Rimasero con le orecchie premute contro la porta per alcuni minuti, in ascolto: sentirono gli Homunculus irrompere nella strada per cercarli, ma non si fermarono a lungo. Dopo qualche momento di confusione, avendo perso le loro prede, parvero decidere di sparpagliarsi e, in un uno scalpitio di arti, si diffusero nelle varie strade di Tresckow per cercarli, ignorando completamente la casa, credendola vuota.
- Andati.- disse Jayden, sospirando di sollievo - Probabilmente il loro intento non era davvero ucciderci... semmai di stanarci. Era una caccia alle volpi. Ad ogni modo, buona idea. Di chi è questa casa?-
- Di panettieri. Per questo non c'è nessuno.- rispose Orlaith, asciugandosi il sudore con la manica.
- Ottimo lavoro. I vantaggi dei nativi, eh?-
Le fece un sorriso incoraggiante, che lei non ricambiò. Orlaith lo oltrepassò, entrando nel soggiorno. Si lasciò ricadere su una poltrona color crema, depositando il violino sul tappeto, e tirò il fiato nel tentativo di riprendersi.
- Non possiamo fermarci a lungo, lo sai.- disse Allwood - Dobbiamo raggiungere Vaněk e i Suggelli.-
- Con una trentina di Homunculi che ci inseguono? La fai facile.-
- Se costretto a impegnare tutte le sue forze, Vaněk perderà la capacità di mantenere attivi gli altri suoi incantesimi. Gli Homunculi spariranno... e forse anche l'incantesimo di congelamento, ma di quello ci preoccuperemo dopo.-
Aprì di nuovo il borsone, estraendo il grande foglio ripiegato su cui aveva disegnato l'incantesimo con cui trovare i Suggelli.
- Ora li localizzo, poi vedremo come fare per passare inosservati.- annunciò, dispiegandolo sul tavolino del salotto.
Orlaith lo osservò mentre trafficava con la carta, sistemando poi una mano al centro di quel mare di segni e scritte. Il suo palmo venne circondato da un lieve chiarore color acqua, che poi si diffuse a macchia d'olio lungo le linee di inchiostro.
Lui si raddrizzò e, sotto i loro occhi, il disegno cominciò a cambiare forma, riorganizzandosi in modo radicale. Le linee si dispiegarono, alcune si allungarono, e anche i Cerchi divennero semplici rette.
Sotto i loro occhi era comparsa la mappa di Tresckow e, in un angolo, era rimasto un singolo segno luminoso.
- Trovati.- ridacchiò Allwood - Sai dov'è?-
Orlaith si sporse per guardare, alzandosi in piedi: era un posto vicino alla Chestnut, poco distante da dove si trovavano loro, nei pressi dei campi sportivi. Lo conosceva bene.
- Non siamo lontani.- rispose - Non hai capito dove ci troviamo?-
- Fingi che io non sia mai stato qui... e che l'incidente mi abbia fatto perdere il senso dell'orientamento, magari.-
Orlaith sospirò.
- Allora è il momento perfetto per parlare.-
Lui aggrottò la fronte.
- Come?- chiese - No che non lo è. Siamo di fretta, ricordi?-
- Vaněk può aspettare qualche minuto.- replicò lei - Ora parliamo.-
Prese qualcosa da una tasca interna del parka e lo lasciò cadere sul tavolo tra di loro.
Era un libro rilegato in cuoio dalle pagine ingiallite, pieno di graffi e con il segnalibro di stoffa ormai parecchio sfilacciato. Sulla copertina non c'era scritto niente, ma entrambi sapevano che non aveva bisogno di qualcosa che lo identificasse per sapere che era molto più importante di tutti i suoi amati quaderni degli appunti messi insieme.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...