Quando ci vediamo? [Capitolo III]

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Diana

Il fine settimana passò fin troppo velocemente per i miei gusti, tanto che mi ritrovai a contare con ansia le poche ore che mi separavano dal lunedì.

Poggiata al morbido cuscino del divano, diedi una veloce occhiata all'orologio attorno al polso che segnava le tre del pomeriggio.

Cercai il telecomando per poter spegnere la televisione e una volta fatto, salii in camera mia per potermi cambiare: un paio di jeans scuri, una camicia bianca e un giacchetto leggero che avevo preparato la mattina

Passai velocemente le mani tra i capelli rossi, lasciando ricadere qualche ciocca sulle spalle e dopo un'altra occhiata al mio riflesso, mi diressi verso la scrivania per prendere un pezzo di carta e una penna

Scesi le scale, arrivando al piano di sotto e posai il post-it verde chiaro sul tavolo per avvisare i miei nonni che sarei andata al cimitero, come facevo tutte le domeniche da quando ero piccola

Dopo aver girato la chiave nella serratura della porta, percorsi i gradini che separavano il patio dal giardino, richiudendomi alla spalle il cancelletto argentato della mia abitazione

Strinsi maggiormente il cappotto, infilando le mani nelle tasche, sentendo il lieve ma comunque freddo vento della stagione piombarmi sul viso, quasi sicuramente arrossando le guance e la punta del naso

Quando l'imponente entrata color ebano spuntò nella mia visuale, rallentai fino a ritrovarmi davanti a dei piccoli fiorai e, puntando verso il solito chiosco, comprai qualcosa per abbellire quanto più possibile le lapidi dei miei genitori

Pagai la somma dovuta e percorsi il sentiero che conduceva verso le due persone più importanti della mia vita, fermandomi quando vidi le loro foto sorridenti

Mi inginocchiai, posando i fiori freschi di lato e mi adoperai per togliere quelle poche foglie secche, dal momento che mia nonna era passata qualche giorno prima

Sistemai ciò che avevo acquistato e mi sedetti su una roccia che usavo ogni qualvolta che mi presentavo in quel posto: molto probabilmente un giorno avrebbero scritto una targhetta con il mio nome

-Ciao mamma, ciao papà...- sussurrai, allungando la mano per sfiorare le incisioni sulle loro lapidi

"Ian e Gwen Taylor"

-Alla fine, aveva ragione il nonno: il frullatore non è durato che un solo giorno, quei due ancora stanno discutendo dell'inutile affare, ma è uno spasso vedere come si punzecchiano a vicenda. Così come lo è stato vederli ballare la salsa. Martedì la nonna ha visto una coppia di anziani che facevano piroette, movimenti di bacino eccellenti e ha costretto il nonno ad imitarli. Il risultato è stato che il poveretto ha dovuto passare un'intera giornata a letto mentre ripeteva che avrebbe chiesto il divorzio con un risarcimento danni per la sua schiena- feci una pausa per evitare di ridere al ricordo di quella scena, avrei dovuto filmarla

Poi ripresi.

-A scuola va alla grande, mi sto impegnando molto. Sono usciti dei bandi per vincere una borsa di studio, ma devo ancora informarmi al dire il vero. Parlando di studio, ho un progetto di letteratura da dover svolgere e userò il tuo libro di "Romeo e Giulietta", mamma-

-E qui arriviamo al nuovo compagno di classe, si chiama Luke. Credo che mi toccherà lavorare da sola, perchè lui non ha alcuna intenzione di collaborare. Sapete cosa mi ha detto: "Sembri piuttosto brava, potresti cavartela da sola" -scimmiottai la sua voce, incrociando le braccia all'altezza del petto

-E' stato maleducato, si è presentato anche al bar dove si comportava come se non mi avesse scaricata nel bel mezzo di un lavoro di coppia. Se è in coppia, non posso farlo da sola, è un concetto elementare. Sì, so di essere particolarmente puntigliosa su certi aspetti, ma lui non mi conosce perciò non è una scusa plausibile per il suo atteggiamento. E comunque, è carino anzi molto carino. Ma questo segreto lo teniamo tra noi, uhm? -

Ti odio e ti amo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora