Meant to be.

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Buongiorno :) ecco il capitolo, non odiatemi 😂 a presto, fatemi sapere cosa ne pensate se vi va!!!

Elodie
Fino a qualche tempo fa, se mi avessero detto che avrei avuto una vita così perfetta, non ci avrei creduto. Se mi avessero detto che non mi sarebbe mancato niente per essere felice avrei risposto con una fragorosa risata. Eppure è così. Eppure mi sono ritrovata, almeno una volta al giorno da quando ho partecipato ad Amici, a ringraziare il cielo perché ora ho tutto. Perché se avessi continuato il mio percorso ad X Factor o se avessi superato i provini di Amici qualche anno prima probabilmente non avrei avuto il successo che sto avendo adesso. E soprattutto non avrei conosciuto Lele. Probabilmente non avrei mai incontrato la mia anima gemella o forse l'avrei incontrata comunque. Perché se è vero che "certi legami sono semplicemente destinati ad essere" senz'altro in un modo o nell'altro io e Lele ci saremmo conosciuti e amati. Solo che magari tutto questo sarebbe avvenuto molto dopo. E avremmo perso altro tempo della nostra vita a cercarci. Il rumore della chiave nella toppa mi fa trasalire. È tornato finalmente. Di nuovo insieme, lontano da tutto e tutti. Gli corro incontro e quando arrivo tra le sue braccia respiro forte il suo profumo. Lele mi bacia come se fosse la prima volta, come se la voglia che ha di me, di avermi stretta a sé, sia la stessa del primo giorno. E forse è così. Mi trascina sul divano, buttando a terra i bagagli. Non mi dà il tempo di dirgli neppure una parola. Io sorrido con le labbra ancora poggiate alle sue, poi mi stacco divertita e confusa.
"Amò, ma per caso ti sono mancata?" Gli chiedo, con una vena di ironia nella voce. Lele punta i suoi occhi bellissimi nei miei e il mio cuore perde un battito. So leggere nel suo sguardo, lo conosco troppo bene ormai. Sono certa di ciò che è scritto dentro i suoi occhi, quindi deglutisco preoccupata, cercando le forze per parlargli. Perché Lele mi sta guardando con tristezza. E quella tristezza sta scatenando mille brutti pensieri nella mia mente. Forse mi ha tradita, o non mi ama più, forse ha incontrato un'altra e vuole lasciarmi.
"Che c'hai Lele?" Gli chiedo confusa. Sento la mia voce tremare. Lui mi rivolge un sorriso forzato.
"Nulla. Ho portato la pizza. Mangiamo, prima che si raffreddi." Mi risponde, eludendo la mia domanda, con un filo di voce e lo sguardo basso. Solo ora noto i cartoni della pizza, posati sul tavolo. Nella fretta di buttarmi tra le sue braccia non li avevo proprio visti. Annuisco e mi trascino a prenderli senza dire altro. Mangiamo sul divano, i cartoni poggiati sulle gambe incrociate come piace a noi, lo sguardo basso. In silenzio. I brividi cominciano ad impossessarsi di me, accompagnati da una paura cieca. Che hai Lele? Vorrei domandartelo ancora ma ho paura persino di parlare. Le lacrime cominciano a correre perché in fondo lo sapevo. Che tanta felicità non poteva essere reale. Che una vita non può essere perfetta, perché la perfezione non esiste. Lui mi solleva il mento facendo una leggera pressione con le dita sotto ad esso. Io continuo a piangere, non riesco a fermarmi. Lele asciuga con dolcezza le mie lacrime con il palmo della mano, prima di cominciare finalmente a parlare.
"Secondo Elisa il mio nuovo disco potrebbe funzionare anche all'estero. Mi ha detto che dovrei promuoverlo anche in altri paesi. Sarebbe l'occasione ideale per farmi conoscere fuori dall'Italia ed avere un pubblico internazionale. Naturalmente questo comporterebbe mesi di promozione lontano da qui." Finisce la frase in un sussurro, con gli occhi lucidi. Che stupida che sono stata. Credevo mi avesse tradita, nonostante tutto l'amore continuo a metterlo in discussione. Una parte di me continua a non fidarsi di lui. Poi penso a ciò che mi ha appena detto. Mesi e mesi di lontananza. La testa comincia a girare, mentre riesco a respirare con sempre più fatica.
"Per quanto tempo?" Gli riesco a chiedere.
"Cosa?" Chiede lui confuso. Allora capisco che a stare male adesso siamo entrambi.
"Per quanto tempo dovresti stare via?" Specifico, con la voce stridula e un nodo in gola.
"Non lo so Elodie. Mesi, forse un anno. Comunque non è stato ancora deciso nulla. Ho detto ad Elisa che ho bisogno di un po' di tempo per pensarci. E per parlarne con te. Non credo che accetterò. La mia vita è qui, con te." Afferma deciso, provocando un mio piccolo sorriso. Poi però ripenso ai primi mesi dopo l'uscita di Costruire. All'inizio il disco ha venduto pochissimo. Lele ci stava malissimo, credeva che il pubblico non lo avrebbe mai apprezzato. Poi è riuscito ad avere la sua dose di successo. Ma io so bene che, per quanto è bravo, il successo che ha non è quello che si merita. Io so bene che lui merita di più. L'ho sempre saputo. E ho sempre pensato che la soluzione fosse una promozione fuori dall'Italia. Perciò sapevo che questo momento sarebbe arrivato, anche se un po' egoisticamente speravo che non si sarebbe mai allontanato da me. Scuoto la testa con insistenza. Poi prendo finalmente coraggio. Perché lo amo e voglio che lui sia felice. Perché voglio che faccia la cosa giusta.
"Devi andare." Sussurro, accarezzandogli una guancia.
"Non devo. Non per forza. Posso continuare a cantare qui in Italia. Come ho sempre fatto." Mi dice, rivolgendomi un sorriso carico di tutto. Carico di amore.
"Lele devi andare. Ti ci mando con la forza altrimenti. Non sto scherzando." Gli dico, mentre mi sforzo di sorridere anche io tra le lacrime.
"Io non ti posso lasciare Elodie. Non riesco a stare bene senza di te." Mi dice lui con la voce rotta. Anche io Lele. Vorrei dirtelo, ma che senso avrebbe? Amare vuol dire volere solo il meglio per chi si ama. Vuol dire sapersi fare anche da parte, se necessario. Mi avvicino a lui, imponendomi di essere forte. I nostri nasi si sfiorano, le bocche sono a pochi millimetri l'una dall'altra.
"Io ti aspetto. Non vado da nessuna parte Lè." Gli dico convinta. Lui mi rivolge un sorriso carico di preoccupazione.
"Ti amo." Mi dice. E stavolta non sussurra. Lo dice a voce alta e decisa. Io mi limito a rispondergli con un bacio carico di tutto ciò che provo. Tolgo la maglietta troppo grande che uso in casa. La sua maglietta, impregnata del suo profumo. Poi continuo a baciarlo, mentre lui mi stringe e accarezza con dolcezza ogni parte del mio corpo. Adesso lui è l'unica cosa di cui ho bisogno. Devo imprimermi dentro ogni parte di lui, del suo corpo. Devo respirare forte il suo profumo. Così forse mi mancherà un po' meno quando inevitabilmente dovremo dividerci.
"Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente... destinati a essere."

Insegnami ad amare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora