capitolo 39

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Michael pov

Restai un'altra ora a piangere ma poi mi feci forza,avrei parlato con lei quella sera. Indossai i primi vestiti trovati e con il viso ancora distrutto da quel avvenimento scesi in cucina.
-Scusa,non sapevo che le avevi mentito- disse il mio manager dispiaciuto -Tranquillo è colpa mia,andiamo- mi diede un abbraccio di conforto e poi partimmo per le prove.

Quel pomeriggio passò molto lentamente,ero distratto,andava tutto male e per la prima volta non ero perfezionista come le altre prove. Il mio corpo ballava,la mia testa non vedeva l'ora di rivedere Abby e parlarle. Tra una canzone e l'altra con gli occhi alle lacrime finalmente potei tornare a casa non riuscivo più a stare con tutti quei occhi puntati addosso per cercare di capire cosa avevo fatto.

Appena arrivato a casa andai nella mia stanza evitando chiunque,speravo di trovarla ma sbagliavo. Provai a chiamarla ma suonava a vuoto,iniziai a preoccuparmi. Non feci in tempo a pensare cosa fare che lei entrò nella stanza,il suo sguardo era basso. Mi avvicinai a lei,misi la mia mano sul suo viso e lo alzai per guardare i suoi occhi così freddi -Devo parlarti,se vuoi dopo puoi urlarmi contro ma ora ascoltami- mi fissò per qualche secondo,poi annuì -Si è vero sono andata da lei e non te l'ho detto ma l'ho fatto per noi. Non voleva firmare le carte del divorzio,non voleva nemmeno darmele se io non fossi andata a cena a casa sua. Non ti ho detto niente per non farti preoccupare,credimi appena ha provato ad allungare troppo la mano sono scappato via. Ho fatto tutto questo per essere completamente libero con te- lei sorrise,mi stava credendo -Ti credo,scusami se sono troppo impulsiva e fuggo invece di ascoltarti ma devi capirmi,ti ho perso così tante volte che ora ho paura- la abbracciai forte e li diedi un bacio sulla nuca -Piccola non avere paura,io non scappo da te-
Eravamo abbracciati da qualche secondo finché Abby non scoppiò in lacrime -Come faremo?tu tra qualche giorno parti,io ho gli studi non posso seguirti,se succederà qualcosa?- mi staccai di colpo -Io credevo che tu saresti venuto con me- confessai dispiaciuto -Non posso Michael,non posso mollare tutto. Appena posso verrò da te ma ho un esame importante da dare. Ti prego promettimi che nin fai cavolate,promettimi di pensarmi- stavolta avrei mantenuto questa promessa,piuttosto di ferirla ancora mi taglierei le vene.

                           ***

Michael pov

Era ormai il giorno della partenza,mi dispiaceva allontanarmi da lei ma sapevo che dovevo farlo -Alla prima tappa dopo l'esame vieni a vedermi promesso?- chiesi timidamente
-Te lo prometto Michael- la abbracciai forte e dopo un lungo bacio che nessuno dei due osava finire fui costretto a staccarmi. La salutai timidamente e andai nella macchina che mi avrebbe portato all'aeroporto. Riniziava la straziante vita da tour.

Abby pov

Sono ormai ore che Michael è partito,mi mancava di già.
Decisi di andare a farmi un giro,avevo già studiato troppo.
Mi stavo preparando quando il telefono squillò,mi lanciai sul letto dove l'oggetto si trovava,ma a malincuore vidi che a chiamarmi era Janet e non la persona che speravo di sentire -Ehi tesoro- risposi -Ehi piccola Abby,vieni a mangiare a casa Jackson stasera?so che sei da sola,ci saranno anche i bambini e non mi dispiacerebbe avere un amica con cui parlare- accettai,alla fine andava tutto bene,bastava non stare chiusa a casa e deprimermi.

Andai a farmi un giro per le strade di Los Angeles,ero immersa tra i miei pensieri e le note che uscivano dalle cuffiette aumentavano il mio essere distratta. Senza accorgermi mi ritrovai distesa sul cemento-Ehi,sta attento- dissi mentre cercavo di alzarmi,appoggiai la mia mano alla sua che galantemente mi aveva offerto e riuscii finalmente a trovarmi in piedi,solo quando i miei occhi si scontrarono con i suoi capii quanto piccolo era il mondo
-Abby,è da tanto che non ci vediamo- quel sorriso dolce lo avrei riconosciuto ovunque,completamente contrario a quello del fratello che per anni mi aveva solamente usato -Ehi,vero,come stai?- chiesi felice di aver trovato una faccia amica in questa noiosa e triste giornata -Bene dai,come mai qua?non vivi più con quello la?ho sempre odiato come ti trattava- in quel momento mi vennero in mente quelle volte dove lo stronzo mi urlava contro o alzava le mani e lui faceva di tutto per proteggermi,era il mio eroe in quel tempo,ma poi quando sono scappata ho deciso di cancellare ogni cosa della vecchia vita,anche le amicizie -Ora vivo qua,di quello non so più nulla e credimi è meglio così. Grazia ancora per tutto-
Parlammo per qualche minuto,poi ci scambiammo il numero e tornai per la mia strada.

 

                               ***

Appena arrivata a casa di Janet salutai tutti,fui sorpresa quando vidi Jermaine accompagnato con una bella ragazza,sicuramente più giovane di lui. Lo abbracciai,ormai le cose tra noi erano chiarite ma mi sentivo minacciata dai continui sguardi di quella ragazza mora al suo fianco.

Michael mi chiamò appena mi sedetti a tavola e quindi fui costretta ad alzarmi e uscire.
-Amore,mi manchi tanto,come stai?- dissi tutto d'un fiato -Sto bene,anche se non è la stessa cosa senza te vicino a me. Cosa hai fatto oggi?ti sei divertita?- chiese lui tranquillamente -Sono andata a fare un giro amore e ho trovato un vecchio amico e ora sono con Janet e tutti gli altri- non rispose subito e questo significava che avevo detto qualcosa di male -Chi è il ragazzo che hai incontrato?devi fidarmi Abby?- era agitato lo si poteva notare dalla voce -Tranquillo Michael,era come un fratello per me,fidati di me-
Parlammo per una mezz'oretta finché poi fui costretta ad entrare per non rischiare di trovarmi senza cibo.

Michael pov

Mi fidavo di Abby,sapevo quanto lei mi amava,mi fidavo di lei non degli altri.

Era ormai sera inoltrata,sarei dovuto essere già a letto o domani non mi sarei alzato molto facilmente,ma non riuscivo a far a meno di pensare a quanto mi mancasse di già.
Alla fine,non so come,mi addormentai sul divanetto affianco la finestra  con lo sguardo verso il cielo.

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