-Emily.
Sono in cucina per preparare un piatto speciale per il mio amatissimo ospite. Dopo aver passato un'ora chiusa in camera mia, ho trovato un piano perfetto. Sto per tagliare i gamberi che aggiungerò al mio piatto speciale, ma proprio in quel momento Alex entra in cucina. <Vai via idiota!> gli urlo.
<Oh andiamo, Emily.> sorride divertito, ma io non rido affatto. <Non te la sarai presa per prima, vero?> mi chiede.
<Va via.> insisto.
<Dai diavoletto, sai che non penso davvero quello che ho detto.> si giustifica.
<Si che lo pensi invece!> ribatto.<Beh si, ma non ha importanza adesso.> si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia.
Lo guardo stranita, ma che ha appena fatto? Si accorge della mia espressione e cerca di cambiare discorso. <Scusa futura moglie di Derek.> scoppia a ridere e gli tiro il cucchiaio di legno con l'intento di fargli male ma riesce a schivarlo.
Maledizione!
<Adesso parliamo di cose serie.> proprio lui mi viene a parlare di cose serie, certo. Un dieci alla sua coerenza.
<Cosa prepari di buono?>
<Un piatto a base di gamberi.> rispondo ovvia.
<Ma io non vedo gamberi.>
<Appunto per questo. Non si devono vedere, sennò lui non li mangerà.>
<Lui chi?> un dieci anche alla sua intelligenza, direi.
<Derek, idiota, chi sennò? È intollerante.>
<Vorresti ucciderlo?> mi guarda male.
<Certo che no, mi basterai tu un domani.> gli rivolgo uno sguardo di sfida.
<Fino a poco fa avevi detto che non l'avresti fatto.>
<Ho cambiato idea.> sorrido compiaciuta e continuo a lavorare.
<Okay, ma ritornando al discorso di prima, cos'hai intenzione di fare con quel povero ragazzo, Emily? Non si scherza con queste cose.>
<Oh andiamo, che sarà mai? Non ho intenzione di fare nulla di che. Al massimo dovrà andarsene a casa per prendersi un antistaminico o avrà un'urgenza al bagno dopo aver mangiato il mio piatto speciale.>
<Ma sai che li abbiamo anche noi gli antistaminici e dei bagni, vero?> mi chiede.
<Certo che si, proprio per questo ho nascosto gli antistaminici, chiuso la porta del bagno di giù, nascosto la chiave e anche quella di scorta. Sarà costretto ad andarsene, vedrai.>
<Sembri una psicopatica.> dice serio.
<Che ti dice che non lo sono?> mi faccio seria anch'io.<Emily...> scoppia a ridere. <Se non fosse per la tua faccia in questo momento, giuro che avrei avuto paura di te.>
<Smetti di fare lo stupido e aiutami. Quando lo conoscerai, allora mi ringrazierai.> sarà davvero così.
Passiamo due ore a completare tutto e sistemiamo il tavolo per la cena. Sono le sette di sera e fra un'ora e mezza circa verranno gli ospiti. Vado nel soggiorno per riposarmi un po', sono davvero distrutta. Mi siedo accanto a mio padre, che è concentrato su un programma di calcio che trasmettono e Alex fa lo stesso.
<Emily, va a sistemarti per la cena.> mi ricorda mio padre.
<Non ora, sono stanca.> rispondo sbuffando.
<Emily!> alza il tono di voce. Mi alzo con poca delicatezza e salgo le scale sbattendo i piedi per fargli notare che sono arrabbiata.
<E indossa qualcosa di carino, tesoro.> gli sento dire dal piano di sotto.
Che nervi!
Entro in camera e frugo un pó nell'armadio. Scelgo un pantalone e un body nero e per aggiungere un po' di colore gioco con gli accessori e una giacca rossa. Mi trucco e una volta pronta ascolto un po' di musica distesa a letto.
Chiudo gli occhi.
Che pace!
Ad un tratto mi sento arrivare un peso di sopra e strillo come una pazza. Lancio le cuffie a terra e spalanco gli occhi. <Ma che...> riesco a dire prima che Alex mi tappa la bocca.<Ciao piccola.> sorridere divertito. Levo la mano dalla mia bocca e lo fulmino con lo sguardo.
<Il mio corpo ti attrae così tanto che ti è inevitabile starmi vicino, oppure è stato un caso, come tempo fa, e mi sei caduto accidentalmente di sopra?> lo sento ridere e involontariamente rido anch'io.
<Ma non c'è nulla di divertente.> gli ricordo.
<Però stai ridendo.> mi tocca il naso con il suo e sorridere.
Ma che gli prende? Siamo troppo vicini, non va bene. Cerco di alzarmi il busto ma con il suo peso mi riporta giù. Mi guarda gli occhi, poi la bocca, si morde il suo di labbro e poi continua a guardare il mio. Mi sta facendo letteralmente impazzire! Si avvicina ancora di più e fa sfiorare le nostre labbra. Non mi bacia, rimane fermo in quella posizione. Sorride. Sta sorridendo. Penso di averlo fatto anch'io, ma in quel momento la porta di camera mia sia apre.
Oh cazzo, è Kathrin.<Emily, sono arrivati...> si ferma di colpo e finalmente Alex si alza da me.
<Non è come pensi, mamma.> si affretta a dire lui. <Non importa, Alex. Ci sono gli ospiti, scendete giù.> ci dice calma.Non sembra arrabbiata.
Esce dalla camera e chiude la porta.
Rimaniamo a guardarci per un po'.
Io non riesco a capire più niente.<Ma che ti è preso, Alex?> chiedo confusa.
<Non lo so, noi stavamo per baciarci, Emily.> eh beh, questo l'avevo capito anch'io.
<Ma non è successo.> mi affretto a dire.
Esco dalla camera di fretta e mi fiondo in bagno. Sto sentendo caldo, mi guardo allo specchio e le mie guance rischiano di andare a fuoco. Mi tocco il labbro inferiore, ripenso a quello che stava per succedere e involontariamente sorrido.
Ma che mi sta succedendo?
Devo controllarmi.
Non posso permettermi che accada.
Se al posto di Kathrin, fosse entrato mio padre non so cosa sarebbe successo, di certo nulla di buono.
Ritorno in me, per adesso devo solo pensare alla cena di stasera.
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INSEGNAMI A VIVERE
RomanceEmily Jackson, agli occhi della gente, è una normalissima adolescente americana tanto bella quanto fortunata nella vita, ma nessuno sa cosa nasconde. Ricca e potente, dato che suo padre, Dominic, è il proprietario della famosissima Sociaty Web Magaz...