Cap. 22: L'ultima speranza

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Quando Orlaith riaprì gli occhi vide che l'armatura rocciosa di Fakhri era andata in frantumi, lasciandogli attaccati addosso pochi ciottoli dall'aria fragile. Una lunga lama fatta di fili di fumo lo attraversava da parte a parte, e Jayden era proprio alle sue spalle, intento a premere con forza un foglio strappato dal quaderno sulla schiena dell'Homunculus.

Ansimava e aveva i vestiti strappati, quanto bastava perché si intravedesse la cicatrice da ustione sul suo braccio. La sua pelle era coperta da una patina di sudore misto a polvere, e perdeva un po' di sangue dal naso e da un taglio sopra l'occhio. Era sfinito.

Nonostante questo sollevò l'avversario come se fosse senza peso, senza staccare le mani dal foglio su cui era disegnato il piccolo Cerchio Magico, e con un grugnito lo scaraventò verso l'alto, dandogli una tale spinta da farlo sbattere contro il soffitto e scheggiando l'intonaco con cui era coperto.

Fakhri non emise un suono, nemmeno quando atterrò. In quanto Homunculus era come se non si fosse fatto nulla, e ignorava beatamente il grosso foro al centro del suo petto. Si stava già rialzando, perdendo un po' di argilla dalla ferita, insensibile al dolore e alla fatica, al contrario di loro.

Tuttavia, i suoi movimenti erano lenti, come se fosse danneggiato.

Allwood indietreggiò, e mentre Fakhri si voltava numerose crepe cominciarono a crescere partendo dal foro nel suo petto, solcandogli la pelle. Ogni parte di lui divenne argilla e si sgretolò con una velocità sorprendente davanti ai loro occhi, finché di lui non rimase che un mucchietto di polvere.

Esausto, Allwood crollò a sedere sul pavimento, ansimando come se avesse corso la maratona.

- Ben... ben fatto...- disse a fatica - Dio... questi Suggelli sono peggiori di quel che pensavo!-

Si pulì il sangue da sotto la narice e si rialzò con cautela, tenendosi il fianco. Forse aveva qualcosa di rotto.

- Stai bene?- chiese Orlaith.

Lui annuì.

- Nulla di permanente. McGrath mi rimetterà in sesto... tu vai in cucina e apri il gas, l'ho già manomesso.-

- Certo, perché tutti crederanno alla favola della fuga di gas, adesso...- osservò Orlaith, indicando con le braccia tutto il macello che li circondava.

Allwood scosse faticosamente la testa, facendo un sorriso stanco. A un suo gesto, numerosi Cerchi Magici comparvero sulle pareti.

- Avevo insonorizzato l'attico.- spiegò - Non volevo correre rischi. Per questo siamo venuti un'ora prima.-

Con un gesto del capo la incitò a eseguire l'ordine, mentre zoppicava verso la porta.

***

Il mattino dopo Allwood sembrava di nuovo in forma perfetta, come se non fosse mai stato ferito durante lo scontro. Il taglio sopra lo zigomo era poco più di un graffio, adesso, e si muoveva con molta più agilità della notte precedente. Qualsiasi incantesimo avesse usato, di certo funzionava.

Purtroppo, la prima cosa che le disse fu che dopo colazione sarebbero ripartiti subito.

- Come, di già?- chiese, delusa.

Allwood annuì, appoggiandosi allo stipite della porta. L'aveva raggiunta in camera sua, ed era già vestito di tutto punto. Lei invece era ancora seduta a gambe incrociate sul letto, in pigiama, e si stava divertendo a programmare la giornata, o almeno lo aveva fatto fino a pochi istanti prima, quando era arrivata la brutta notizia.

- Sì, di già.- rispose Allwood - Non possiamo restare. Per ora i giornali riportano tutto come un banale incidente, ma Vaněk potrebbe intuire qualcosa. Quell'Homunculus era duro a morire, non so se un'esplosione da sola potesse effettivamente distruggerlo. Appena lo verrà a sapere farà comunque delle verifiche, e non voglio trovarmi qui quando succederà. A dire il vero, voglio che sappia della morte del prossimo Suggello mentre è ancora impegnato a grattarsi la testa per quello che è successo qui, se non più tardi ancora.-

Epic Violin - Il Violino di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora