Più forte anche del tempo.

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Ecco il nuovo capitolo! Grazie sempre a tutte per i bellissimi commenti! A presto :)

Elodie
Sono sveglia da due ore, lo sguardo fisso sul ragazzo meraviglioso accanto a me. Lele dorme ancora profondamente, il viso sereno e rilassato, il respiro pesante. Un suo braccio mi cinge forte la vita. Ci siamo addormentati così ieri sera, stanchi e felici come non lo eravamo da tempo, e da allora lui non si è mosso di un millimetro. Mi ha stretta a sé tutta la notte, come se potessi scomparire. Che poi questa è la stessa paura che ha fatto svegliare me all'alba, la paura che se avessi dormito ancora al mio risveglio Lele non sarebbe più stato accanto a me, la paura che la notte appena trascorsa fosse solo stato un bel sogno. Per fortuna aprendo gli occhi mi sono ritrovata quel viso che tanto amo di fronte. È tutto vero, mi sono detta, lasciandomi andare a un sorriso. Lui non andrà via Elodie. Tu non andrai via. La lontananza non dovrà più essere un problema. Cerco di convincermi con un po' di preoccupazione, mentre lo sento muoversi impercettibilmente e mormorare qualche parola incomprensibile in dormiveglia. Mi avvicino lentamente a lui e gli bacio con delicatezza le labbra. Mi allontano, vedendo che è di nuovo tornato a dormire, ma lui mi stringe a sè e fa scontrare di nuovo le nostre labbra sorridendo, con gli occhi ancora chiusi.
"Credevo che dormissi." Gli dico, felice che si sia finalmente svegliato.
"Dormivo infatti, poi tu mi hai svegliato." Risponde aprendo gli occhi divertito, riferendosi al bacio di poco prima.
"Non volevo svegliarti." Dico con voce colpevole. Lui mi stringe ancora più forte a sé, affondando il viso nell'incavo del mio collo e cominciando a baciare ogni centimetro di esso. Le sue mani calde mi accarezzano la schiena, provocandomi brividi e facendomi aggrappare con forza alle sue spalle, così da permettere ai nostri corpi di essere ancora più vicini.
"Mi sono mancati tanto questi risvegli." Ammette, guardandomi finalmente negli occhi.
"A chi lo dici! A me è mancato tutto di te." Lui mi accarezza piano la guancia con il pollice, prima di baciarmi con dolcezza.
"Dobbiamo smetterla di perdere il nostro tempo a litigare Elodie!" Esclama deciso.
"Lo so." Ammetto io, accarezzandogli i capelli. Poi continuo con tono preoccupato. "Domani saremo di nuovo ai poli opposti dell'Italia. Ci rivedremo tra tre giorni, se gli impegni ce lo consentiranno. Ho paura Lele. Non credo di riuscire a sopportare un'altra lite."
"Ce la faremo!" Esclama lui con tono deciso. "Ce la possiamo fare Elodie. Ci vedremo il prima possibile. Andrà bene stavolta. Te lo prometto." Continua, senza incertezze.
"Come fai ad esserne tanto sicuro?" Gli domando allora.
"Non lo so in realtà. Ma so che quando non ci sei tu nella mia vita non riesco ad apprezzare tutto ciò che mi capita di bello. Arrivo anche ad odiare il nostro lavoro. Una volta credevo che non avrei amato mai niente e nessuno quanto la musica e la mia famiglia. A quanto pare mi sbagliavo. Ti amo troppo e non posso permettermi di lasciarti andare." Una lacrima fugge al mio controllo, mentre affondo il viso sul suo petto e gli sento battere forte il cuore.
"Anche io ti amo troppo. Tu mi hai insegnato ad amare e lo sai. Ed è vero, quando siamo insieme tutto ha senso, tutto è più bello. Ho solo paura di non riuscire a farmi bastare il tempo che passeremo insieme."
"Ce lo faremo bastare. Lo impiegheremo bene." Mi dice lui, cominciando a baciarmi. Io rido tra un bacio e l'altro.
"Come avresti intenzione di impiegarlo?" Gli chiedo divertita, conoscendo già la risposta. Lele però non risponde, continua a baciarmi facendo cadere tutte le mie barriere, abbattendo le mie incertezze ed insicurezze. Facendomi sentire unica. E questa è già una risposta, penso, mentre mi lascio andare a lui ancora una volta.

