Orlaith guardò Jayden scivolare sul pavimento, trascinandosi dietro l'incantesimo di ricerca. Un rivolo di sangue filtrava tra i suoi capelli, dove il tubo si era abbattuto: si era aperta una piccola ferita.
Il colpo alla testa doveva avergli fatto male, ma non era niente in confronto a quello che sentiva lei, al dolore che provava dentro.
Aveva sempre saputo che Jayden le nascondeva qualcosa, e per tutto il tempo in cui erano rimasti insieme e avevano condiviso disavventure e momenti non era riuscita a credere a molto di quello che le diceva.
Eppure, nonostante tutto, non aveva pensato a nulla di così tremendo. Quando aveva saputo di sua madre si era convinta che non ci fosse nient'altro, che il muro fosse crollato. Aveva creduto, o voluto credere, che fosse una persona indurita dalla lunga lotta che combatteva, ma capace di essere buona... e di essere amata.
- Sapessi quanto mi è piaciuto farlo...- disse David, scuro in volto - Ehi, piccolina... stai bene?-
Orlaith annuì senza alzare lo sguardo sul produttore, che intanto le si avvicinò, aggirando Allwood e il tavolino, lasciando cadere il tubo sul divano.
Era con lui che aveva scambiato messaggi per tutto il tempo. Quando era riuscita a mettere le mani sul diario lo aveva richiamato subito, rivendicando la promessa che le aveva fatto e, nel contempo, sperando che fosse leale quanto le sue parole.
Onestamente non era sicura che avrebbe accettato quando il giorno precedente lo aveva richiamato per chiedergli di raggiungerla a Tresckow e di aiutarla, neanche dopo la loro conversazione telefonica in aeroporto, ma quando gli aveva detto che suo padre era in pericolo e che l'uomo che l'accompagnava era pericoloso, il tono del produttore era cambiato drasticamente.
- Tu dici che stai bene, ma io non ci credo.- obbiettò David, aggrottando la fronte. Era sudato, pallido, evidentemente agitato - Cosa sta succedendo, piccola? Di cosa parlava questo pazzo? E cosa diamine sono quelle cose in strada?-
- Ti hanno dato problemi?-
David scosse la testa, esitante.
- No, perlopiù mi hanno ignorato. Una me l'ha quasi fatta fare sotto, non lo nego, ma l'ho tirata sotto e tanti saluti... anche se ora devo rifare il paraurti.- aggiunse amaro - Allora, cosa sta succedendo, me lo dici?- insisté il produttore, accigliato - Cosa mi stai nascondendo, Orlaith? E perché siamo qui a rischiare la vita?-
Lei fece un sorriso amaro.
- Non mi crederesti mai, Dave...- rispose - Ma te lo dirò mentre andiamo. A te la scelta su come prenderla e se rimanere. Ti sono già grata per essere venuto fin qui.-
- Bimba, te l'ho detto, no? Ti voglio bene.- rispose lui, scocciato - Anche se avrei gradito non essere mandato allo sbaraglio. Non sembra, ma tra poco mi serviranno dei pantaloni nuovi. E questi sono pure firmati!-
Cercò di sostenere il suo sguardo triste, rispondendo con uno accigliato, ma dopo un momento roteò gli occhi, scuotendo la testa.
- No, non ce la faccio... non con quegli occhioni da cucciola smarrita.- grugnì. Guardò Allwood, steso sul pavimento, e incrociò le braccia - Con te litigherò dopo. Piuttosto, di questo stronzo che ne facciamo?-
- Lasciamolo qui.- rispose - Ci penseremo dopo. Per ora non è una minaccia.-
- Per ora?-
- Vieni, ti dirò lungo la strada.- ripeté lei, raccogliendo il violino e la borsa di Jayden, nella quale infilò il rotolo con l'incantesimo di ricerca.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...