Pace.

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In una sera come questa, una sera di preghiere, lacrime e dolore, sono sempre più convinta che l'unica cosa bella a questo mondo sia l'amore. Scrivere del loro amore mi ha migliorato la serata, spero che questo capitolo la migliori un po' anche a voi. Spero che vi piaccia, un bacio!

Lele
"E adesso che si fa?" Elodie mi pone la domanda con semplicità, inclinando leggermente la testa. È seduta a gambe incrociate sul letto, indossa una mia maglietta che le sta ovviamente troppo grande, gli occhi ancora rossi e l'aria leggermente assonnata. È bellissima. L'essere più bello che abbia mai visto. Ed ora è qui, con me. Adesso non andrà più via. Decido di farle sapere quanto è bella, perché lo deve sapere. Perché quando una persona è così bella qualcuno dovrebbe dirglielo ad ogni ora del giorno.
"Sei bellissima Elodie." Le dico con un filo di voce. Lei abbassa gli occhi, leggermente in imbarazzo. Poi mi colpisce scherzosamente il braccio.
"Stupido, non mi hai risposto." Dice ridendo.
"Facciamo quello che vuoi. Vuoi dormire? Mangiare? Guardare la TV? Vuoi uscire a fare una passeggiata?" Le pongo le domande forse troppo velocemente, perché lei mi fa cenno di andare piano con la mano, scuotendo la testa divertita.
"Siamo chiusi in casa da due giorni amò! Io sto dimenticando come sia la luce del sole. E mi servono vestiti, ho tutto da Emma. Non posso uscire da casa così." Dice, rivolgendosi al suo abbigliamento.
"Due giorni? Sul serio?" Le chiedo sorpreso, perché non mi sono proprio reso conto che sia passato tutto questo tempo. Siamo stati in pace finalmente, dopo mesi e mesi di vita frenetica. Abbiamo passato due giorni così, a letto, a coccolarci, amarci, parlare, alzandoci solo per mangiare qualcosa. Ed è stato meraviglioso. Ma so che non potrà essere sempre così. Ed Elodie me lo sta ricordando. La vita reale ci chiama. Abbasso la testa dispiaciuto, perché so che è il momento di affrontare tutto ciò che c'è là fuori. Lei accarezza il mio braccio, proprio il punto in cui mi sono fatto incidere quella parola. COSTRUIRE.
"Sai, non ho mai capito se questo è riferito solo all'album. Insomma, questa parola è nata con noi. La usavamo in riferimento alla nostra storia. Non te l'ho mai chiesto lo so, ma quando lo hai fatto avevamo litigato, come al solito. E non ho mai avuto il coraggio di farti questa domanda." Elodie mi guarda negli occhi, poi abbassa lo sguardo. Io ripenso a quel periodo, a come era difficile per noi abituarci a una nuova vita. Alle liti, le incomprensioni. Poi ripenso al motivo che mi ha spinto a incidermi quella parola sulla pelle.
"Costruire è ciò che faccio nella vita Elodie. Da tutti i punti di vista. Io costruisco la mia carriera, passo dopo passo. Costruisco la mia vita. Questa parola mi rappresenta. Ma tutto questo ha avuto inizio con te, grazie a te. Io ho cominciato a costruite il mio futuro da quando tu sei entrata nella mia vita. Costruire è quello che sto facendo con te." Lei resta immobile per qualche secondo, poi sorride con quei suoi occhi grandi e belli.
"Ti va di pubblicare un COSTRUIRE?" mi chiede sorridendo. Io sgrano gli occhi. Non lo abbiamo più fatto, non dopo l'ingresso nelle casette. Con i continui problemi che abbiano avuto pubblicare foto è stata l'ultima delle nostre preoccupazioni.
"Stai scherzando?" Le chiedo sconvolto, pensando al casino che potremmo scatenare sul web. Lei sembra non aver sentito, perché mi si butta addosso con il cellulare in mano.
"Sorridi Esposito!" Mi ordina, mentre mi schiocca un bacio all'angolo della bocca e contemporaneamente scatta la foto. La guarda, sorridendo soddisfatta. Poi me la mostra, poco prima di pubblicarla. La osservo. Elodie ha gli occhi chiusi, ma sorride mentre mi bacia. Anche io sorrido felice, lo sguardo rivolto in basso, verso la mia mano intrecciata alla sua.
"Cosa vedi?" Mi chiede. Io la guardo con aria interrogativa.
"Noi." Rispondo semplicemente.
"Io vedo due persone felici. Che finalmente si sono ritrovate. Che si amano da morire. E ora sono in pace." Mi dice. Io la stringo forte a me e le bacio la fronte con dolcezza, mentre lei armeggia con i nostri cellulari per fare in modo che la foto venga pubblicata da entrambi alla stessa ora.
"Ecco fatto! Costruire 6!" Esclama, prima di fare scontrare le nostre labbra.

Un anno prima...
Elodie fuma nel giardino della casetta, lo sguardo rivolto verso un punto indefinito, arrabbiata come non mai. Ovviamente a causa mia. Io entro ed esco nervoso dalla casetta, non sapendo come comportarmi. Alla fine uno sguardo di rimprovero di Gabriele mi convince ad affrontarla. Così, dopo aver afferrato un pacco dei suoi biscotti preferiti, mi dirigo da lei. Mi siedo vicino ad Elodie, ma lei prontamente si allontana, ristabilendo le distanze tra noi. Io sbuffo, poi afferro un biscotto e glielo porgo, in segno di pace. Lei trattiene un sorriso, ma resta sulle sue, girandosi per evitare il mio sguardo.
"Elo, sarai incazzata ancora per molto?" Le chiedo esasperato, mangiando un biscotto. Nessuna risposta da parte sua.
"Elooo!!!" La richiamo, alzando un po' troppo la voce. Lei mi fulmina con lo sguardo.
"Vattene Lè!" Mi intima, rubandomi il pacco di biscotti e cominciando a mangiarne uno con gusto.
"Dai amò, scusa! Ho sbagliato, ma tu ne stai facendo un dramma!"
"Un dramma?! Lele mi hai fatto una scenata di gelosia solo perché ho parlato un po' con il microfonista! Il dramma lo hai scatenato tu!" Incrocia le braccia e mi fissa imbronciata, in attesa della mia risposta.
"Quello ti guardava il culo." Le dico, ripensando nervoso all'accaduto. Lei alza gli occhi al cielo sospirando.
"E continui? Lele tu sei troppo geloso, lo sai no?" Io abbasso lo sguardo dispiaciuto.
"È che tu sei troppo bella. Da tutti i punti di vista. Ed io ho paura di perderti." Sussurro, prima di alzarmi per tornare dentro. Lei mi blocca, afferrandomi con forza la mano. Mi sorride. Io ritorno a sedermi accanto a lei. Elodie si mette in braccio a me come una bambina. Io la stringo forte, accarezzandole i capelli.
"Lele, a me non interessa nessun altro. Io amo te. E ho già tutto, non ho intenzione di cambiare niente. Non ho proprio intenzione di lasciarti. Hai capito?" Mi chiede con dolcezza, accarezzandomi una guancia. Io annuisco sorridendo, perché ora ho un po' meno paura. Ma un po' di timore è rimasto comunque. Perché l'amore comporta paura. Paura che tutto finisca, paura di perdere l'altro.
"Ti amo." Affermo deciso.
"Ti amo." Risponde lei sorridendo.
"Pace?" Le chiedo poi, sperando che lei mi abbia già perdonato.
"Pace. Ma solo perché mi hai portato questi." Risponde ridendo, prima di avventarsi di nuovo sul pacco di biscotti.

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