Spiegazioni [Capitolo 33]

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Luke

I miei occhi erano concentrati sulla luce fioca che risplendeva in una delle plafoniere attaccate al soffitto

Percorsi velocemente la scalinata, allo stesso modo il corridoio, spalancando porta dopo porta, quasi ringhiando nel trovarle tutte vuote, fin quando mi ritrovai davanti l'ultimo pezzo di legno verde, quasi socchiusa

Questa volta, posai lentamente la mano sulla maniglia, essendo sicuro che ci sarebbe stato quel bastardo ad aspettarmi

E avevo ragione: poggiato al davanzale di una finestra; alzò lo sguardo verso di me

-Mi cogli impreparato; pensavo che avresti impiegato più tempo- mormorò, girandosi tra le mani un coltellino

-Dov'è Sophie?-

-Tempo al tempo, campione. Lei e la sua baby-sitter stanno bene per il momento- rispose, avanzando di qualche passo

Strinsi le dita chiuse in pugno, fino a farle diventare bianche

Ero decisamente incazzato, i suoi giochetti erano l'ultima cosa che volevo sentire

-La cercherò da solo- dissi, voltandomi per andarmene

-Forse ti servirà una di queste- aggiunse Alex e, sentii strisciare a terra un oggetto che riconobbi con orrore

-Avanti Luke, non sarebbe la prima volta che la usi- accennò un sorrisetto, invitandomi a prenderla

Osservai la pistola che era sul pavimento e, mantenendo lo sguardo su di lui, mi inginocchiai per raccoglierla

-Potrei ammazzarti, non ci hai pensato?- domandai, mettendo una mano sull'arma, provocando un click familiare

-Non hai perso la mira? - ghignò, infilando la lama del coltello nella parete di legno

Neanche un secondo dopo, la lampada accanto a lui, si frantumò in mille frammenti di vetro

-Cosa ti fa pensare che abbia smesso di allenarmi?- ribattei, mantenendo la pistola appena usata contro di lui

-Credevo che quella ragazzina ti avesse rammollito- aggiunse divertito

Non risposi, rimanendo nella stessa posizione

Dovevo portare mia sorella ed Abigail fuori da quel posto, ma mi resi conto che quel conto fosse molto di più; completamente sconnesso alla faccenda di Sophie

-Hai tu il mio quaderno- mormorò

-Non so di cosa tu stia parlando-

-Tua madre è sparita, così come quel fottuto mucchio di carta!- gridò, tirando un calcio alla piccola cassettiera di legno che si riversò a terra

-Lei è sparita, lo avrà con sé- dissi atono, tentando di sembrare il più semplice possibile

-In effetti perché dovresti averlo tu, Luke. Lì c'è anche la tua parte, non vorrai rovinarti con le tue mani- continuò, facendo un passo avanti

Abbassai la pistola, stringendola forte con la mano destra

-Tua sorella sarebbe affidata da una famiglia all'altra, la tua ragazza completamente da sola e, tu a marcire con carcere con me. Anche se sono più che convinto che non rimarebbe sola tanto a lungo...-

-Sta zitto- ribattei

-Sono tutte uguali: bel faccino da angelo ma sono peggio del diavolo. Anche tua madre era così e guarda che fine ha fatto, nelle braccia di quel bastardo di tuo padre- mormorò divertito

Non riuscii più a controllarmi, il mio cuore pompava rabbioso nel mio petto, doveva stare in silenzio.

Lui non sapeva nulla: né di mia sorella, della mia ragazza, della mia famiglia

Ti odio e ti amo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora