Cap. 12: Sul palco

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- No! No, non ci siamo! Regola quei bassi, mi stanno sfondando i timpani!- sbottò David, rivolgendosi a un tecnico sul palco - E qualcuno vuole fare qualcosa per queste dannate luci? Cazzo, gente, tra due ore questo posto sarà strapieno di persone, volete darvi una mossa?-

Orlaith, sconfitta dalla nuova interruzione, abbassò il violino e sbuffò: erano quasi tre ore che provavano le luci, l'impianto audio, gli effetti speciali... ogni volta, David trovava qualcosa su cui mettere bocca, col risultato che non era riuscita a finire nemmeno mezzo assolo.

Tra l'altro, iniziava ad avere un po' di freddo: il sole stava già tramontando ed era quasi totalmente nascosto dagli edifici, causando un drastico calo delle temperature, che sommate ai suoi vestiti la trasformavano in un ghiacciolo vivente.

Ma perché un concerto all'aperto, accidenti?

Era previsto bel tempo per tutto il resto della settimana, ma faceva comunque freddo, e lei non indossava abbastanza stoffa: David le aveva fatto preparare dalla costumista una gonna scozzese a mezza coscia, che portava sopra dei semplici collant, e una maglia dalle maniche e il collo a rete. Se non si fosse messa addosso una giacca sarebbe morta di freddo.

- Ma è sempre così?- le chiese il tastierista, abbastanza piano perché David non sentisse.

Si chiamava Ed Carlise, e lo conosceva ormai da due anni. Si erano incontrati per la prima volta durante un evento di musica dal vivo al Plaza, quando lei aveva presentato uno dei suoi ultimi singoli dell'epoca. Per mesi Dave le aveva ripetuto in tutte le lingue che conosceva (anche in spagnolo) quanto avesse dovuto penare per ottenere un ingaggio lì, e di come fosse soddisfatto del proprio lavoro.

Ed e il suo gruppo, i Bitter Cake, erano lì come ospiti, e avevano stretto amicizia dopo che l'avevano sentita suonare. Dopo quella volta erano rimasti d'accordo, una volta o l'altra, di suonare insieme in qualche occasione.

Era un uomo sulla quarantina, dai capelli biondi e lunghi, dall'attaccatura un po' alta, legati in una coda di cavallo, e indossava pressoché sempre un paio di piccoli occhialini neri.

L'evento era stato organizzato dal manager dei Bitter, un concerto all'aperto su uno dei tetti di Midtown, e visto che era la prima volta che tornavano in città dopo due anni avevano pensato di ricontattarla per quella famosa collaborazione a cui avevano accennato.

- David? No, certo che no.- rispose - Di norma è più aggressivo coi tecnici. Immagino che sia di buon umore.-

Ed fece una risata sincera, scuotendo la testa.

- Aaah, ragazza mia, i produttori e i manager sono davvero assillanti quando ci si mettono.- decretò - Ma fanno il loro lavoro per lasciarci fare il nostro. Quando avrai l'esperienza che ho io ti renderai conto di quanto sei fortunata ad avere uno come quel Valdéz a seguirti.-

Orlaith sorrise, mettendo il violino sul suo supporto.

- David, io faccio una pausa!- annunciò.

- Eh? Sì, sì, come ti pare...- borbottò lui, chino sul computer dello sfortunato tecnico del suono - No, il problema è qui, vedi? Hai regolato male il gain...-

Mentre il produttore torturava il malcapitato e i Bitter si raccoglievano intorno al proprio manager per discutere di affari, Orlaith si diresse alla postazione bar, dove un uomo e due ragazze pulivano bancone e stoviglie o sistemavano le scorte di alcool.

- 'Sera, tesoro.- la accolse il pelatissimo barman, mentre il suo orecchino ammiccava sotto la luce dei led - Cosa posso offrirti? Un bel whiskey?-

Epic Violin - Il Violino di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora