Capitolo 22

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Mi sveglio per colpa di un raggio di luce che mi arriva diritto in faccia.
Ci metto qualche secondo per rendermi conto che non sono a casa mia, nella mia camera, nel mio letto...

Nel lettino vicino Tommy dorme ancora.
Mi alzo dal letto cercando di non far rumore per non disturbare il sonno del piccolo omino. Vado verso la scrivania color mogano, dove davanti a lei c'è una sedia in pelle proprio come quelle di un direttore in un ufficio, non riesco proprio immaginarmi Tommy seduto su quella sedia da uomo d affari mentre disegna.

In un angolo della scrivania c'è una vecchia foto di famiglia in una cornice bianca, dove Cameron era ancora un bambino e Tommy era appena nato, vicino a lui c'è una ragazza molto bella, in tutta la casa ci sono foto che rappresentano lei, ma sinceramente non riesco proprio a capire chi possa essere, non credo che Cameron ha qualche sorella.
La porta si apre di scatto e io sobbalzo, entra nella stanza la figura di una donna che assomiglia molto a Cameron, ma certo la madre...

"Ciao cara, io sono Veronica, ho saputo di quello che è successo ieri e mi dispiace davvero tanto, sono riuscita a contattare i tuoi genitori, e mi hanno detto che stanno bene, ma hanno ancora da fare, e tornano stasera, ma mi hanno detto che se non te la senti di tornare a casa e stare lì da sola, puoi andare a casa di qualche altro tuo amico, perché Cam è dovuto uscire e ha un po da fare." Mi dice con un sorriso dolce e comprensivo in volto.

È molto bella anche lei, ha dei lunghi capelli mossi che le ricadono sulle spalle, e anche se avrà sui 40 anni ne dimostra meno, non ha nessuna ruga. Ha la stessa forma degli occhi del figlio ma a differenza lei li ha verdi come uno smeraldo.
Squilla il telefono prima che io possa dirle qualcosa, e lei va subito a rispondere.
Nel frattempo, mi cambio mettendo i vestiti della scorsa sera, e piego accuratamente quelli che mi ha prestato Cameron.

Dopo qualche minuto arriva, e sempre con il suo cordiale sorriso mi dice: " Ha appena telefonato Nash, e mi ha detto che  Sarah e Cara sono a casa sua, e che se vuoi passa a prenderti così state tutti insieme a casa sua."

Non posso credere a quanto possano essere gentili con me queste persone che ho conosciuto da qualche settimana.

"Si. Grazie dell ospitalità e scusi il disturbo."
"Tranquilla, sei sempre la benvenuta, è vista la situazione non potevo lasciarti da sola per strada la notte con un casa chi sa chi, e in più sotto la pioggia." Mi dice, e io ho un cedimento nervoso e scoppio a piangere per non so quale motivo.
Allora viene e mi abbraccia, ma non è un abbraccio normale, è l'abbraccio più rassicurante che abbia mai sentito o avuto.

Con il tempismo perfetto qualcuno suona al citofono e Veronica si gira e mi fa un sorriso e mi fa cenno di seguirla fino alla porta...

Ecco un nuovo capitolo, se stavate pensando se sono morta perché non aggiorno da tanto, beh non è così. Sinceramente non sapevo più cosa scrivere e pensavo pure di "abbandonare" la storia, ma poi ci ho ripensato perché un po' mi dispiaceva e in più è l'unica cosa che mi da soddisfazione grazie a voi.
Grazie che continuate a leggere sempre la mia storia e che mi sopportate.
Speriamo a presto!

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