Per il resto della giornata Allwood la incoraggiò a suonare qualsiasi pezzo la attirasse di più, suggerendole di iniziare, per fare pratica, da quelli più sentiti, quelli che erano più vicini al suo attuale stato emotivo, in quanto più semplici da "usare". Quando poi fosse stata padrona dei propri poteri e delle proprie emozioni avrebbe potuto suonare qualsiasi cosa senza preoccuparsi delle emozioni del momento.
Per quanto riguardava il modo di controllare gli effetti della musica, le suggerì di fissare bene in mente un obbiettivo da ottenere e di essere creativa nel raggiungerlo: come primo esercizio le mise davanti lo sgabello chiedendole di sollevarlo, farlo ruotare a mezz'aria e di rimetterlo delicatamente a terra a testa in giù.
Ripensando a quello che era successo durante il concerto la sera prima, Orlaith decise di usare lo stesso metodo, ovvero suonare immaginandosi di essere altrove, reintepretando a modo suo i segnali che il mondo circostante le mandava.
Aveva finto, sul palco, che la luce pulsante fosse di un sole oscurato da pannelli opachi di una stanza girevole che rispondeva ai suoi ordini. Poteva fare qualcosa di simile con lo sgabello.
- E se dovessi fare dei danni?- chiese, ripensando al suo lavandino.
Allwood, appoggiato alla parete, si strinse nelle spalle.
- Sono miliardario.- rispose - Dove non può la magia, possono i soldi. E poi devi solo spostare uno sgabello.-
Orlaith annuì e fece un profondo respiro, cominciando a suonare. Scelse un brano particolarmente lento, tranquillo, senza eccessive impennate di energia: se doveva essere precisa doveva andare con calma.
L'adagio riempì la stanza, e con la coda dell'occhio notò che Allwood non era rimasto del tutto indifferente alle sue note. Qualunque reazione gli stesse suscitando, comunque (lei, personalmente, si sentiva un po' nervosa), non le doveva interessare: l'unica cosa importante era il maledetto sgabello, che tuttavia non accennava a muoversi..
Ieri ho anche ballato.
Si ricordò di aver lasciato andare ogni freno e di essersi fatta guidare dalla musica, muovendosi a istinto. Forse era stato questo a fare la differenza, visto che tutti i suoi tentativi precedenti avevano dato risultati incoraggianti ma involontari.
Cominciò quindi a muoversi lentamente, spostando il peso da una gamba all'altra e girando intorno allo sgabello a ritmo di musica, sperando che funzionasse.
Si aspettava che Allwood dicesse qualcosa, ma probabilmente preferì tacere per non disturbarla, perché non lo sentì fare neanche un movimento. Esattamente come quello stupidissimo sgabello.
Si spostò troppo in là, finendo col mettere un piede nudo sulla parte metallica del pavimento, completamente gelata. Sussultando, lanciò un gridolino sorpreso, mentre l'archetto strusciava in modo stridulo sulle corde del violino, interrompendo bruscamente l'esecuzione.
Guardò Allwood, strofinando la pianta ghiacciata del piede sulla gamba, in leggero imbarazzo. Lui le restituì uno sguardo annebbiato, come se la sua mente avesse viaggiato per tutto il tempo.
- Bellissima...- mormorò - Cioè... un tentativo un po' povero.- farfugliò, riscuotendosi - Ricomincia. E stavolta ignora me e tutto il resto, pensa solo allo sgabello. Concentrati solo su di lui.-
- E tu riesci a concentrarti?-
- Farò del mio meglio.- rispose con un mezzo sorriso - Ma devo ammettere che non rimango indifferente.-
Sorridendo appena, Orlaith annuì e, dopo essersi rimessa in posizione, ricominciò a suonare.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...