Solo parole.

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Buonasera!!! Vi lascio il capitolo e spero come sempre che vi piaccia. Non so quando riuscirò a scrivere di nuovo perché sto studiando come una matta per un esame, spero comunque di riuscire il prima possibile. Grazie per i commenti, mi fanno sempre tanto piacere ☺ un bacio, a presto!

Elodie
Apro gli occhi, ma il forte mal di testa mi costringe a richiuderli immediatamente. Resto qualche minuto ferma, ad occhi chiusi, sperando che il dolore si affievolisca. Poi trovo il coraggio di riaprirli. Impiego diversi secondi prima di capire dove mi trovo. A casa. Il profumo di casa non può essere confuso con qualsiasi altro odore. Mi volto verso il comodino e vedo la nostra foto. La mia preferita. Sorrido involontariamente. Poi mi volto dall'altro lato, già sapendo che lui è qui. Lo so perché un suo braccio mi cinge forte la vita, il suo viso è immerso nell'incavo del mio collo. Lele dorme ancora, il respiro leggermente pesante. Resto a guardarlo per un tempo infinito, ma non mi stancherei mai di farlo. Gli accarezzo il ciuffo scompigliato, traccio con le dita il contorno delle sue labbra, gli sfioro quella fossetta sul mento che ogni volta che vedo mi fa innamorare ancora di lui. Ricordi confusi della sera prima riaffiorano nella mia mente, arrossisco ripensando a quello che ho detto e fatto. Ma io non cambio idea. Non questa volta. Gli scosto delicatamente il braccio, attenta a non svegliarlo, e mi alzo dal letto. Indosso i vestiti della sera prima, impregnati di puzza di fumo e alcool. Le scarpe, che probabilmente mi ha tolto Lele, sono sul pavimento vicino al letto. Le indosso velocemente e mi dirigo alla porta.
"Elodie, non provare ad andartene ora." La sua voce mi fa fermare immediatamente. Ma non mi volto.
"Non è cambiato niente Lele. Devo andare."
"Cazzo Elodie! La pianti di dire che devi andare? Non ti obbliga nessuno. Questo tuo masochismo proprio non lo riesco a capire!" Mi volto arrabbiata per il tono con cui ha parlato. Ma soprattutto perché ha ragione. Non riesco a capirlo neanche io perché mi rifiuto in questo modo di essere felice. Così faccio quello che so fare meglio. Lo allontano da me.
"Vattene da Giulia Lè. Per quelli come te vanno bene quelle facili. Io sono troppo per te." Gli rivolgo uno sguardo duro a cui lui risponde con un sorrisetto provocante. Di quelli che sa che mi fanno innervosire ancora di più. Si alza e viene lentamente verso di me. Si avvicina sempre di più, costringendomi ad indietreggiare per allontanarmi, fino a scontrarmi con il muro. È troppo vicino.
"Ieri sera la pensavi in modo diverso." Mi dice con lentezza studiata, lo sguardo rivolto alle mie labbra.
"Ero ubriaca." Gli rispondo, alzando gli occhi e scontrandoli con i suoi.
"Appunto. Per questo eri sincera. Hai detto che dobbiamo stare insieme. Hai ragione. Forse Giulia è più adatta a me Elodie, il problema è che io voglio te. E voglio tutto di te, anche quello che mi fa incazzare. Tutto. E so che non pensi davvero di essere troppo per me, perché sono io a doverti ricordare ogni giorno quanto tu sia meravigliosa. Quindi puoi dirmi tutte le cattiverie del mondo Elodie, ma io non andrò da nessuna parte." Finisce di parlare, lasciandomi come sempre a bocca aperta. Le sue labbra nel frattempo si sono avvicinate sempre di più alle mie, ma resta fermo, gli occhi puntati sui miei, in attesa del mio consenso. E questa volta, per una volta almeno, sono io a lasciarmi andare. Semplicemente perché non trovo più motivo per non farlo. Semplicemente perchè forse non c'è più un motivo. O non c'è mai stato. Mi avvento sulle sue labbra in modo forse troppo frenetico, ma mi è mancato troppo. Lui ricambia con la mia stessa impazienza, spingendomi contro il muro e sollevandomi da terra. Mi spoglia baciando ogni centimetro della mia pelle nuda e finalmente siamo di nuovo una cosa sola. E io torno a respirare e a sentirmi viva. Finalmente di nuovo.

