spalla di Annie, senza dire nulla. Sollevò il viso, incrociando lo sguardo del produttore, che le sorrideva stolidamente come se avesse appena preso una botta in testa.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...