CAPITOLO 26

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-Emily.

Derek è in testa.
La sua moto sfreccia a tutta velocità verso il punto d'arrivo ma Alex sembra non volerne sapere di perdere questo giro.
Jeorge è a qualche millimetro di distanza da noi.
Alex accelera il piú possibile e in meno di un secondo ci ritroviamo davanti a Derek.

Di sottofondo si sentono qualche bestemmia e qualche parolaccia da parte di Benjamin, il quale non fa altro che prendere a calci la sua moto. Beh, lo farei anch'io se la mia moto si fermasse nel bel mezzo di una corsa.

<Emily, tieniti.> la voce di Alex richiama la mia attenzione, così aumento la mia presa intorno alla sua vita.

La forza del vento mi fa spostare di qualche centimetro dal corpo di Alex ma cerco di contrastarla in qualunque modo.

Subito dopo, la moto si ferma di colpo e scivola di lato. Il mio corpo fa un balzo e in pochi secondi mi ritrovo a terra.

Mentre la figura di Alex mi si piazza davanti per aiutarmi, sento un forte dolore provenire dal basso. Ho difficoltà ad alzarmi, visto i glutei doloranti, ma grazie ad Alex mi rimetto in piedi.

<Tutto bene? Ti fa male qualcosa?> urla preoccupato.

<Vedi che non sono diventata sorda, ci sento ancora molto bene.> gli rivolgo una smorfia di fastidio. Nel frattempo Benjamin, Derek e Jorge sono corsi verso di me.

<Dimmi che stai bene.> dice Derek tutto preoccupato.

Benjamin inizia a girarmi intorno controllandomi tutta e qualche volta mi da piccoli colpi sulle gambe e sulle braccia.

<Mi spieghi cosa stai facendo?> guardo confusa Benjamin. <E poi sto bene, ho solo preso una bella botta lì dietro.> indico il sedere.

Nessuno parla, si limitano a rivolgermi qualche occhiata confusa e stupita. <Ma il lato positivo è che io Alex abbiamo vinto.> esulto vittoriosa.

<Sei sempre la stessa.> dice Jorge, muovendo il capo in segno di disapprovazione e così facendo scatena una risata di gruppo.

Sorpasso la muraglia di ragazzi che si era creata davanti a me e vado a recuperare la moto. La rimetto in piedi e con un balzo salto in sella, maledicendomi subito dopo. Se prima il dolore si stava attenuando adesso è triplicato.

<Cosa fai? Sei appena caduta e ci rimonti in sella?> mi chiede contrariato Derek.

<Non permetto a una caduta di impaurirmi.> premo l'acceleratore e parto, dirigendomi verso l'entrata.

Entro in un casotto e mi dirigo verso una porta rossa. <Daniel, le chiavi.> il ragazzo mi lancia un mazzo di chiavi e apro la serratura. Ci posiziono la moto per poi dare un'aggiustata alla carrozzeria.

Appena finisco tutto, richiudo la stanza e restituisco le chiavi a Daniel. Uscita dal casotto, sento una voce familiare provenire dalla mia destra. Mi giro verso quella direzione e rimango sorpresa da ciò che mi si piazza davanti. Anche se è girato di spalle riconoscerei ovunque la sua voce. Corro verso di lui e gli salgo in spalla, tenendomi al suo collo.

<Matty, ma quando sei tornato? Non ti sei fatto sentire. Ho provato a chiamarti ma si chiudeva ogni volta la chiamata.> dico felice di rivederlo.
Mi è mancato tanto in questi giorni.

Ma lui non si muove, non parla, lo sento solo tremare sotto di me. Scendo dalla sua schiena e gli poggio una mano sopra. <Mattia.> sussurro.

Il ragazzo davanti a lui sparisce all'improvviso e lui piano piano si volta verso me. <Ciao Emily.> sorride appena.
Rimango pietrificata alla vista del suo viso.
Occhi scavati, occhiaie evidenti, labbra rosse, colorito pallido. <Cosa ti è successo?> chiedo spaventata.

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