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"Come ti senti?" mi chiese elettrizzata. Non capivo perchè tanto entusiasmo.
"Normale, e tu?" le risposi.
"Sono così eccitata! Tu no? Lia andremo al college. Anzi, siamo quasi arrivate". Aveva ragione, stavamo raggiungendo la nostra nuova vita. Stavamo per essere finalmente studentesse del college, e questo significava solo una cosa: divertimento. Eppure c'era qualcosa in tutto ciò che non mi convinceva.

Alex pensava che quella sarebbe stata la giornata più bella della nostra vita, io invece credevo che sarebbe stato solo uno di quei giorni in cui avremmo sudato molto e ci saremmo stancate altrettanto.

"Dobbiamo andare verso l'ala ovest, il parcheggio dovrebbe essere lì davanti" annunciai, accorgendomi che ci stavamo avvicinando. "Perfetto. Ala ovest. Eccoci qua. Tu scendi e vai a chiedere le chiavi e la stanza, io intanto posteggio l'auto" mi ordinò, come suo solito. Così scesi dall'auto e mi diressi verso l'entrata del campus.

All'entrata c'era un ragazzo, all'apparenza non sembrava neanche poi così bello, eppure aveva un qualche fascino che attirò la mia attenzione. Era alto, molto più di me -anche se non ci voleva molto- e portava occhiali con delle lenti molto grandi che mettevano un po' in risalto il suo naso. Nel complesso non era brutto, era carino se si guardava con attenzione.

"Ciao, scusa, potresti aiutarmi?" chiesi, ma solo dopo mi resi conto di quanto ero stata maleducata, perchè stava parlando con un'altra persona. In effetti non mi notò neanche, così mi misi da parte e aspettai che finisse per poter ritentare. "Ehi ciao, potresti aiutarmi?" gli domandai, per la seconda volta. Non appena alzò lo sguardo mi sorrise, aveva un sorriso gentile.
"Certo dimmi pure" mi rispose, "Sono appena arrivata con la mia amica" dissi indicando Alex che stava entrando dal portone "e vorremmo sapere a chi dobbiamo rivolgerci per le chiavi della stanza".

Alex nel frattempo mi raggiunse e insieme a me aspettò una risposta da parte del ragazzo.
Questi ci fissò un po' poi ci chiese i documenti che noi gli consegnammo subito e qualche minuti dopo ci rese il tutto con le chiavi e il numero della stanza. "La stanza è la 206, secondo piano a sinistra" ci sorrise nuovamente e noi lo ringraziammo.

Girai la chiave ma non feci in tempo ad aprire la porta che Alex vi si catapultò dentro come una furia. Un attimo dopo la sentii strillare e, spaventata, corsi all'interno della stanza. Tirai un sospiro di sollievo quando capii che erano state solo grida di gioia.

La stanza, considerato ciò che era, non era poi così male. Entrando si trovavano due letti singoli appoggiati alle pareti e affiancati da un comidino ciascuno, tra i comodini c'era un buon metro e mezzo di distanza dove vi si trovava la finestra ampia. Infondo alla parete del letto di sinistra c'era una scrivania molto grande, -pensai fosse per entrambe le persone che ci sarebbero state dato che aveva due sedie sotto il tavolo- nella parete del letto di destra invece si trovava una porta che faceva entrare nel bagno. Accanto alla porta di entrata, poi, si trovava un grosso armadio, che avrebbe dovuto contenere i vestiti di tutte e due.
Tutto interamente bianco.
Ogni mobile lo era, sembra di essere dentro una stanza dell'ospedale, ma in fondo era carina.

Ci abbracciamo felici e corremmo giù alla macchina a prendere tutte le nostre cose.

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