Capitolo 18

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Renato Pov's

Il sole inizia a fare capolino tra le vette degli edifici californiani, illuminando e donando vita all'ambiente circostante mentre una brezza leggera soffia via le stelle e la luna, ma non le mie preoccupazioni

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Il sole inizia a fare capolino tra le vette degli edifici californiani, illuminando e donando vita all'ambiente circostante mentre una brezza leggera soffia via le stelle e la luna, ma non le mie preoccupazioni. Un'altra notte insonne così e muoio.

Desy è ancora fuori casa e la cosa non mi lascia dormire. Fumo una sigaretta dietro l'altra cercando di non pensare ma l'unica cosa che otterrò sarà quella di finire in un circolo di disintossicazione.

Dannazione, sono quasi le 06.00, dove diavolo sarà finita?

Tengo ossessivamente sotto controllo la porta d'entrata pregando in continuazione di vederla comparire, ma niente, non succede nulla.

Non la sto aspettando per tormentarla, ovviamente, ma saperla qua a casa con noi e non insieme a lui mi farebbe sentire tranquillo. Possibile che nessuno dei suoi cugini si domandi che cavolo di fine abbia fatto? Ah, certo: stanno dormendo tutti quanti.

E se le fosse successo qualcosa? Magari l'omuncolo ha provato a farle qualcosa di male, forse l'ha sequestrata perchè lei non voleva saperne nulla di lui.

Cazzo stai dicendo, Renato? Datti un contegno, hai troppa nicotina in corpo, idiota. Non ti ci mettere anche tu con le tue assurde paranoie che già sei inguaiato così come sei, non aggiungere altre cose che non stanno ne in cielo ne in terra e che esistono solamente nella tua testa.

Ma è più forte di me: siamo a San Francisco, California, mica nella nostra microscopica città ed è in compagnia di uno che non mi dice nulla di buono.

Ok, vado a cercarla: magari mi cazzierà, ma voglio saperla sana e salva.

In questo stesso istante, le chiavi girano nella serratura e la porta si apre.

Rimango impalato come un'imbecille davanti alla porta finestra, ma Desy non fa caso a me: ha il volto distrutto dal sonno e un sorriso inequivocabile.

Il sorriso di chi ha già deciso.

L'osservo dirigersi in camera dondolando sui fianchi, con il groppo in gola che mi attanaglia e poi ritorno ad appoggiarmi alla ringhiera accendendo un'altra sigaretta.

Fanculo.

Tanto il fumo non può farmi male più di quanto me ne ha inferto la scelta di Desireè.


*********************

Rientro in casa alle 06.00 di mattina, zeppe in mano e distrutta fisicamente, ma ne è valsa la pena.

San Francisco by night è qualcosa di veramente indescrivibile: ho passeggiato fino al Civic Center e sono arrivata ad Haight Ashbury.
Si, avevo promesso a Chiara di non andare al Buena vista Park di notte, ma mi serviva un luogo in cui potessi sentirmi libera di apprezzare la sterzata che avevo preso.
La vista della città illuminata ha aumentato ancora di più la mia felicità: finalmente ho capito quello che conta veramente nella mia vita.
Mi sono resa conto di quanto lui sia importante e di quanto sono stata idiota fino a questo momento.
Finalmente sono rientrata in me stessa.

Attraverso la casa silenziosa e perfettamente in ordine per via delle manie ossessive compulsive di Chiara e raggiungo il corridoio che conduce alle camere: le porte sono tutte perfettamente chiuse e nessun rumore proviene dall'interno, la giornata dei ragazzi non è ancora iniziata.

Giro la maniglia, apro la porta della mia stanza buttando le zeppe nell'angolo più remoto e mi lascio cadere sul letto fissando il soffitto senza riuscire a trattenere un sorriso: mi sento una persona migliore dopo stanotte, dopo aver finalmente sistemato le cose.

Ed è tutto merito suo.

Mi giro abbracciando il cuscino, addormentandomi col suo viso impresso nella mia mente.

Desiree'- c'era una volta l'amore #WATTYS2016 #BetterLove_ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora