《Capitolo 13》

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Apro la porta e subito un dolce profumo di rose invade le mie narici estasiandole, tre rose si trovano su di un tavolo di legno lucido vicino ad un vaso azzurro dove altre rose sono sistemate con cura, mi guardo attorno curiosa, la stanza è vuota alzo le spalle non curante avvicinandomi alle rose, ne prendo una di colore rosso scuro con delle sfumature nere, ne accarezzo i petali con cautela quasi con paura di rovinarla, i petali sono morbidi come seta

«ti piacciono le rose...» sobbalzo spaventata voltandomi verso sinistra, da un angolo buio della stanza sento avanzare dei passi lenti...inesorabili, trattengo il respiro; dall'ombra compaiono delle scarpe nere lucide, sento uno sguardo esaminarmi come quello che avevo percepito nel roseto deglutisco piano
«c-chi sei...?» chiedo balbettando, lui sospira avanzando di un altro passo
«dovrei essere io a chiederlo..» la sua voce è tranquilla anche se con una nota di scherno nei miei confronti, stringo il pugno destro continuando a tenere la rosa in mano
«i-io sono Haivy» balbetto di nuovo in modo impacciato, lui avanza ancora facendomi notare che indossa una maglia a maniche corte blu mare aderentissimi, il viso è ancora coperto dall'ombra; lo sento ghignare
«ed io sono il tuo padrone, il mio nome non occorre che tu lo conosca...spero che sai eseguire gli ordini senza discutere non voglio rogne» afferma glaciale, contro la mia volontà annuisco anche se dentro di me vorrei urlare a questo tipo tutto il disappunto che provo però...preferisco tacere.

«Ora va, stasera prima di cena una persona ti chiamerà e ti condurrà nei tuoi nuovi alloggi» continua distaccato, annuisco sicura
«va bene» rispondo sorridendo, il suo sguardo si fa più intenso lo capisco dal freddo che mi avvolge anche se non riesco a vedere il suo volto
«Con permesso» mi congedo uscendo; mi avvio verso la porta ma prima lascio la rosa sul tavolo vicino alla porta esco chiudendo la porta pianissimo.

Il cuore mi batte a mille ed un misto tra ansia e curiosità mi invade, le gambe mi tremano...arranco fino ad arrivare ad una sedia sedendomi in modo scomposto, respiro profondamente cercando di calmarmi una mano si posa sulla mia spalla, alzo lo sguardo incontrando due occhi neri a me fin troppo familiare

«Hale! cosa vuoi?» urlo contro il moro scatenando una sua risata
«che caratteraccio!» mi sfotte il demone toccandosi i capelli con fare da diva
«ci vediamo più tardi» afferma andandosene, sbuffo contrariata andandomene da quella stanza.

Toc Toc

Vado ad aprire ed il brutto muso di Hale mi si piazza davanti sorridendo, i suoi occhi neri mi osservano notando il mio abbigliamento: Dei jeans neri, una maglietta aderente grigia con abbinati dei guanti neri e grigi
«andiamo!» dico uscendo il demone mi affianca
«sta buona umana!» mi blocca in mezzo al corridoio, lo guardo perplessa
«seguimi.» dice sicuro di se, sbuffo saliamo delle scale a chiocciola
"ma non esistono degli ascensori??"
«spero di non sentirti urlare come le altre» dice ad un tratto Hale alzo un sopracciglio stranita
«che intendi?» chiedo tra il curioso e lo stranito
«dopo lo scoprirai» ridacchia divertito.

Si ferma davanti ad un portone, mi guardo attorno notando che ci troviamo nell'ala riservata alla famiglia reale
"no...nonononono non ci posso credere...spero di sbagliarmi" il terrore si insinua nelle mie vene
«principe siamo arrivati!» urla Hale, la porta
«Vai!» mi butta nella stanza chiudendo la porta, mi guardo attorno la stanza è buia e qui il colore predominante è il blu
«sono qui!» afferma ad un tratto una voce alle mie spalle mi volto notando finalmente il viso del principino, ha dei capelli neri e ricci bagnati il viso è perfetto dai lineamenti decisi dal quale delle labbra invitanti sorridono in modo maligno sovrastate da due occhi i quali brillano di luce propria, hanno il colore del cielo quando alcuni raggi del sole compaiono dopo una lunga notte, lo guardo estasiata, lui sospira alzandosi, è di molto più alto di me circa 20 cm, i suoi zaffiri mi scrutano gelidi come delle lastre ghiacciate pronte a gelarmi sul posto
«iniziamo» dice sicuro avvicinandosi ad un tavolo posto al lato destro del letto, l'ansia si fa sentire di fatto mi tremano le mani
«forse non lo sai stupida umana ma ogni servitore soprattutto uno delle casate più illustri stipula un contratto per la vita con il proprio padrone..» esclama non segnandomi di uno sguardo, si volta osservandomi per pochi secondi poi torna a cercare qualcosa sul tavolo.

Si ferma a guardarmi e si avvicina con poche falcate me lo ritrovo vicinissimo, chiude gli occhi bloccandomi i polsi con una mano, mi dibatto spaventata
«sta ferma idiota!» urla acido, passa una sua mano sulla mia spalla che a contatto della mia pelle brucia terribilmente, gli sento pronunciare delle parole in latino(?) il bruciore alla spalla si fa più forte, stringo i pugni ricordandomi le torture di Hale, stringo i denti...poi non sento più nulla il buio mi accoglie come anche il pavimento...

Finalmente il loro incontro è avvenuto! spero vi sia piaciuto per un po' non scriverò voglio riposarmi e sistemare il resto della scaletta, cosa ne pensate? commentate e stellate in tanti!!!!

❦𝓵𝓪 𝓢𝓬𝓱𝓲𝓪𝓿𝓪 𝓭𝓮𝓵 𝓟𝓻𝓲𝓷𝓬𝓲𝓹𝓮❦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora