Grazie come sempre per i commenti positivi. Grazie soprattutto alle nuove lettrici, è sempre bello vedere che la storia vi piace. Vi lascio al capitolo, un bacio <3
Lele
La vedo correre raggiante verso di me e saltare da un gradino all'altro. Le vado incontro veloce, con la paura che possa cadere. Ma Elodie non cade. Arriva di fronte a me e si butta tra le mie braccia senza alcuna esitazione, si aggrappa con forza al mio collo e io la stringo prontamente a me, respirando il suo profumo. La sollevo da terra e lascio che i nostri sguardi finalmente si incrocino. Lei sorride, con gli occhi luminosi.
"Quanto sei bella..." le dico, accarezzandole piano una guancia. Lei abbassa lo sguardo imbarazzata. Ancora, come la prima volta che le ho fatto notare la sua bellezza. Ancora, dopo tutto questo tempo. E io mi innamoro di nuovo di lei, come mi succede ogni giorno da un anno a questa parte. Le sollevo il viso con il palmo della mano, con delicatezza, permettendo ai nostri occhi di scontrarsi ancora. E finalmente, dopo settimane di agonia, le nostre labbra tornano ad accarezzarsi. Ed io torno a respirare. Approfondisco il bacio, che diventa sempre più passionale. Elodie in risposta mi stringe ancora di più a lei. Mi stacco da lei a corto di fiato, lei però continua a baciare possessivamente ogni centimetro del mio collo. La prendo in braccio divertito, rendendomi conto che siamo ancora sulle scale. Salgo, con lei stretta a me, i pochi gradini che ci conducono a casa nostra e chiudo la porta alle mie spalle con fretta, dirigendomi nella nostra stanza e buttandomi, con Elodie ancora in braccio, sul letto. Lei ride divertita, non prima di essersi lamentata della mia poca eleganza.
"Lè mi hai schiacciata come al solito! Sei un elefante!" Esclama, baciandomi ripetutamente una guancia. Io la guardo sorridendo per un tempo che mi sembra infinito, prima di dirle ciò che penso sempre quando la guardo. Ciò che penso anche quando litighiamo, perché so che nessun litigio potrà mai far svanire quello che provo per lei.
"Ti amo da morire Elodie." Le sussurro all'orecchio. La sento tremare al tocco delle mie labbra sul suo collo caldo, prima di sentire la sua voce che mi risponde senza esitazioni.
"Ti amo da morire anche io." Esclama convinta, prima di baciarmi e cominciare a sfilarmi piano la maglietta, con il mio stesso desiderio, quello di azzerare le distanze e passare la notte ad amarci come solo due persone che si amano davvero sanno fare. Come solo noi sappiamo fare.Un anno prima...
"Eccoti!" Esclamo felice, vedendola scendere dal treno e dirigersi verso di me.
"Eccomi!" Risponde lei, prima di baciarmi con dolcezza. Ricambio subito il bacio, stringendola forte a me. Un colpo di tosse alle mie spalle ci interrompe. E io ricordo solo adesso che non sono venuto da solo a prendere Elodie. Mi stacco da lei in imbarazzo. Lei mi guarda con aria interrogativa.
"Che c'hai?" Chiede confusa.
"Elo, questo è mio padre." Dico, indicando l'uomo accanto a noi, che ci guarda divertito. La vedo diventare rossa, mentre mi rivolge uno sguardo arrabbiato e impaurito. Mio padre scoppia a ridere.
"Ciao Elodie, è un piacere conoscerti. Lele sta sempre a parlare di te, finalmente ne capisco il motivo!" Dice, alludendo a ciò che ha visto poco prima.
"Salve, è un piacere conoscerla anche per me. Davvero." Si limita a rispondere Elodie, balbettando e porgendo timidamente la mano a mio padre, che subito la stringe.
"Andiamo, mia moglie è impaziente di conoscerti. Ci fa molto piacere averti con noi." Dice, dirigendosi alla macchina e dandoci le spalle. Elodie ne approfitta per darmi un pizzicotto al braccio con tutta la forza di cui dispone.
"Oooh ma sei impazzita?!" Esclamo, massaggiandomi il braccio dolorante.
