capitolo 33

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L'arrivo a Roma

abby pov

Eravamo appena arrivati a Roma,dopo tre settimane intense piene di prove ora eravamo arrivati a destinazione per il grande passo che sarebbe avvenuto tra meno di cinque giorni.
Michael in questo tempo era stato molto dolce e affettuoso con me,sembravamo due semplici amici ma nei nostri occhi si leggeva ben altro. Con Jermaine andava tutto bene,mi aveva promesso che sarebbe venuto a vedermi ma in questo momento non mi importava,stavo esaudendo il mio sogno e riuscivo a pensare solo a quello.

Erano anni che non tornavo a Roma da quando avevo smesso di parlare con i miei genitori non mi era nemmeno passata per la testa l'idea di tornarci ma in quel momento la loro mancanza la sentivo parecchio. Erano pur sempre mi mamma e mio papà e non poter condividere questa mia gioia con loro,sapendo che ci trovavamo così vicini,per un errore del passato mi rattristiva

Quel giorno decisi però di tentare,volevo vederli e mi mancavano quindi di nascosto senza farmi vedere da nessuna uscii dal retro dell'albergo e mi feci portare da un taxi fino davanti la casa dove ero cresciuta.
Era tutto come una volta,un cancello enorme permetteva l'entrata in una stradina piena di sassi e tutto il contorno era racchiuso da siepi che impedivano la vista di ciò che poteva esserci dentro. Suonai e un maggiordomo mi aprii,essere servita e riverita non mi era mancato odiavo sentirmi così tanto al centro dell'attenzione ma non potevo farci nulla. Entrai e una voce da uomo,che io conoscevo fin troppo bene,mi chiamò -Cosa ci fai qua?ti avevamo detto di andartene e non tornare- non riuscivo a fissarlo negli occhi -Mi dispiace,sono stata una stupida avevate ragione ma ho così tante cose da dirvi e mi manca così tanto vederci felici per i miei risultati ottenuti. Non vi ho dato retta lo so,ero solo una bambina ma vi prego perdonatemi,mi mancate tanto- dissi con qualche lacrima che già iniziava a scendere -Vattene Abby,ci hai deluso così tanto..- sembrava triste ma sapevo che non era così,quando lui prende una decisione quella resta. Li lasciai il bigliettino dell'albergo dicendoli di chiamarmi se volevano parlare.

Il cielo si stava scurendo,ormai era sera inoltrata ma io non avevo nessuna voglia di tornare in mezzo a mille occhi che mi avrebbero scrutato dalla testa ai piedi. Decisi di farmi un passeggiata mentre le lacrime e i ricordi diventavano ogni secondo sempre di più una parte di me.

Non so per quanto tempo il telefono squillò,erano piu o meno le dieci di sera ma io non avevo voglia di alzarmi e andarmene. Stavo odiando quella suoneria e alla fine risposi -Michael ti prego vieni qua,sono in un parco vicino L'albergo,ho bisogno di te- piangevo e in quel momento avevo bisogno di lui,non Jermaine,Jasmin,Frank o chiunque mi stava chiamando..Volevo solo il mio eroe.