Un anno prima...
Guardo distrattamente la TV, la testa poggiata sulla spalla di Gabriele. Lele è ancora a lezione con Elisa, non so come faccia a sopportare questi ritmi assurdi. Si impegna come non mai per riuscire a portare a termine al meglio le sue esibizioni e infatti riesce sempre ad essere impeccabile. Gabriele sbadiglia rumorosamente prima di darmi un leggero bacio sulla fronte.
"Io vado a letto tesò. Tu che fai? È tardi." Mi dice assonnato. Io gli sorrido.
"Resto e aspetto Lele, Gabri. A domani." Lui mi sorride annuendo, prima di dirigersi nella sua stanza. Mi distendo, poggiando la testa sul cuscino, cullata dai suoni provenienti dalla TV. Così mi addormento senza neanche rendermene conto. Vengo svegliata da qualcuno che mi schiocca piccoli baci sulla guancia. Apro gli occhi e sorrido a Lele, che mi guarda assorto e assonnato.
"Ciao amore. Sei tornato finalmente!" Esclamo contenta. Lui mi rivolge un sorriso stanco.
"Sì, per questa sera abbiamo finito." Sbuffa e riesco a scorgere la preoccupazione nel suo sguardo. Gli accarezzo una guancia, poi gli rivolgo uno sguardo interrogativo.
"Elo c'è un pezzo che non mi viene bene. E sono stanco perché mi sembra che i miei sforzi non vengano mai apprezzati dai giudici." Io gli afferro la mano e la stringo forte perché capisco perfettamente come si sente.
"Ti apprezzeranno amore e avrai tutte le soddisfazioni di questo mondo. Tu sei uno che si impara ad apprezzare con il tempo. E io sono la prova di questo. Ti ricordi quanto poco ti sopportavo?" Gli chiedo ridendo, ripensando ai primi tempi. Lui mi rivolge uno dei suoi splendidi sorrisi.
"Sì e non ne riuscivo a capire il motivo. Io però ti ho adorata fin da subito, da quando ti vidi ai provini. Mi sei entrata dentro fin dall'inizio. E il fatto che tu non mi sopportavi non faceva altro che aumentare la mia voglia di passare del tempo con te e farti cambiare idea." Io ripenso a com'ero, alle barriere che mi ero imposta di porre tra me e gli altri. Al mio essere fredda, al mio vivere i rapporti con distacco. Ora sono diversa ed il merito è soprattutto suo. Lui mi ha insegnato a fidarmi delle persone e di me stessa.
"Mi piacevi Lè. Ecco perché ero così dura con te. Avevo paura di lasciarmi andare. Tu mi facevi paura perché mi piacevi troppo." Ammetto, abbassando lo sguardo. Lui mi guarda sorpreso.
"Ah quindi avevo già fatto colpo!" Esclama compiaciuto. Io lo spingo divertita e imbarazzata.
"Andiamo a letto? Ho sonno da morire! Così mi canti quello che hai provato questa sera." Gli dico, rivolgendogli uno sguardo dolce, con espressione da bambina. Lui si alza e mi porge la mano.
"Certo Didì. Ti canto tutto quello che vuoi. Da ora fino all'alba."
Io gli do un bacio pieno di amore e di gratitudine prima di afferrargli la mano e seguirlo. Amore perché lo amo come non ho mai amato in vita mia. E gratitudine perché lui mi ha cambiata. E mi piaccio di più adesso. So di essere una persona migliore adesso.
"E ora penso che il tempo che ho passato con te ha cambiato per sempre ogni parte di me..."

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