Orlaith sbadigliò, strofinandosi un occhio gonfio di sonno per cercare di non addormentarsi sul pavimento dello studio con la schiena contro gli scaffali.
Erano quasi le due del mattino e la casa era totalmente silenziosa, a eccezione dei piccoli rumori che faceva lei stessa mentre spostava i libri, o di alcune assi che scricchiolavano sotto il vento forte o assorbendo l'umidità dell'aria. Ormai erano più di due settimane che cercava, ma ancora non era riuscita a cavare un ragno dal buco.
In compenso, durante quel periodo aveva passato molto tempo con Allwood, quando non usciva per lavorare o per fare le sue ricerche, e aveva imparato a conoscerlo un po' meglio, anche se non particolarmente bene.
Non parlava quasi mai di sé o del suo passato, o quantomeno non condivideva mai nulla di particolarmente significativo. Il pensiero di Vaněk dominava costantemente le loro conversazioni e la vita dello stregone, che sembrava restio a pensare ad altro, cambiando subito discorso ogni volta che sembrava sul punto di lasciarsi andare. Tutto quello che Orlaith riuscì a racimolare furono poche, scarse informazioni, perlopiù ottenute a intuito: doveva essere originario dell'Inghilterra, ma per qualche motivo si era spostato quasi subito in Canada, rimanendoci per un lungo periodo. Dopo quello più niente fino al suo incontro con Vaněk, e quando le raccontava della loro vita insieme citava sporadici episodi di sperimentazioni magiche e della loro filosofia sul cambiare il mondo, anche se si mantenne sempre molto vago.
Nonostante la sua reticenza e la sua ostinata visione di foschi futuri fatti di morte e di cacce all'uomo, comunque, c'erano stati anche episodi meno pesanti in cui erano riusciti a parlare di argomenti più piacevoli che, pur non portando alla luce dettagli personali di gran rilevanza, avevano finito con l'avvicinarli un po'.
Ad esempio, due giorni prima, mentre facevano una pausa per pranzare, avevano passato quasi due ore a ridere dei Puffi.
- Il mio preferito era Quattrocchi.- aveva ammesso Orlaith - Mi faceva morire quando diceva "che è meglio"!-
- Quattrocchi?- aveva ripetuto Allwood, alzando un sopracciglio.
- Sì, che c'è di strano?-
- No, è che... non ti ci vedo.- aveva risposto, scrollando le spalle - Ti facevo più tipo da... che so... Puffo Poeta, o Puffo Stonato.-
- Cosa? Per te sono stonata?-
- No, no! È solo che sono i due Puffi più... artistici, ecco.-
- Beh, io canto bene, se vuoi saperlo! E non mi serve il playback!- si era incaponita Orlaith, minacciandolo con la forchetta - Faccio danzare gli uccellini, se voglio! Come Biancaneve!-
- Ceeeerto...- aveva detto lentamente lui - Beh, in effetti è possibile... se imparassi a controllare i tuoi poteri potresti far ballare anche i lampioni... ma non è il canto il tuo forte, devi ammetterlo.-
Per tutta risposta lei gli aveva tirato una cucchiaiata di purè.
***
Orlaith si ritrovò a ridacchiare sotto i baffi, la mente invasa di prepotenza dalla faccia di Allwood coperta da macchie patatose che sbatteva le palpebre con aria sorpresa e confusa insieme.
Sfortunatamente il suo personalissimo momento ilare durò poco: era molto tardi, e prima di andare a letto voleva cercare ancora un altro po'. Imponendosi di concentrarsi rovesciò la testa all'indietro per cercare di vedere meglio gli scaffali a cui era appoggiata, riflettendo.
Dopo un paio di giorni aveva imparato a distinguere i libri che Jayden usava come nascondiglio da quelli che, invece, erano veri e propri testi che consultava abitualmente: i libri in lingua straniera erano tutti integri, mentre quelli inglesi venivano spesso destinati a celare varie cose, tra cui i quaderni. Nello specifico, i romanzi e i manuali di installazione degli impianti di sorveglianza sembravano essere i suoi preferiti.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasíaLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...