Michael pov

Era ora di cena,oggi era giorno di riposo essendo arrivati a mezzogiorno quindi decisi di starmene a letto e riposare per dare il meglio di me il giorno seguente.
Stavamo mangiando tutti,cercavo di essere gentile e cordiale con ogni persona ma il fatto che Abby non era scesa mi preoccupava parecchio 'forse sta male' la chiamai al telefono ma non rispondeva.
Mangiai in fretta e furia e poi andai a bussare alla su stanza. Aspettai per qualche minuto ma nessuno mi apriva quindi dopo riaverla chiamata molte volte mi preoccupai. Chiesi a tutti se l'avevano vista ma nessuno sapeva niente,chiamai persino Jermaine ma non sapeva nulla nemmeno lui,li promisi con fatica di chiamarlo appena sapevo qualcosa.
Erano ormai le dieci e mezzo quando finalmente rispose e con le lacrime mi chiese di andare da lei. Mi feci portare nel posto nonostante io non abbia capito bene dove era ma cercai di arrangiarmi. Nonostante non fosse notte lei si trovava in un luogo dove non c'era anima viva. La vedevo era seduta per terra mentre lanciava dei sassolini davanti di lei,piangeva e sentivo i suoi singhiozzi. Senza dire niente mi sedetti dietro di lei e la abbracciai forte mentre lei aveva posato la sua testa sul mio petto.
-andrà  tutto bene- li dissi sussurrando all'orecchio -No. non va tutto bene- rispose con il fiato mozzato dalle lacrime -Piccola rilassati,respira e parla con calma- le accarezzai il braccio dolcemente per rassicurarla -Sono andata a trovare i miei genitori,ho incontrato mio padre,mi ha cacciata mi ha detto di andarmene che li avevo delusi. Come fanno ad odiare così tanto una figlia,sì avrò sbagliato in passato ma pensavo di mancarli un po' e invece non hanno mai smesso di disprezzarmi- la strinsi forte tra le mie braccia e li lasciai qualche bacio sulla spalla leggermente scoperta. In quel momento le parole sarebbero state inutili,volevo solamente farli capire che io non la avrei mai abbandonata.
Devo fare qualcosa,odio vederla così,non se le merita.
La lasciai addormentare tra le mie braccia per poi riportarla in albergo.
Non riuscii a portarla nella sua stanza,era da troppo tempo che non dormivo con lei tra le mie braccia e quindi la portai nella mia e la posai sul letto. Sono sicura che se capisse cosa sta succedendo non sarebbe rimasta.

Abby pov

Quando mi alzai capii che non ero nella mia stanza,gli indumenti lasciati in giro mi fecero capire che ero in quella di Michael,mi ero addormentata la sera prima tra le sue braccia e ora ero qua. Nel comodino trovai un biglietto 'sono andato a fare delle cose,ti ho lasciato la colazione sul tavolo. Ti aspetto alle dieci alle prove,un bacio e spero tu stia meglio. MJ' in quel momento avevo tutto tranne che fame ma il fatto che si era preoccupato per me mi spinse a mandare giù qualcosa anche perché non potevo ballare se non avevo nemmeno la forza di stare in piedi.

Le prove andarono bene e noi eravamo pronti a far vedere chi eravamo durante il concerto che sarebbe avvenuto tra due giorni. Tornai stanca e fu inevitabile per me addormentarmi subito sul letto senza mangiare. Ballare con Michael era un emozione unica,stavo esaudendo il mio più grande desiderio. Avevo paura di sbagliare qualcosa ma ad ogni errore lui mi aiutava ad alzarmi,non c'è maestro migliore di lui.
Ho amato Michael Jackson la persona e ora sto conoscendo anche Michael Jackson il re,niente poteva andare meglio di così.


**

Il grande giorno

Quando mi alzai dal letto ero tremendamente agitata,il cuore non smetteva di battere e correvo avanti e indietro per la stanza con la paura di dimenticare qualcosa da portar via. Tutti mentre facevamo colazione avevamo un sorriso enorme in volto,Michael non c'era era già nel luogo per sistemare le ultime cose mentre noi saremo dovuti andare tra meno di un'ora. Mi sentivo al settimo cielo
'piccola scusami,non posso venire ho un impegno urgente di Lavoro perdonami. Andrai benissimo' era Jermaine e ovviamente non sarebbe venuto,non so perché mi illudevo non tutto poteva andare a finire bene

Era ormai sera,tra meno di mezz'ora sarò in quel palcoscenico
-Rilassati andrai alla grande- se sei con me tutto andrà bene avrei voluto dirli ma mi risparmiai a fare una smorfia simile a un sorriso.
Quando le luci si spensero capii che era il momento di andare in scena. Il tutto iniziò con Man in the mirror la canzone più amata da tutti quindi avrei dovuto aspettare un altro po'.
Quando fu il turno di the way you make me feel entrai,mi faceva strano fare la parte della ragazza sedotta da Michael. Mentre camminavo,cercando di non cadere con i tacchi,i miei occhi si scontrarono con le uniche due persone che non avrei mai immaginato,i miei genitori erano in prima fila e mi stavano facendo per la prima volta dopo anni un sorriso,erano fieri di me e lo vedevo dai loro occhi. Subito dopo Michael mi fece l'occhiolino e io capii che in mezzo a questa storia c'era lui.  Come potevo non amarlo,chi altro avrebbe fatto tutto questo per me.

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