Il cuore pieno di battiti.

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Tutte queste gioie mi stanno facendo diventare sdolcinata, ma va benissimo così :D Vi lascio il nuovo capitolo, buona lettura e a presto!

Elodie
C'è una cosa che caratterizza tutti i miei risvegli ormai da quando io e Lele abbiamo smesso di farci la guerra. Una cosa che mi fa aprire gli occhi con il sorriso sulle labbra. La sua presenza certa. Al mio risveglio lui c'è sempre, un braccio a stringermi possessivamente e l'espressione beata di chi sogna solo cose belle. È per questo che quando apro gli occhi e trovo la sua parte del letto vuota l'ansia mi assale. Mi guardo intorno spaesata, cercando di captare qualche suono proveniente dalle altre stanze della casa. Silenzio.
"Lele!" Grido allora, in preda al panico. Nessuna risposta.
"Lele ci sei?" Chiedo, aumentando ancora di più il tono della mia voce. Il suono dei suoi passi mi rassicura immediatamente. Lo vedo arrivare, il ciuffo per aria e il sorriso stampato sulle labbra. Noto immediatamente il vassoio che porta con attenzione, per evitare che qualcosa cada per terra. Sorrido istintivamente, sollevata.
"Mi hai portato la colazione a letto!" Esclamo felice. Lui posa il vassoio sulle mie gambe e si siede accanto a me.
"Volevo farti una sorpresa. Ma cosa è successo? Gridavi il mio nome, mi sono preoccupato." Io sorrido in imbarazzo, accarezzandogli una guancia.
"Nulla. Non eri qui e ho pensato che non fossi in casa." Lui scruta il mio viso con attenzione. Poi scuote la testa.
"Credevi che me ne fossi andato?" Mi chiede, lo sguardo serio.
"No, mi chiedevo solo il motivo per cui non eri qui a letto con me, come ogni mattina." Sussurro mentre vorrei solo sprofondare. Che cavolo mi è preso? Davvero credevo che lui mi avesse lasciata così, senza motivo? Lui in risposta mi prende la mano e la bacia con dolcezza.
"Sei una scema amore. Io non ti lascio. Non ci penso proprio." Mi dice con una naturalezza disarmante.
"Sì Lele, però la prossima volta aspettami qui. A me piace svegliarmi con te accanto." Gli dico, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. Capendo che allora è così che ci si sente quando si ama qualcuno tanto da stare quasi male. Tanto da avere paura di perdere tutto. Lui non risponde, ma comincia a baciarmi con dolcezza il collo, salendo poi fino alle labbra. Sposta il vassoio sul comodino, continuando a baciarmi con dolcezza e facendomi stendere sul letto. Così facciamo l'amore, senza altre parole superflue. E quando i nostri occhi si scontrano mi rivolge uno sguardo pieno d'amore. E mi sembra quasi di sentire i nostri cuori che battono insieme.
"Io non ti lascio." Mi sussurra poi all'orecchio e so che ha capito che, anche se lo so, ho bisogno di sentirmelo dire qualche volta. Che lui mi ama. E che non mi lascerà. Rimaniamo stretti in un abbraccio che dura minuti che sembrano ore, i respiri ancora corti.
"Comunque la colazione è solo la prima delle sorprese della giornata. Oggi partiamo per qualche giorno. Solo tu e io. Solo noi. Andiamo ad Amalfi." Esclama con orgoglio. Io sgrano gli occhi incredula.
"Dici sul serio?" Gli chiedo.
"Sei felice?" Mi chiede lui, ignorando la mia domanda.
"Sono più che felice." Gli rispondo. Credo di avere gli occhi che brillano in questo momento.
"Lo sono anche io. Partiamo questo pomeriggio." Mi dice, baciandomi una tempia e stringendomi a sé. Perché lui non mi lascia andare.

Un anno prima...
"Ma ti rendi conto Elo? Questo è il tuo disco!" Esclama Gabriele, mostrandomi la copertina con la mia foto e facendomi sorridere. Io sono ancora incredula. Ascolto con attenzione ogni singola melodia di quel disco, con orgoglio e il cuore che scoppia di gioia. Così quando Lele torna dalla sua lezione e mi guarda con un sorrisone compiaciuto non posso fare altro che ricambiare, cercando di trasmettergli tutta la mia gratitudine. Perché se sono arrivata fin qui, se non sono scappata alla prima settimana, alla prima difficoltà, il merito è anche e soprattutto suo. Perché lui c'era a darmi coraggio nei miei momenti di sconforto. Perché lui mi ha insegnato ad essere dalla mia parte. Tutto questo è anche merito suo. Quando Maria ci propone di andare a cenare fuori per festeggiare siamo al settimo cielo. Solo io, Lele e Gabriele. Siamo arrivati tutti e tre alla fine di questo percorso che abbiamo cominciato insieme. E che finiremo insieme.
"Io prima della pizza voglio le patatine!" Esclama Gabriele con gli occhi che gli brillano.
"Va bene tesoro. Prima però fatti mettere il bavaglino così non ti sporchi." Gli dico prendendolo in giro per il suo essere così ingenuo, così bambino nonostante i suoi diciotto anni. Lele ride divertito, mentre Gabriele mi rivolge una linguaccia.
"Ma ci pensate ragà? Tra pochi giorni finirà tutto. Siamo arrivati alla fine tutti e tre. Che cosa incredibile!" Esclama Lele sorridendo. Io e Gabri annuiamo contemporaneamente.
"Incredibile davvero." Rispondo, prendendogli una mano e rivolgendogli uno sguardo felice. Mi sporgo sul tavolo e lo bacio con dolcezza, sotto lo sguardo sognante di Gabriele. Lele approfondisce il bacio, stringendomi a sé. Sento il mio amico sbuffare, così mi allontano divertita da Lele.
"Che palle! Mi fate sentire il terzo incomodo, sempre!" Esclama Gabriele, trattenendo un sorriso.
"Gabriè, stiamo da due mesi costantemente sotto le telecamere! Capiscici!" Gli risponde Lele, facendomi ridere. Poi torna a baciarmi.
"La sera della finale fatemi ricordare di chiedere una camera lontano dalla vostra. Quella sera vorrei dormire e non sentire strani suoni." Dice disgustato Gabriele, facendoci scoppiare a ridere e guadagnandosi un piccolo schiaffo da parte mia. In questo momento so che non mi manca niente per essere felice, ho tutto. E in qualsiasi modo finirà tutto questo sarà comunque un successo per me e per questi ragazzi meravigliosi che mi sono stati accanto in questi mesi. Noi abbiamo già vinto.

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