Capitolo 11

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Corro verso la riva, perchè non è molto piacevole stare nell' acqua ghiacciata del mare di notte...

Ma cameron, viene, e mi si piazza davanti dicendomi : 'E ora, da dove passi?' Cerco di sorpassarlo, ma mi blocca. Inizia a ridere, e io inizio un po ad arrabbiarmi. Gli faccio la linguaccia come una bambina di tre anni, e finalmente, mi lascia passare seguendomi.

Sono tornata a casa verso le dieci, per il resto della serata non è successo un gran chè, ma mi sono divertita lo stesso.

Mi sono messa a dormire, quando sento che mi  squilla il telefono, ma chi è sono le due di notte...

E' sara...

'Ciao, sono sola a casa, e mi sento poco bene, quanto tempo ci metti per arrivare? Ti prego ho bisogno di aiuto.' Mi vhiede. Giusto , dimenticavo, Sarah ha il cancro, ma lei è diversa, non è come le altre persone malate, lei cerca sempre di avere una vita normale come tutti. Ma ecco che a volte ci si crolla pure.

'Vengo subito, arrivo.' Rispondo. 

Resto in pigiama, e mi infilo solo le mie vecchie Converse, e prendo le chiavi della macchina dei miei.

Imbocco il vialetto di casa sua, e apro la porta senza bussare, perchè è un emergenza. 

Trovo Sarah, sul divano che trema. Ha un colorito violaceo, ed è collegata ad una bombola d' ossigeno, e ha nel braccio un ago che arriva fino ad una flebo.

Le prendo il viso tra le mani. 

' Va' tutto bene?' CHiedo rendendomi conto che è una domanda molto stuypida, perche mi rendo conto che le cose non vanno bene.

Non mi arriva nessuna risposta e così mi rendo conto che ha perso conoscenza e chaimo l' ambulanza.

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