Ore di studio [Cap. 24]

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Diana

Lo avrei ammazzato, molto lentamente

Sapevo che non avrei dovuto fidarmi di quel bel faccino e di fatto, mi ero ritrovata ad aspettare Luke da venti minuti, su un gelido e grigio gradino del patio di casa mia

Venti lunghissimi e freddi minuti.

C'era da dire che avevo di fronte agli occhi uno spettacolo da mozzare il fiato: il sole stava pian piano facendo la sua apparizione nel timido cielo del primo mattino, facendo in modo che i fili d'erba, le foglie, i rami congelati brillassero a contatto con i tiepidi raggi di sole

Un leggero strato di nebbia avvolgeva lo spazio circostante e, quel piacevole silenzio nel quale mi ritrovavo riuscì a farmi mantenere un quasi stato di calma nonostante quel giorno avrei avuto: due ore di educazione fisica e anche una bella ramanzina del professore di matematica per il nostro ritardo

I miei occhi registrarono la figura della signora Clever, mia storica vicina di casa che, come da routine, era nel bel mezzo della sua passeggiata con il bellissimo cucciolo di husky color bianco panna

La donna mi rivolse un sorriso, accompagnato però da uno sguardo piuttosto incuriosito: in effetti sembravo un piccolo pupazzo di neve, tra tutta la stoffa che indossavo.

-Questa mattina niente scuola?–chiese, avvicinandosi di quale passo

Farfugliai una risposta, ma notando la sua espressione confusa, allontanai l'enorme sciarpa dalle mie labbra e, abbassai di poco il cappotto.

-Sto aspettando il mio ragazzo, vado a lezione con lui- risposi

-Ah, ma che caro....- mormorò sorridendo-... allora vi auguro una buona giornata- concluse, riprendendo poi la sua passeggiata non appena la salutai anch'io

Quando rimasi sola, sbuffai pesantemente, creando una nuvola davanti il mio viso e iniziai nuovamente il controllo del vialetto di casa mia, nella speranza che quell'idiota si facesse vivo

Grazie al cancello che avevo lasciato aperto, intercettai immediatamente l'arrivo della macchina di Luke e, dirigendomi velocemente verso la meta, notai appena il mio ragazzo che dall'interno mi osservava con un sorriso divertito

-Buongiorno - commentò, non appena entrai

Tolsi il cappuccio, godendo dei quei primi istanti di calore che colpirono il mio corpo ancora avvolto in una miriade di capi invernali

-Avevi detto le otto meno dieci...- dissi, rivolgendogli uno sguardo gelido-... sono quasi le otto e venti e sono completamente congelata!- sbottai, osservandolo

-Con tutto quello che hai addosso? – domandò tranquillo

-Luke, metti in moto. Non farmi diventare volgare- ribattei, sentendolo ridacchiare mentre seguiva le mie istruzioni

Quando ci fermammò ad un semaforo, ne approfittai per togliendomi la sciarpa e il gigantesco giubbotto bianco, passando poi al cappello e ai  guanti

-E poi, il professore ci rimprovererà per il ritardo e...- mi fermai, perché cominciò a ridere di gusto delle lamentele della sottoscritta

E nonostante ciò, pensai che era ancora più bello quando rideva.

-Al massimo, ci rimanderà fuori. Ti offro qualcosa di caldo, così mi farò perdonare- obiettò, schioccandomi un occhiolino

-Sai una cosa che odio? Non riesco ad essere arrabbiata con te- aggiunsi

-Un bel vantaggio- commentò divertito

-No, è qualcosa di davvero irritante- borbottai, mordendomi il labbro per non sorridere

Ti odio e ti amo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora