capitolo 5

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Quella mattina venni svegliata da una luce abbagliante che entrava dalla finestra e mi impediva di aprire gli occhi. Mi alzai controvoglia e mi incamminai verso il bagno. Non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio perché ero consapevole delle orribili condizioni in cui ero. Decisi quindi di vestirmi lavare i denti e per ultima cosa sistemare un po il viso e coprire con quel minimo che riuscivo le occhiaie.

Mentre cercavo da vestire dentro lo zaino  con 'will you be there' in sottofondo qualcuno bussò alla porta,andai ad aprire non curandomi del fatto che ero solo con una maglia che mi copriva a malapena il sedere. Dietro alla porta trovai Michael con un sorriso in volto e appena si accorse che ero 'mezza nuda' il suo volto diventò rosso e guardandosi i piedi balbetto -sc..sc..scusa volevo solo dirti che si insomma se vuoi il pranzo tra un po è pronto e se ti va potresti mangiare con noi- con un enorme sorriso per nascondere l'imbarazzo,anche se io ero più rossa di lui,dissi -certo vengo volentieri,non credevo fosse cosi tardi. Dopo devo andare a cercare un lavoro-
Se ne andò e io continuai a prepararmi.

La sala da pranzo era enorme. Un tavolo era situato al centro con tante pietanze sopra e sembravano una piu buona dell'altra. C'erano molto quadri appesi ai muri e davano una sensazione di cultura.
-Ciao abby-mi salutó Paris appena si accorse della mia presenza  e mi fece sedere vicino a lei.
Per tutta la durata del pranzo non parlai ero troppo impegnata a vedere il modo dolce in cui Michael trattava i suoi figli e come scherzasse con loro. Era un padre eccezionale non capisco come alcuni hanno avuto il coraggio di dire il contrario.

Mi stavo per alzare quando Michael mi propose di venire insieme a me dopo a cercare qualche posto dove mi potevano assumere,ovviamente si sarebbe travestito. Io accettai,avrei fatto di tutto una volta solo per un suo abbraccio e ora mi ritrovo a passare un intero pomeriggio insieme a lui.

Mi ritrovai seduta in macchina al suo fianco,sapevo che non era un ottimo guidatore quindi lo guardai un po preoccupata. -Tranquilla in questi anni ho imparato a guidare alla perfezione- mi disse con un sorriso imbarazzato come se mi avesse capito.

Eravamo entrati in tantissimi negozi,bar,ristoranti e accademie di danza  e avevo lasciato a tutti il curriculum ora dovevo solo aspettare che qualcuno mi chiamasse. -Che ne dici se andiamo a prendere un gelato?ora posso fare anche questo- mi disse con un sorriso fantastico che dimostrava quanto li mancasse tutto quello -Certo amo il gelato-
Mentre mangiavamo seduti mi chiese -Come mai facevi quella vita?si insomma ballavi in mezzo ala strada e spesso non sapevi dove andare..- io con un po di tristezza risposi -Stavo con un ragazzo davvero stronzo. Quando ci siamo messi insieme era dolcissimo mi trattava da principessa e quando mi propose di andare a vivere con lui ero contentissima. Ma è vero non ci si può fidare di nessuno. Dopo una settimana che vivevamo insieme iniziò ad usarmi,voleva i miei soldi e che io fossi sempre pronta quando aveva voglia di me. Tante volte sono scappata,volevo inseguire il mio sogno come tu mi avevi insegnato. Volevo ballare e cantare ma me lo impediva e quindi fui costretta a darli tutto ció che possedevo e in cambio lui mi avrebbe lasciato stare..- raccontai tutto con le lacrime che scendevano e lui mi ascoltò con uno sguardo dispiaciuto -Scusa non volevo renderti triste..non volevo farti pena e annoiarti con la mia stupida storia..- Non terminai  la frase perché mi ritrovai catapultata tra le sue braccia con le sue mani che mi accarezzavano la schiena tra un singhiozzo e l'altro. Era l'unico che mi e sempre stato vicino,prima con la sua musica e ora ascoltandomi,cosa che nessuno aveva mai fatto.
-Ora asciuga quelle lacrime Abby e sorridi. Sei una ragazza bellissima non meriti di star male e ti aiuterò io ad affrontare questa vita.- Non riuscivo a capire come un uomo con un passato dove era sempre stato criticato riuscisse ancora a trovare la forza di sorridere e di aiutare una semplice persona come me. Le lacrime non smettevano di rigarmi il volto e mentre cercavo di asciugarle Michael mi accarezzò il viso,voleva solo tranquilizzarmi per lui era normale e sapevo che dietro quel gesto non c'era niente di malizioso ma io lo stesso iniziai a sentire caldo e ad arrossire e lui accorgendosene mi sorrise.

30 giugno

Erano ormai cinque giorni che vivevo in quella casa e questa sera mi ritrovai a fissare il cielo fuori dalla finestra della mia stanza ma mentre guardavo le stelle la mia testa pensava ad altro. Michael,lui era il mio pensiero fisso. Da quando ho conosciuto lui come persona e non più come cantante non riesco a togliermelo dalla mente. Vedevo i suoi occhi ovunque,nei miei sogni trovavo il suo sorriso e ogni cosa anche questa stanza aveva il suo profumo,ogni cosa mi ricordava lui. Non potevo essermi innamorata,é tutto completamente sbagliato,gli rovinerei solo la vita e non se lo merita devo cercare di starli lontana per non peggiorare la situazione. Stavo bene con lui mi faceva sentire sicura e protetta ma lui mi vedeva solo come una ragazzina,avevo pur sempre vent'anni in meno.
Lui non sapeva che ogni volta che mi guardava io mi sentivo morire,che ogni suo sorriso mi scaldava il cuore e ogni volta che parlavamo insieme mi sentivo finalmente felice. Non sapeva che mi stavo innamorando e nemmeno avrebbe mai dovuto saperlo. Dovevo assolutamente tenermi lontana da lui.
Mi addormentai poco dopo quella difficile scelta che mi girava per la testa.

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