nove

69 1 0
                                    

Rispondo
<<pronto chi è? >>
<<pronto,parlo con la signorina Alice Carter?>>
<<si ditemi è successo qualcosa?>>
<<suo padre...>>
<<gli èsucesso qualcosa ditemi>>
<<Si,si trova in ospedale,ha avuto un incidente stradale che gli ha provocato un'infarto e non si sa se sopravviverà...>>
<<continui la prego>>
<<ora si trova all'ospedale "San Michele" nel reparto rianimazione...abbiamo trovato il suo numero e pensavamo le facesse piacere saperlo>>
<<ok,grazie ciao>>

Attacco la telefonata e lascio scivolare il telefono sopra il piumone diventando rigida e fredda mentre. Una lacrima scende dal mio occhio arrivando fin sotto il mento. Nessuna espressione si pronuncia sulle mie labbra ne di tristezza ne di dolore. Thomas guarda tutta la scena seduto sul mio letto, le lacrime scendono ancora rigandomi entrambe le guance.
<<principessa cosa ti sta successo?>> chiede con voce soffusa
Faccio un respiro profondo e dopo aver preso fiato mi faccio coraggio e inizio a spiegargli tutto.
<<mio padre è ricoverato in
ospedale>>
Mi passa una mano sulla mia guancia bagnata e con la voce ancora più lieve mi d'usura che andrà tutto bene. Sembrava avermi capito subbito.

Tiro su con il naso e riprendo il telefono per chiamare mia madre.
Appena risponde gli riferisco che anche io so la notizia. Mentre parlavo al telefono per sbaglio sento Thomas tirarmi una ciocca di capelli. Così gli rispindo
<<smettila e fai attenzione>>
Mia mamma nota qualcosa di strano come al suo solito.
<<Alice, sei con qualcuno>>
Gli riferisco di no ma lei continua ad insistere. Insinua che fossi con delle amiche ma io gli risposi di no, poi passo alla storia di un'amico maschio che in realtà è il mio fidanzato. Io mi scoccio e gli rispondo per l'ennesima volta di no. Lei mi chiede di fargli conoscere la persona che mi so o trovata ma tra una parola e l'altra mi invita a passare la settima.
Chiudo il telefono e mi sdraio sul letto. Ero un pochino stanca.

<<thom>> lo chiamai
Si alza e mi guarda dall'alto al basso
<<mia madre mi vorrebbe rivedermi per il problema di mio padre>>
<< ed io cosa centro>>
<< sei stato invitato da mia madre>>
<< lo sai come posso essere, non ti conviene portarmi con te>>
<<allora non ti conveniva farti notare, ora lei pensa che mi sono trovata un fidanzato o una semplice persona con cui passare il tempo>>
Continuo a convincerlo finché si arrende e mi risponde
<<se proprio insisti  ti posso accompagnare io da tuo padre>>
<<alla fine ti ho convinto, ci fermeremo dai miei per una settimana.>>
<<partiamo con la mia macchina domani mattina>>
Mi lascia un bacio a stampo sulla fronte ed esce dalla mia camera. Nel frattempo io mi cambio e mi infilo a dormire

Mi sentivo strana e agitata tanto da volermi svegliare, apri gli occhi e scendo dal letto decidendo di voler iniziare col  preparare la valigia. Apro il primo armadio che ho difronte abino due o tre cose le ripiego e loe pongo in valigia faccio lostesso con il resto delle cose utili da portare. Prima di chiudere la valigia infilo anche la magliache avevo fregato a Thomas.
Giro Los guardo e la piccola sveglia rosa sul mio comodino segnava le ore 8:30

mi spisto cucina e vedo
Thomas rientrare dalla porta dopo aver chiesto il permesso al preside.
<<abbiamo avuto il permesso>>
<<sono contenta>> urlai
Un secondo dopo rimane a guardarmi accigliato, avevo ancora il pigiama addosso.

<<bamboletta,ti aspetto tra 10 minuti in auto>>
Inizio a possargli le valige, una ad una. Esce dalla porta e la chiude. A me restavano solamente dieci minuti per vestirmi così corro in bagno mi lavo la faccia, mi vesto e mi sistemo i capelli. Finisco di fare il tutto e noto di essere perfettamente in orario con i tempi prestabiliti da lui
Esco anche io dall'apartamento chiudo a chiave per poi riporle in tasca. Mi avvio verso lascenzone. Lo guardo e vedo una lucina rossa lampeggiare, stava ad indicare
"fai le scale che mi sono guastato di nuovo".
Durante la settimana si era guastato almeno tere volte e dato che oggi era domenica non si sapeva quando lo riaggquesteranno. Questa era lunica cosa che non sopportavo proprio. Sbuffando feci tutte le scale a piedi arrivando davanti il parcheggio. Continua a camminare fino alla portiera. Thomas gentilmente la apre ed io salgo mi aiuta. Entrambi all'acciammo le cinture e partimmo per il viaggio.

Avevamo appena preso l'autostrada mentre sento una manona passarmi il navigatore
<<inserisci le cordinate>>
<<va bene>> rispondo
Feci come mi disse e scrissi <<partenza da Brooklyn e arrivo a Long Island>>gli dissi mentre scrivevo.

Gli ridiedi il navigatore e continuammo il percorso...
Appogiai la testa sul finestrino ed inserendo una cuffia nel' orecchio mi isolai entrando nel mio piccolo mondo.Tenendo le labbra sigilate ascoltai la canzone preferita del momento "Afterteist" di Shawn Mendes, l'adoravo. Lei mi trasmetta quella sicureza che nessuno sapeva fare,stanpandomi un sorriso sulle labbra che a mio parere solo Thomas poteva ricreare.

Il viaggio continuò così, senza troppi scambi di parole provocando un silenzio.
Thomas algua un braccio verso di me e dopo avermi fatto una carezza io mi tolsi le cuffie così lui mi avviso di essere quasi arrivati. Il percorso non duro molto, impiegammo solo un'ora e 39 minuti.
Prendo le cuffie e le poso pronta a fare una raccomandazione.
<<Thomas,devi sapere che la mia famiglia è complicata abbiamo situazioni non piacevoli.Promettimi che qualunque posto mia madre ti assegnerà tu l'ho accetterai.>>
<<si principessa>>
Quelle parole mi ritirarono su il morale.

Arrivammo in un quartiere di Long Island  chiamato little Italy. I miei si erano trasferiti qui per le tipiche tradizioni italiane.
Gli dico di cercare  la casa numero 23.

 InfinityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora