CAPITOLO 4

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-Alexander.

Arrivo a scuola verso le otto meno venti ma ancora è presto per dare inizio alle lezioni, così entro nel cortile e mi accendo una sigaretta. Sento chiamare il mio nome, mi volto e vedo Austin insieme a Jessica, Amanda e Jeanette.

Mi avvicino al gruppo e Jessica, come al solito, mi si appiccica al braccio, accarezzandolo con le sue lunghissime unghia rosse. Mamma mia che fastidio questa ragazza! Non so cosa si aspetti, per me è solo un passatempo, una distrazione momentanea.

<Alex, ci sarai alla mia festa di venerdì sera?> mi chiede imperterrita. Nel giro di tre giorni me l'avrà ripetuto minimo un centinaio di volte.

<Si, ci sarò.> rispondo non dandogli molta importanza.

<Perfetto, adesso ho lezione, ci vediamo dopo ragazzi.> saluta Austin e poi si gira verso di me. <A dopo tesoro.> mi dà un bacio.

Passo la mano sulla guancia per asciugarmi, il mio palmo è lucido e pieno di brillantini. Che fastidio!

Nel modo di voltarsi, Jeanette, mi colpisce il viso con i suoi capelli e sputacchio un po' per il fastidio che mi provocano. Mi giro verso di lei per dirle di fare attenzione la prossima volta, ma è già lontana seguita dalle sue amiche.

<Che c'è da guardare?> chiedo abbastanza innervosito ad Austin che non smette di fissarmi.

<Stai bene, amico? Sei nervosetto quest'oggi.> ridacchia, facendomi innervosire ancora di più.

<Sto bene, non rompere anche tu di prima mattina.> lo liquido in modo sgarbato e me ne ritorno verso la moto.

Dopo pochi minuti, vedo fermarsi davanti a me una moto familiare. Josh Smith è il mio migliore amico, c'è sempre stato per me e la mia famiglia, soprattutto dopo la morte di mio padre e mia sorella.

<Hey Alexander William Stewart.> mi saluta scherzosamente con il mio nome per intero.

<Ciao.>

Si allontana per posteggiare la moto e una volta sistemato il tutto, prende posto accanto a me. <Amico, stai bene?> sbuffo, mi ha già stancato questa domanda. <Hai una brutta cera.>

<Conosci Emily Jackson?> gli chiedo.

<Allora è un fatto di donne, eh?> mi fa l'occhiolino. <Non pensavo che ti saresti mai innamorato di qualcuno, parliamoci chiaro, non sei il tipo che pensa a cose serie.>

Finalmente conclude con le sue ipotesi assurde e mi affretto a negare il tutto, prima che si faccia delle idee sbagliate. <Ma dico, sei forse impazzito?> lo fulmino con lo sguardo. <Non mi sono innamorato di quella ragazzina viziata e non accadrà mai.> scuoto la testa. <Proprio mai.>

<Ah menomale, mi stavo iniziando a preoccupare.> si mette a ridere ed io mi trattengo dalla voglia di dargli un pugno in piena faccia.

<Josh!> grido. <Dominic, il fidanzato di mia madre, è suo padre e ieri si sono trasferiti da me.> ma non mi lascia finire.

<Di cosa ti lamenti, Alex?> scoppia a ridere e io non capisco a cosa si riferisce. <Ma l'hai vista bene? Stiamo parlando di Emily Jackson.>

<E quindi?> continuo a non capire dove voglia andare a parare.

<Tantissimi ragazzi pagherebbero per essere al posto tuo. Parliamoci chiaro, Emily è una bellissima ragazza, non capisco come in questi quattro anni non ci abbia mai fatto un pensierino.> si passa una mano sul mento, pensieroso. <E poi dà quell'impressione di mistero.>

<Anch'io l'ho pensato ma è proprio una stronza.>

<Forse ha un motivo per il quale si comporta così.> conoscendolo, Josh vedrebbe del buono anche in un omicida psicopatico.

<O forse gli piace far incazzare la gente.> ribatto secco.

<Alex, devi capire che è difficile anche per lei accettare due estranei che entrano a far parte della sua vita. Anche lei ne ha passate tante, non leggi i giornali? Non sai la fine che ha fatto sua madre? Povera donna.> assume un'espressione pensierosa.

<Anche per me è difficile. Non sono pronto a vedere Dominic come un padre, nonostante sia una persona fantastica, e neanche Emily come una sorella. Non sono pronto a far parte di questa nuova famiglia, perché loro non lo saranno mai. La mia famiglia si è distrutta tre anni fa, quando ho perso mio padre e mia sorella in quell'incidente, Josh. Non sarà mai come prima. Io, non sarò mai più come prima.> sento come una fitta allo stomaco, tutto ciò fa ancora così male.

Lui più di tutti sa quello che ho passato in questi tre anni.

<Alex, penso che se in questo momento ti potessero parlare, ti direbbero che sono fieri di te per esser andato avanti e per non averti fatto sovrastare dal dolore. Penso che siano felici anche per tua madre, che ha ritrovato la felicità con Dominic.> mi dà una leggera gomitata.

<Mi mancano così tanto.> la mia voce trema.

<Mancano anche a me, Alex.>

Josh ha sempre fatto parte della mia famiglia. Ci conosciamo fin dai tempi dell'asilo e passava ogni pomeriggio a casa mia, i miei genitori lo trattavano come un terzo figlio e mia sorella gli stava sempre appiccicata visto che si era presa una bella cotta per lui. Una volta gli aveva anche regalato un disegno di loro due che si tenevano per mano in un giardino pieno di fiori; lei amava così tanto i fiori, soprattutto i girasoli. Sorrido per quei momenti tanto lontani ma che allo stesso tempo sembrano appena vissuti. Il cervello sembra non voler smettere di ricordare.

<Avanti Alex, adesso entriamo in classe.> mi dà una pacca sulla spalla, riservandomi un sorriso di consolazione.

Ah Josh, cosa farei se non ci fossi tu?

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