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"Stronzo! Mi fai schifo! Esci subito da questa stanza" estrai in camera mia spalancando la porta ed urlandogli contro. "Che cazzo urli, bambina?" si svegliò stropicciandosi la faccia con le mani. Perchè deve essere così bello? Perchè?

"Che urlo?! Sei il ragazzo peggiore che abbia mai conosciuto! Dannazione. Vieni a dirmi tutte quelle cose e allo stesso tempo metti incinta una stupida ragazzina che si gira tutto il college, ma non ti vergogni?" sbottai. Non lo volevo più nella mia stanza, non volevo più vederlo.
Mi aveva illusa, ci avevo creduto a quello che aveva detto.

"Incinta? Io? Ma di chi stai parlando?" era sbiancato, come se non sapesse di cosa stessi parlando. "Oh, sai benissimo di cosa sto parlando. Ho visto i test, tre test positivi e si dice che sia tuo. Tempo fa hai detto che era la tua ragazza, quindi saprai benissimo di chi sto parlando" continuai ad urlare, non riuscii a fermarmi.
"Rachel? Ma che cazzo dici? L'ho vista ieri e non mi ha detto niente e.. e poi io e lei non facciamo sesso da quanto? Un mese? Ne cambio una ogni sera, lo sai benissimo" sorrise. Che sorriso... No, aspetta, che schifo il suo sorriso, era da prendere a schiaffi.

"So come funziona con te, non serve che me lo sbatti in faccia ogni volta che parliamo!" non ne potevo più, "Va' via, ti prego" stavo per piangere e non volevo mi vedesse.
Sentii sbattere la porta e iniziai a sentire le lacrime scendere lungo le guance.

Squillò il telefono, era un messaggio.
Avevo iniziato ad odiare i messaggi.

Sorellina, stasera festa a casa nostra. Fatti bella.
Ti voglio bene, Clay.

Non sono sicura di volerci venire, un'altra volta?

No. Tu vieni, senza discutere.

Ai tuoi ordini allora.
Ti voglio bene anch'io.

Come al solito mi aveva avvertito tardi, erano le cinque e sicuramente dovevo andare prima per aiutare a prepare. Mentre sceglievo cosa mettere ebbi un dubbio così chiamai in fretta Clay.
"Abbiamo appena parlato, cosa c'è?" sbuffò, oh ma che gentile.
"Ci saranno anche i Millton?" parlai veloce, intanto cercai qualcosa da mettere. "Intendi Thomas, eh?" sghignazzò lui, "Intendo i Millton" dissi seria. "Si, ovvio, sono i nostri vicini" sospirò lui. Chiusi la chiamata, riattaccandogli in faccia.
"Ovvio" ripetei con voce stridula.

Arrivai da Clay alle sette e mezza e, come sempre, aspettavano me per iniziare a sistemare. Erano le nove e le persone iniziarono ad arrivare così andai in camera di Clay, poichè quella di Dave era già occupata da una coppia, e presi i vestiti per cambiarmi.
Indossai un vestitino sopra il ginocchio col corpetto bianco e la gonna nera e un paio di tacchi non troppo alti neri.

Quando uscii dalla stanza la gente era aumentata di tanto, troppo.
Mi diressi verso la cucina per prendermi da bere e scontrai contro Alex.
Questa ragazza non regge proprio l'alcol.
Non feci in tempo a voltarmi per prendere un bicchiere che già era salita sul bancone mentre provava a cantare una terribile canzone degli anni '80.

Tornai nel salone e vide mio fratello che ci provava con una ragazza, Tyler che discuteva con dei suoi compagni per chi avrebbe meritato di vincere il campionato -ah, i ragazzi e lo sport- e poi vidi Thomas che mi stava fissando.
Mi voltai dalla parte opposta quando si accorse che lo avevo visto e finii di bere il contenuto del bicchiere. "Che fai, mi eviti?" disse al mio orecchio, "Esatto è proprio quello che sto facendo. Ah ed è inquietante il fatto che mi fissi" dissi incrociando le braccia sotto il seno.
"Non posso guardarti?" chiese offeso, allontanandosi un poco per guardarmi dall'alto in basso.
"No, mi rovini" dissi ironica e me ne andai.

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