Un anno prima...
Sono nella mia stanza e sto andando ufficialmente nel panico. Provo e riprovo una canzone. Ma non una canzone qualsiasi. La mia canzone. Anzi, per la precisione non è ancora mia, ma potrebbe diventarlo. Ripenso al giorno prima, al momento in cui Fabrizio Moro ha cantato questo pezzo bellissimo, dicendo poi che deciderà a breve se assegnarlo a me o ai La Rua. Ripenso alle sensazione provate, al nodo allo stomaco e alle lacrime che scendevano senza controllo. E poi ripenso a Lele, al suo viso sorridente e orgoglioso, a come mi ha stretto forte e a come io come una stupida lo abbia respinto, pensando a quelle telecamere puntate su di noi. La porta si apre ed entra proprio lui, sorridente e felice come al solito.
"Che fai Didì?" Mi chiede, sedendosi sul letto accanto a me.
"Provo 'Un'altra vita'." Gli rispondo semplicemente, prima di posare di nuovo gli occhi sul foglio, preoccupata e confusa.
"E come va?" Mi chiede.
"Non lo so, Lele. È difficile. Ci sono così tante cose che voglio dire attraverso questa canzone."
"Cosa vuoi dire?" Mi interrompe subito, scavandomi dentro con lo sguardo. Io abbasso gli occhi perché ancora, nonostante sia già passato del tempo da quando abbiamo cominciato a frequentarci, quegli occhi hanno la capacità di farmi dimenticare tutto e tutti. Starei ore a guardare gli occhi di Lele, per conoscerne ogni minimo particolare. Ogni più piccola sfumatura.
"Vorrei dire a tutte le persone che mi ascoltano che un'altra vita è possibile. Che non ci si deve arrendere di fronte alle difficoltà, perché quando meno te lo aspetti ti capita di trovarti in un programma fantastico, coccolata da persone meravigliose e con un ragazzo stupendo accanto." Dico, sentendomi poi in imbarazzo, quando vedo Lele sorridermi dolcemente, dopo aver sentito le mie parole. Cerco di far tornare il mio viso al suo colore naturale, dopo l'improvviso rossore che l'ha colpito e continuo. "Vorrei dire ai miei genitori che gli errori si possono dimenticare, che le cose si possono aggiustare con il tempo. Che i sensi di colpa sono inutili. Vorrei dire a mia madre che mi piacerebbe assicurarle una vita più semplice, che mi piacerebbe proteggerla dalle sue paure e aiutarla a non farsi più del male." Concludo poi, con le lacrime agli occhi. Lele mi stringe forte e sulla sua spalla mi lascio finalmente andare a un pianto liberatorio, di gratitudine e paura per tutto ciò che di bello mi sta capitando. Lui mi culla lasciandomi piccoli baci sulla guancia, continuando a stringermi.
"Ci riuscirai Elodie. Riuscirai a dire tutto questo. Ne sono sicuro. Quella canzone è scritta apposta per te." Io lo stringo forte prima di sussurrare dispiaciuta.
"Mi dispiace per ieri. Tu volevi starmi vicino e io ti ho allontanato." Dico, guardandolo e asciugandomi le lacrime. Lui sorride.
"Stai tranquilla. Ho capito il motivo. Non vuoi che la gente sappia. Lo capisco. Davvero, Elodie. Quando sarai pronta lo faremo sapere, se vorrai." Io squoto la testa.
"Io voglio proteggere la nostra storia Lele, non voglio che le telecamere mostrino a tutta Italia quello che stiamo vivendo. Non voglio che la gente pensi che stiamo insieme solo per farci pubblicità. Per questo non so se sarò mai pronta per uscire allo scoperto." Ammetto dispiaciuta.
"Lo so." Mi dice lui e io mi sento immediatamente sollevata. Lo bacio con dolcezza.
"Quindi sono un ragazzo fantastico." Dice lui con orgoglio facendomi scoppiare a ridere.
"Non montarti la testa Esposito!"
"Troppo tardi, mi dispiace." Io rido, tornando però seria poco dopo.
"Lele, secondo te io la merito davvero quella canzone?"
"Ovvio! Sarà tua infatti. Non potrebbe essere diversamente." Io sorrido e lo stringo forte.
"Non puoi capire quanto sono felice per te Didì, non lo puoi capire." Mi sussurra poi, facendomi sorridere.

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