True colors.

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Eccomi! Scusate in anticipo la tristezza della prima parte. Ho un'idea di come deve andare la storia e quindi al momento i capitoli vengono così, ma le cose si sistemeranno piano piano ;) grazie a chi commenta e a chi ha parlato bene di questa storia. Ne sono davvero felice! Buona lettura e a presto!

Lele
Il nostro problema è sempre stato il tempo. Il tempo passa, anche quando vorremmo fermarlo e rivivere lo stesso istante all'infinito, anche quando sembra sia la cosa più sbagliata, anche quando sembra essercene troppo. Semplicemente passa. Prima che la nostra vita fosse rivoluzionata da tutto ciò che ci è successo il tempo sembrava andare lento, ci lasciava vivere, ci lasciava costruire il nostro rapporto, il nostro amore. Fuori da quella casetta però ci ha allontanato, i momenti passati con lei sono stati sempre meno e passavano sempre troppo in fretta. Un mese. È passato un mese da quando ci siamo lasciati e mi sembra che adesso il tempo scorra finalmente di nuovo lento. Solo che a me ora questa lentezza non serve. Perché a che serve avere tempo quando la persona che ami non lo passa con te? Quando lei non è accanto a te a condividere tutto? Guardo questa ragazza di fronte a me, è bella, ma è una bellezza comune. Ha dei banali capelli lunghi e biondi, non li taglierebbe mai cortissimi. Di certo se le chiedessi se sarebbe disposta a tagliarli mi riderebbe in faccia e magari, banalmente, mi direbbe che sono la cosa più bella che possiede, il simbolo della sua femminilità. È bella, ma non è Elodie. È questo il vero problema. Lei non ha i capelli di mille colori, non ha gli occhi grandi e cerulei. Non è lei. Credo che alcune persone nascano proprio speciali, dal punto di vista di esistenza. Elodie è nata speciale, è speciale. Come potrò mai trovare un'altra che mi faccia provare lo stesso amore? Giulia mi accarezza la mano sorridendomi.
"Allora, che prendi?" Mi chiede, dopo aver posato il menù sul tavolo.
"Quello che prendi tu." Le rispondo distratto.
"Ma che hai Lele? Sei pensieroso questa sera."
"Nulla." Le rispondo con un sorriso forzato, chiudendo la conversazione. Penso che in questo momento non vorrei essere qui, Giulia. Penso che tu sei un'estranea, che non mi piaci nemmeno, che ho cominciato ad uscire con te perché sono stato costretto da Alberto. Perché devo andare avanti. Perché il mio amico è stanco di vedermi stare male, perché non merito tutto questo. In fondo ha ragione, so che lui vorrebbe solo vedermi felice, che vorrebbe semplicemente che trovassi una ragazza che mi facesse stare bene. Ma io non posso stare bene senza di lei. Ecco ciò che penso, ma non posso dirlo a questa ragazza felice e sorridente davanti a me. Così continuo a fingere di stare bene, anche se vorrei solo correre da lei, perché un mese lontano da lei, dal suo corpo, dalla sua voce, dal suo cuore è troppo da affrontare per me.
"Guarda Lele, c'è Gabriele!" Mi dice Giulia contenta, prima di cambiare espressione. La vedo seria, lo sguardo fisso su un punto dietro di me, impaurita. Mi giro di scatto e capisco il motivo dell'espressione di Giulia. Gabriele non è solo. C'è anche lei.

Un anno prima...
"Lele è al serale!" La voce di Maria sembra lontana, non riesco a capire molto, salto più in alto possibile ed esulto come un matto, prima di afferrare finalmente la mia maglia verde. Penso ai miei genitori e a Mattia. Penso ai loro sacrifici. Loro, che sono stati il mio primo pubblico e che non hanno mai smesso di crederci. Anche quando neppure io ci credevo più. Mi giro sorridente verso di lei. Ha gli occhi lucidi, sorride e applaude orgogliosa. Grazie a te che mi hai scoperto il cuore, penso guardandola, prima di correre verso la mia squadra. Verso Elisa, consapevole che il percorso con lei non potrà che essere meraviglioso.
"Sei stato meraviglioso!" Mi dice Elodie, finalmente fuori dagli studi, abbracciandomi forte.
"Ti amo." Le rispondo semplicemente.
"Ti amo anche io Esposito." Mi risponde ridendo.
"In questo momento ho tutto." Le dico finalmente, esternando ciò che provo.
"Questa è la mia rivincita Elodie. La mia vittoria personale. Sono sempre stato sbagliato, il ragazzo sbagliato al momento sbagliato. Mi sono sempre sentito fuori posto. Ora ho trovato il mio posto. Non mi manca più nulla. E questo è soprattutto grazie a te. Tu mi hai scoperto il cuore Didì. Ora so che sto costruendo qualcosa di veramente bello. Con te." Lei mi guarda con gli occhi lucidi, prima che una lacrima sfugga al suo controllo.
"Sono le parole più belle che mi abbiano mai detto." Ammette, prima di schioccarmi un bacio sulle labbra.
"E comunque anche io devo ringraziarti Lè." Mi dice con dolcezza.
"Per cosa?" Le chiedo all'istante.
"Per avermi fatto capire che in fondo non sono proprio un disastro, per avermi fatto scoprire me stessa, per esserti innamorato di me e per avermi insegnato ad amarti e ad amarmi. Grazie per avermi insegnato ad amare." Mi dice lei senza mai fermarsi, arrossendo poi e abbassando lo sguardo imbarazzata. Io le sollevo il viso con dolcezza, scrutando il suo sguardo.
"Per caso sei arrossita Elodie?" Le chiedo divertito, rompendo forse l'atmosfera romantica che si è creata, ma so che per lei è meglio così. So che in questo momento si vergogna da morire e che vorrebbe scomparire. Perché Elodie è così. Ed è terribilmente bella proprio per questo. Lei mi da un leggero schiaffo, ridendo nervosa.
"Mi stai facendo diventare una romanticona sdolcinata. Ti odio." Dice, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo. Io sorrido, respirando il suo profumo.
"Sì lo so che mi ami da morire Elo. Ti amo anche io." Le rispondo. Lei scuote la testa, sorridendomi.
"Sì credici Lè! Andiamo in stanza ora che mi devi aiutare con la pronuncia. Altrimenti al serale non ci entro." Mi dice poi, predendomi per mano.
"Andiamo a fare lezione di inglese allora!" Dico divertito seguendola, non prima di avere intrecciato le mie dita alle sue e averle stretto forte la mano.

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