Capitolo 35

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Come fa il misterioso questo tizio. Odio le persone che non danno dettagli e di conseguenza si può giungere alla conclusione che odio le sorprese.

Cameron si ferma bruscamente con la macchina e apre lo sportello e ci troviamo in un campo (?)

"Ci hai portati qui per ucciderci?" Chiede Sarah con ironia. Cameron si gira e mi guarda e sul suo viso scocca un sorrisetto probabilmente ricordandosi dei nostri messaggi della scorsa notte e io scoppio a ridere inevitabilmente al ricordo di quella conversazione al quanto stramba.

" No, è solo che qui vicino c'è un bosco dove venivo da bambino, e ci avevo costruito una casetta con una persona speciale, e volevo tornarci insieme a qualcuno abbastanza maturo per non essere giudicato o preso in giro." Dice Cameron, quindi vuol dire che mi considera una persona matura a questo pensiero mi nasce un sorriso sincero visto che tutti mi trattano ancora come una bambina.

Iniziamo ad inoltrarci dentro il bosco, è un bosco di pini (ovvero di conifere giusto per avere un linguaggio più tecnico) che si affaccia sulla costa e offre un paesaggio indimenticabile.

"Quando ho costruito questa casetta o capanna o quel che era avevo dieci anni circa quindi non è sicuro che ci sia ancora visto che sono passati sette anni." Dice Cameron.

"Ti ricordi qualcosa come punti di riferimento?" Chiede Nash.

" Su un albero secolare ci dovrebbe essere un segno con la vernice blu e poi dovrebbe essere precisamente a sette passi in la su un albero altissimo ma con dei rami lungo tutto il tronco che ci consente di arrampicarci e accedere alla casetta senza troppi problemi." Gli risponde Cameron.

Questo bosco è un po' inquietante, e gli alberi sono leggermente ingialliti perché  il clima è arido visto che deve ancora arrivare la stagione delle piogge.

Ad un certo punto sentiamo un rumore proveniente da pochi metri di distanza da noi, ed inizio veramente ad avere paura, ma poi sulla nostra sinistra sbuca un anziano signore.

"Salve." Lo saluta cordialmente Nash.

"Non posso dirvi niente oltre al mio nome ovvero Harold, e che dovete stare molto attenti." Detto questo si gira e scompare di nuovo nella lussureggiante vegetazione che offre un atmosfera cupa e tetra.

Ci guardiamo tutti e poi Cameron esordisce: "Che razza di nome è Harold? Penso che i genitori desiderassero molto un cane per darli questo nome."

"Okay, forse non è il momento di fare battute sul nome di quel vecchietto strano." Dico spazientita. Quando ti aspetti finalmente che Cameron dica qualcosa di intelligente, o almeno con un briciolo di senso, ecco qua che se ne esce con queste cavolate.

"E poi scusate, ma dovremmo stare attenti a cosa?" Chiede Sarah.

"Beh, mettiamola così... Siamo quattro ragazzi che passeggiano in un bosco situato a chissà quanti chilometri distanti da casa nostra per cercare una vecchia casetta sull' albero costruita quasi un decennio fa, sta iniziando a calare la sera, e dovremmo farci altri cinque chilometri per tornare alla macchina." Dico un po' irritata.

"Almeno abbiamo capito che potresti inventarti la trama di un film horror visto che rendi tutte le cose estremamente drammatiche." Dice Nash e subito lo incenerisco con lo sguardo.

"Almeno ci hai fatto capire che date le circostanze anche tu inizi ad avere un po' di paura." Dice Sarah a Nash.

Dopo qualche passo troviamo un albero con un cerchio disegnato sulla corteccia con della vernice blu.

Cameron esulta felice e in questo momento sembra proprio un bambino.

Si ferma, e inizia a contare sette passi a voce alta, si ferma guarda in su, ed esclama: "Eccolo! Eccolo il mio rifugio."

***
Sono tornata! (Non è una minaccia.) Scusate se non aggiorno da tanto, ma ero veramente impegnata, ora cercherò di riprendere ad aggiornare regolarmente. *facciamo finta di crederci*. Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina, e possibilmente un commento. Grazie!

Ps.
La foto del capitolo l'ho scattata io quando ero in vacanza in Val d'Aosta.

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