-Capitolo 14-

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Era un nuvoloso pomeriggio. A nessuno sarebbe venuto in mente di uscire, anche se non pioveva.
Eppure Hermione era l'unica dentro al grande castello, in biblioteca.
C'era la partita di Quiddich.
Serpeverde contro Tassorosso.
Avrebbe voluto fare il tifo per Draco, ma diciamo che i suoi compagni di casata non avrebbero reagito bene, così glielo aveva già detto che non ci sarebbe andata. Lui l'aveva capita. E le aveva dato anche un bacio, prima di andare.
E lei gli aveva augurato buona fortuna.

Sentì dei passi avvicinarsi sempre di più, ma poi allontanarsi, così non ci aveva fatto molto caso.
-Granger, eccoti qua, nel tuo buco di polvere. E dove, sennò?- Pansy entrò in biblioteca guardandosi intorno come se fosse schifata da ciò che vedeva, ovvero polvere. Tanta polvere.
-cosa vuoi, Parkinson?-le rispose la grifondoro sbuffando.
Pansy girò un po' per la biblioteca guardandosi attorno, come se non avesse sentito, poi si rivoltò verso Hermione.
-vi ho visti, sai tu e Draco. Eravate in un angolo che vi...Oddio voi vi stavate baciando- rabbrividì a dirlo- mi veniva da vomitare.- e si mise una mano in fronte.
Hermione rimase in silenzio, impietrita.
Non sapeva cosa fare.
Pansy invece era sicura di sé e continuava a gironzolare.
-ora, capisci bene che non posso rimanere zitta- disse lei ovvia - quindi, o stai alla larga da Draco, oppure...lo farò espellere, e magari potrei far espellere anche te, mah. E sappi, che ne sarei capace- poi uscì dalla porta, senza ascoltare ragioni o controragioni.

Hermione non sapeva cosa fare. Non riusciva neanche a capire se quello appena successo fosse reale. E non sapeva se ridere o piangere.
Rimase lì, immobile.
Dopo aver superato una battaglia magica Pansy non era niente a confronto, ma l' espulsione...
Non poteva far espellere Draco. Era una cosa terribile. E non voleva neanche lei essere espulsa, ovvio.
Per lei l'espulsione era sempre stata la cosa più tremenda, perché non riusciva ad immaginare la sua vita senza Hogwarts.
Non alzarsi la mattina e andare a fare colazione in sala grande, non dover

Draco finita la partita andò subito in biblioteca, per vedere se trovava la sua grifondoro. Sua? Era sua?
Comunque fosse, in biblioteca non c'era.
Non si erano dati appuntamento, quindi non era certo che ci fosse.
Tornò quindi nella sua camera verde e si fece una doccia fredda, come il ghiaccio.
Non vedendo ancora di ritorno Zabini, scrisse un biglietto ad Hermione.
Sentiva qualcosa che non andava.

Hermione era tornata in camera come una furia. Voleva urlare.
Ma non lo fece.
E questo le provocò ancora più dolore. Sentiva le grida che volevano uscire graffiarle la gola, come se si stessero arrampicando, mentre lei le rispediva giù.
Sbatté la porta della sua stanza.
Aprì la finestra e fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi.
E quando li riaprì un gufo volò attraverso la sua finestra.
Appoggiò il biglietto tra le mani della ragazza e tornò da dov'era venuto.

" abbiamo vinto la partita, anche se non ne avevo dubbi.
Sono passato in biblioteca ma non c'eri.
A domani.
D.L.M."

Una lacrima cadde sul figlio di carta.
Ok, si era innamorata di Malfoy, ed era per questo che non voleva farlo espellere. Quindi domani, no, non si sarebbero visti.

No more word, Malfoy. || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora