Silenziosamente costruire...Oggi sono stranamente positiva e niente, ve lo volevo dire 😃 Buona lettura e fatemi sapere come sempre cosa ne pensate! Un bacio 😙
Elodie
"Elo mi dispiace, non sapevo che fossero qui." Gabriele sembra sinceramente dispiaciuto. Questo è il nostro ristorante preferito, il primo in cui abbiamo cenato insieme qui a Roma. E ora lui è qui con una sconosciuta che mi guarda come se fossi l'essere più spaventoso della terra. Stringo i pugni nervosa, mentre i miei occhi si scontrano con quelli di Lele. Lui ha uno sguardo spento, non ne riesco a decifrare le emozioni. Mi volto verso Gabriele e gli rivolgo un sorriso forzato.
"Stai tranquillo Gabri, non è colpa tua." Poi la curiosità e la rabbia hanno la meglio. Devo sapere.
"Lei chi è?" Gli chiedo in un sibilo da cui si evince tutta la mia rabbia. Gabriele mi guarda triste.
"Si chiama Giulia. Non la conosco molto, me l'ha presentata Lele qualche giorno fa."
"Stanno insieme?" Chiedo fingendo indifferenza.
"Non lo so davvero Elo. Mi dispiace. Andiamo dai, troveremo un altro posto in cui cenare." Mi dice, prendendomi un braccio e trascinandomi verso l'uscita. Io lo seguo, facendo qualche passo. Poi però mi fermo.
"Scusa Gabri, torno subito." Gli dico, andando sicura verso il loro tavolo. Gabriele mi guarda, pallido in volto e immobile. Non sa bene come comportarsi, se seguirmi o meno. Alla fine decide di venirmi dietro.
"Ciao, io sono Elodie." Dico, porgendo la mano a quella ragazza preoccupata. Lei ricambia la stretta.
"Sì lo so. Io sono Giulia." Mi dice sorridendo. Lele mi fissa senza dire una parola, come se stesse studiando tutte le mie mosse in tutti i minimi dettagli. Gli rivolgo uno sguardo furioso, sperando che capisca che deve smetterla di fissarmi. Ma lui non molla la presa.
"E chi saresti di preciso? Perché sai, stai cenando con quello che fino a pochi giorni fa era il mio fidanzato. Vorrei solo capire se sono una che può essere sostituita con tanta facilità." Ok, mi ero ripromessa di non aggredirla, ma proprio non ce l'ho fatta. Lele mi rivolge uno sguardo arrabbiato.
"Elodie..." pronuncia il mio nome con tono di rimprovero.
"Lasciala in pace. Lei non c'entra." Continua poi, con voce distaccata. Lo sguardo di Giulia si sposta continuamente, posandosi su di me, poi su Lele, su Gabriele e poi ancora su di me. Gabriele ci guarda senza parole.
"Allora mandala via." Gli dico. La mia voce si incrina leggermente e vorrei sprofondare per la vergogna. Giulia sembra sul punto di piangere ed io vorrei davvero essere più gentile con lei, ma proprio non ci riesco, anche se so bene che lei non c'entra nulla.
"Elodie, stiamo cenando insieme e tu ci stai disturbando. Non intendo mandarla via." Mi dice deciso. So che ha ragione, ne sono consapevole. Ma questo non mi impedisce di provare una gelosia immensa.
"Vieni un attimo fuori, devo parlarti." Gli dico, dopo qualche minuto di assoluto ed imbarazzante silenzio. Lele alza gli occhi al cielo, poi si alza e mi segue fuori, mentre Gabriele si siede al tavolo rivolgendo un sorriso rassicurante a Giulia.
Lo fisso in silenzio per minuti che sembrano ore. Lui sbuffa scocciato ed io lotto contro l'impulso di prenderlo a sberle per il suo comportamento.
"Elodie, non ho tutta la sera." Mi dice, incitandomi a parlare. Il suo atteggiamento non mi piace, è freddo e fa male. Urlami addosso qualcosa Lele, arrabbiati, dimmi che tieni ancora a me. Fa qualcosa, qualunque cosa, ma non trattarmi con indifferenza. Mi faccio forza, cercando di mettere in piedi un discorso di senso compiuto, ma non ci riesco.
"State insieme?" Riesco semplicemente a chiedere.
"Ci stiamo conoscendo." Mi risponde alzando le spalle.
"Perché mi stai trattando così Lele? Fino a un mese fa dicevi che ero l'amore della tua vita! Ti è bastato così poco per scordarmi?" Gli urlo, liberandomi finalmente da un peso troppo grande. Lui mi guarda arrabbiato.
"Cosa dovrei fare Elodie? Piangermi addosso a vita? Non andare più avanti? Cosa?" Mi urla, avvicinandosi a me. Sento il suo profumo e solo ora capisco quanto mi sia mancato.
"L'hai portata a casa nostra?" Gli chiedo, avendo paura della risposta. Lele ride amaramente.
"Vuoi sapere se ci sono andato a letto Elodie? È questo quello che vuoi sapere? Non ci sono andato. Non ancora almeno. Ma potrei farlo. Non puoi pretendere che la mia vita si fermi." Io abbasso lo sguardo. Non voglio che veda la mia debolezza, non voglio che si accorga delle lacrime che hanno cominciato a scorrere. Ma lui se ne accorge. Mi solleva il viso, facendo incrociare i nostri sguardi. La rabbia prende il sopravvento su di me. Comincio a tirargli pugni al petto con tutte le mie forze, piangendo, prima che lui mi afferri i polsi bloccandomi.
"Io ti amo Elodie. Davvero. Giulia non è niente per me, non ancora almeno. Ma non ti aspetterò a vita. Non soffrirò a vita. Prima o poi andrò avanti. Quindi amore ti prego, cerca di chiarirti le idee e cerca di farlo il prima possibile. Perché io non ti aspetterò per sempre e non sarai per sempre la mia prima scelta." Finisce di parlare con tranquillità. Si avvicina a me, facendo scontrare le nostre fronti. Poi mi lascia le mani,tornando dentro. Mi lascia sola, stanca e senza parole.Un anno prima...
Domani sarà il grande giorno. L'ultimo pomeridiano e finalmente l'ingresso nelle casette. Ed io me la sto facendo sotto per la paura. Io e Lele rientriamo in camera in piena notte, dopo aver salutato le nostre famiglie. Lele sbadiglia rumorosamente, poi sfiora la collana al mio collo sorridendo.
"Tua madre è stata davvero dolcissima stasera. Poi questo regalo non me lo aspettavo proprio!" Gli dico, sinceramente contenta, riferendomi alla collana che sta guardando.
"Le piaci tanto. Dice che da quando sto con te sono diverso. Ed è vero. Io mi sento un altro." Gli accarezzo il braccio con dolcezza.
"Anche a mio padre piaci Lè! Ha passato tutta la sera a parlare con te! Con Andrea non succedeva mai." Sorrido divertita, notando il suo sguardo compiaciuto.
"Ora non montarti amò!" Esclamo subito. Poi torna la preoccupazione per la puntata di domani. Mi siedo sul letto seria. Lele mi segue, accarezzandomi la guancia.
"Sei preoccupata per domani vero?" Mi chiede, leggendomi dentro. Come sempre.
"Da morire. Io ci voglio arrivare al serale Lele. E voglio vivere tutto questo con te." Gli rispondo sincera.
Lui mi afferra la mano e la stringe forte.
"Andrà tutto bene. Ce la farai. Credi in te come faccio io. Sii dalla tua parte Didì. Continueremo questo percorso insieme e costruiremo insieme il nostro futuro. Ne sono certo." Io gli sorrido, prima di avvicinarmi a lui. I nasi si scontrano e le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie.
"Qua il vero problema è un altro." Mi dice serio.
"Quale?" Gli chiedo allora io, leggermente preoccupata.
"Le telecamere Elodie. Sempre. Anche la notte. Per mesi interi. La notte." Ripete, sottolineando l'ultima parola e facendomi ridere.
"Sì, è un problema." Ammetto io, prima di baciarlo.
"C'è una sola soluzione." Gli dico poi, staccandomi un attimo da lui.
"Sarebbe?"
"Dobbiamo sfruttare il più possibile quest'ultima notte di libertà Lè." Gli dico, fingendomi dispiaciuta. Lui sorride.
"Hai ragione amò." Mi dice convinto, tornando a baciarmi con passione. E poi facciamo l'amore, mettendoci tutto di noi. Rendendoci trasparenti l'uno per l'altra, come sempre. Ancora e ancora. Sfruttando fino all'ultimo le ore di libertà che ci restano. Le ore che ci separano da un nuovo inizio, da un nuovo sentiero da costruire. Ma sempre mano nella mano.
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Insegnami ad amare.
फैनफिक्शन"Grazie Lele." "Per cosa?" "Per avermi fatto capire che in fondo non sono proprio un disastro, per avermi fatto scoprire me stessa, per esserti innamorato di me e per avermi insegnato ad amarti e ad amarmi. Grazie per avermi insegnato ad amare."