"No, non sono impazzita. Ma tu sei un cretino! Ti pare normale baciarmi in quel modo davanti a tuo padre?" Io rido divertito.
"In realtà mi hai baciato tu!"
"Ma tu non ti sei staccato!" Esclama furiosa a voce ancora più bassa, per non farsi sentire da mio padre, che cammina tranquillo a pochi passi da noi.
"Non mi ricordavo più che c'era anche lui." Le dico sincero. "Ti ho vista scendere dal treno e mi sono distratto." Lei squote la testa sconsolata.
"Tu non sei normale per niente Lè!" Dice, prima di afferrarmi la mano e sorridere.
La serata passa tranquilla. I miei genitori e Mattia adorano Elodie e lei si è subito trovata a proprio agio. Pochi minuti prima della mezzanotte decido di portare Elodie con me sulla spiaggia. Lei guarda con ammirazione il panorama e si siede sulla sabbia, seguita subito dopo da me.
"Allora ti piace?" Le chiedo soddisfatto.
"Sì, è bellissimo davvero. Ma saremmo dovuti restare con la tua famiglia Lele. Tra pochi minuti farai il compleanno, è stato da maleducati andarsene via così." Mi rimprovera. Io sorrido.
"Tranquilla amore, capiranno. Con loro festeggerò domani." Lei mi guarda sconvolta.
"Come mi hai chiamata?" Mi chiede in un sussurro.
"Cosa?" Rispondo io, facendo finta di niente. Lei sorride.
"Puoi ripetermi il modo in cui mi hai chiamata prima?"
"Non so di cosa tu stia parlando Elodie" rispondo io divertito. Lei mi spinge sulla sabbia ridendo.
"Sì che lo sai!" Esclama. Poi guarda l'orologio. "Oddio Lè! È mezzanotte!" Dice, gettandosi tra le mie braccia. "Auguri!" Esclama, baciando ogni centimetro del mio volto.
"Credo che questo stia diventando il più bel compleanno della mia vita." Le dico, mentre lei mi stringe forte. Elodie mi guarda sorridendo.
"Devo darti una cosa!" Esclama, frugando nella sua borsa. Ne tira fuori un pacchettino nero.
"Elo, non dovevi." Le dico sincero.
"Sta zitto e aprilo. Lo avevo ordinato a Lecce e dovevano consegnarmelo dopo, visto che non avevamo previsto di passare il tuo compleanno insieme. Alla fine ho convinto il gioielliere a farmelo avere entro oggi. In cambio lui mi ha chiesto di fare una foto con la figlia, che a quanto pare è una mia fan." Mi racconta divertita e incredula. Io sorrido, aprendo piano il pacchetto e guardando al suo interno. Ne esco una collana d'argento con un piccolo ciondolo sul cui retro è incisa una frase.
"Conta quello che conta." Leggo, voltandomi verso di lei con un sorriso. Lei abbassa lo sguardo.
"È una frase a cui penso sempre quando sto con te. Perché quando siamo insieme non penso più alla nostra differenza di età, alla paura per quello che sto vivendo o alle mie insicurezze. Penso solo a quanto io ami stare con te. A quanto tu mi faccia stare bene." Conclude, alzando di nuovo lo sguardo verso di me. Io mi avvicino a lei e la bacio con tutta la passione e l'amore che provo. Cercando di trasmetterle tutto quello che sento. Tutta la mia felicità.
"Grazie amore. È un regalo bellissimo." Le dico felice, scandendo ogni singola parola. Lei mi sorride con gli occhi lucidi.
"Sono felice che ti piaccia. Mi hai chiamata di nuovo amore!" Esclama poi divertita.
"Lo so, amore." Le dico stringendola, mentre lei cattura le mie labbra e mi bacia ancora, in quel modo solo nostro, unico. Perché alla fine è solo questo che conta Elodie, penso. Trovare la felicità. Ed io ormai sono certo di averla trovata.
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Insegnami ad amare.
Fanfiction"Grazie Lele." "Per cosa?" "Per avermi fatto capire che in fondo non sono proprio un disastro, per avermi fatto scoprire me stessa, per esserti innamorato di me e per avermi insegnato ad amarti e ad amarmi. Grazie per avermi insegnato ad amare."