ventinove

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I giorni scorrono e con questo anche il mese di febbraio è ormai terminato,facendo prendere il posto a marzo.
Marzo è iniziato da poco per la precisione oggi è 2 che capita di martedì...
Continuo a camminare per il giardino senza una meta, cammino tanto per fare qualcosa. In torno a me si è formato un piccolo venticello rilassante che mi faceva quasi venire voglia di dormire. La tranquillità era quello che ci voleva ma non faccio intempo a parlare che lo squillo del mio telefono interrompe il tutto.
Lo accendo e vedo che mi stanno chiamando. Mi sta chiamando mio padre, sbarro gli occhi e mentre lo lascio squillare riflettendo se rispondergli oppure no. Da quando me ne sono andata non l'ho più sentito e lo stesso vale per mamma. Sono stati semplicemente avvisati sul mio accaduto. Tralasciando tutto decido di rispondere. Mi porto il telefono all'orecchio e iniziamo la conversazione.
<<pronto>>
<<pronto bambina mia>> da come risposta lui
<<ti ricordo che ormai non sono più una bambina,sono cresciuta.volevi?>>
<<volevo semplicemente sentirti e parlati ormai è da tanto che non lo facciamo>>
Continua il suo discorso mentre mi siedo su una panchina.
<< volevo sapere come stai? Come sta procedendo la tua vita li, in college.>>
<< qui procede tutto bene, ho tolto i punti e nulla più>>
<< capito. Qui da me ci sono novita>>
<<novita? Di che genere?>>
<<so gia che non la prenderai bene ma voglio dirtelo lostesso. Da quando tu te ne sei andata ho cominciato la vita per fatti miei, ho acquistati un monolocale e mi sono trasferito, cosi tra un giorno e l'altro mi sono avvicinato a Sabrina.>>
<<Sabrina?>> chiedo con tono scocciato e disgustato
<<la mia nuova compagna>> risponde senza problemi
<<non mi sta bene>> replico
<<mi aspettavo questa risposta ma per parlarne meglio vorrei che appena puoi torni qui per chiarire>>
<<non lo so, poi vedro ora mi scoccia>> dico per poi attaccare. Tutto cio stava diventando troppo.
Non sopporto l'idea di lui con un'altra che non sia mia madre, cosi scocciata me ne ritorno in appartamento

Sono arrivata in appartamento e mi sono subito lanciata sul letto, oggi sono più pigra del solito. Cosi ora alzo lo sguardo e ammiro il soffitto bianco senza una ragione, mi porto una mano vicino il viso e mi strofino un'occhio facendo uscire un suono poco orecchiabile dalla mia bocca definito sbadiglio. Sembro più un leone in questi casi ma tralasciamo. Sorrido per il verso appena provocato e mi rigiro cambiando posizione. Mi sistemo abbracciandomi il cuscino mentre decido di provare a schiacciare un pisolino. La notizia ricevuta mi ha portato ad avere solo sonno. Cosi dormo.

Ho dormito all'incirca un'oretta e non di più per poi andare a bere il solito frullato.
Prendo il bicchiere portandomi alla bocca la cannuccia verde e sorseggio il frullato appena ordinato.
La giornata di oggi stava durando anche troppo.
Finisco di bere mentre mi arriva un messaggio da un numero non salvato. Lo apro e lo leggo
<ciao,scusa per il disturbo, volevo ricordarti del nostro incontro.potresti vrnire per i bambini intorno alle otto, fammi sapere.>
Rifletto per un'istante per poi farmi ritornare in mente il viso della donna.
Il giorno dell'incidente avevo accettato un lavoro e me ne ero pienamente scordata cosi le rispondo accettando volentieri, avevo bisogno di relax tra bambini.
Poso il telefono in borsa e cerco l'indirizzo di casa che mi avevano dato. L'indirizzo era su un bigliettino a righe cosi frugando alla rinfusa lo ritrovo. Lo prendo e lo inserisco dietro la cover del cellulare in modo da averlo sempre con me.
Riprendo il frullato vuoto e lo butto nel cestino mentre penso a cosa potrei indossare di comodo e adatto.
Arrivo per l'ennesima volta in dormitorio. Non sapendo quante volte ho fatto avanti e indietro per questo corridoio. Apro la porta e mi fiondo in camera. Anche se sono solo le cinque vorrei sbrigarmi dato che l'appunto è dall'altra parte della città.
Apro l'armadio, quello principale e prendo un comodo jeans blu chiaro con sopra una felpa leggera. Richiudo le ante e mi avvicino alla scarpiera prendendo le solite convers gialle. Su questo sono banele.
Mi giro dietro e posto sull'attacapanni prendo una borsa capiente dove ci ripongo una penna accompagnata dalla mia agenda. Esco dalla mia camera e con la solita sbadataggine sbatto contro qualcuno di morbido. Alzo lo sguardo e lo incrociò con quello di Thomas, era da qualche giorno che non mi ci immergevo nei suoi occhi indefiniti.
Ritorno in me e mi stacco subito.
<<Hey,cosa succede
principessa?>>
<< nulla di importante >>
Farfuglio cercando di non guardarlo, non voglio sembrare una stupida.
Noto che mi scruta per benino come se cercasse la risposta che io non gli ho ben definito.
<<vai da qualche parte?>>
<<non deve interessarti>>
Prendo le chiavi ed esco dalla porta avendo i suoi occhi ancora puntati a dosso.
Mi avvio verso l'uscita del dormitorio per la precisione direzzione stazzione, devo prendere il treno per circa 10 minuti e poi posso dire di essere arrivata.
Così si apreno le porte ed io salgo
cercando un posto.
Mi siedo ed appoggio la testa al vetro. Ho sempre preferito i posti interni sono sia comodi per dormire che per osservare il paesaggio.

Sento la voce reggistrata scandire per bene tutte le fermate fino ad arrivare alla mia fermata.
Metto la borsa in spalla ed esco dalla stessa porta in cui sono salita. Mi fermo un momento e prendo il bigliettino per leggere la via.
<<snyder avenue>>
Ripeto ad alta voce. Questo è sempre stato un metodo infallibile ripete tutto ad alta voce. Fisso il pensiero in mente e passo dopo passo cerco di avviarmi verso la strada giusta. Per non avere il pericolo di perdermi decido di prendere la pianta della città così ne afferrò una, la apro e inizio a scrutarla da cima a fondo. Troppi colori e troppe line ma il mio occhio mi cade su un'omino rosso con scritto "sei qui" in caratteri cubitalila. Lui sta a significare la possizione in cui mi trovo.
Mi muovo con lo sguardo fino ad un gruppo di ragazzi, li fisso e decido di avicinarmi.
Faccio qualche passo e sono lì. Il gruppo è composto da tre ragazzi uno è biondo e indossa una felpa viola che va incontrasto con i suoi occhi verdi.
<<scusatemi sapete dirmi dov'è snyder avenue>>
<<certo, devi percorre la striscia blu fino alla via che ti occorre>>
Mi spiega indicando la cartina.
sorrido e torno a seguire il mio percorso.
Salgo la lunga scalinata prendo il biglietto e lo timbro per l'uscita mentre decido di usare Google maps per facilitare il tutto.
Per arrivare a destinazione mancano all'incirca dieci minuti ma con la mia solita lentezza nel trovare i posti potrei impiegarcene anche venti o trenta. Perfortuna che solo ancora le sei e mezza.

Con l'arrivo dell'estate spero di postare di più in modo da terminarla. Voi invece andrete in vacanza? Se si dove?

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