Cap. 35: Padre e figlio

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Jayden camminava da solo per le strade di Treckow con l'unica compagnia del suono dei suoi stessi passi e, in lontananza, dei rumori che emettevano gli Homunculi che cercavano lui e Orlaith.

Sapeva che presto lo avrebbero trovato: stava camminando all'aperto, bene eretto, senza cercare di nascondersi, nel centro esatto della strada. Sopra di lui le nuvole continuavano ad addensarsi, e ogni tanto emettevano un borbottio lontano.

Si stava dirigendo verso il luogo dell'incidente, sulla Market, dove avrebbe potuto riprendere la propria avanzata verso il centro della città, incontrando così Vaněk. Certo, vista l'accoglienza poteva aver mentito, poteva essere andato altrove.

D'altra parte, era abbastanza sicuro di trovarlo: non aveva mandato gli Homunculi a ucciderli, non sarebbero mai riusciti in tale intento, sia lui che Orlaith avevano già dimostrato abbondantemente di poter gestire un simile attacco e sopravvivere. L'idea era quella di indebolirli o, meglio ancora, separarli, cosa che era effettivamente successa, anche se per altri motivi.

Lo conosceva troppo bene, sapeva come stavano le cose.

Incontrò presto il primo Homunculus. Era a quattro zampe, le ginocchia piegate in modo innaturale, le braccia mostruosamente lunghe. Non sembrava nemmeno vagamente umano, aveva più l'aspetto (approssimativo) di un grosso ragno con poche zampe e privo di occhi.

Quando lo sentì si voltò nella sua direzione, emettendo un breve grugnito gorgogliante, e cominciò a zampettare lentamente verso di lui. Jayden lo guardò a malapena, disegnandosi un Cerchio Magico sulla mano col pennarello. Appena ebbe finito puntò il palmo al suo indirizzo.

Un potente fascio di luce crepitante eruttò verso la creatura, spazzandola via come se neanche esistesse, disintegrandole una grossa parte del corpo e riducendo in polvere argillosa tutto il resto.

Fino a poche settimane prima una simile manifestazione di forza e potere lo avrebbe affaticato e il Cerchio, ancora netto sulla sua pelle, sarebbe scomparso al primo utilizzo. Adesso, però, erano già morti due Suggelli, e la sua forza era aumentata enormemente. Aveva recuperato molti dei suoi poteri, anche se una cospicua fetta rimaneva bloccata a causa dell'incantesimo di Vaněk. Aveva dovuto tenerlo nascosto a Orlaith, o si sarebbe insospettita, fingendo di essere ancora debole, limitato, al di sotto del livello dei loro avversari.

In realtà, già da tempo sentiva il potere crescere in lui ogni minuto di più. Non era ancora in grado di affrontare testa a testa il suo avversario, ma se McGrath avesse eseguito gli ordini a dovere...

Spera solo di uccidermi prima, Vaněk... Gli augurò.

***

Quando ebbe raggiunto l'auto incidentata e il pick-up che l'aveva speronata era già stato individuato da altri tre Homunculi, che tuttavia non avevano cercato di avvicinarlo, limitandosi a seguirlo in relativo silenzio, tenendolo d'occhio dai tetti e dai giardini, o dalla strada dietro di lui. Ad ogni passo, mentre si voltava verso la propria destra e ricominciava a camminare lungo la Market, nuovi Homunculi si aggiungevano al gruppo che lo seguiva, attorniandolo, forse nel tentativo di comunicargli un qualche senso di inquietudine.

Non ci mise molto a percorrere la distanza che lo separava dalla sua meta: presto fu all'incrocio tra la Market e la Walnut, davanti all'ufficio postale cittadino. Non conosceva nulla di Tresckow, non aveva mai chiesto a Orlaith della sua città natale, non nello specifico, quindi andava avanti per supposizioni.

D'altra parte, la sua pazienza era giunta al limite.

- Dove sei?- gridò alle strade vuote, occupate solo dagli Homunculi - Fatti vedere! Lo so che ci sei! Hai così paura di me da preferire mandare avanti delle pedine?-

Epic Violin - Il Violino di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora