capitolo 17

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Michael pov

sono due settimane che mi trovo a Londra,sono giorni che ormai ho iniziato a fare le prove per il concerto e non mi sono mai sentito così vivo. È tutto diverso stavolta,dormo sereno e mi sveglio con una gioia immensa.
Due settimane che sono tornato a vivere il mio sogno.
Ogni tanto i fan vengono sotto il mio hotel,urlano,mi cercano e mi fanno stare bene..ero tornato quel Michael Jackson che loro adoravano,l'unica differenza e che avevo ufficialmente smesso di ascoltare i pregiudizi contro di me.

Era ormai sera,avevo appena smesso di allenarmi e volevo solamente tornare in Hotel a farmi una doccia rinfrescante,mangiare e buttarmi a letto. -ehi Michael,ti va di andare a cena stasera?- mi chiese una voce dolce e timida,era la mia nuova truccatrice,era molto giovane e carina,il suo nome è valery se non sbaglio. Conosco il suo amore nei miei confronti,ma io voglio abby -certo,vieni al mio hotel più tardi- alla fine accettai avevo solo bisogno di distrarmi.

La serata insieme a lei sembrava passare in fretta,era una ragazza gentile e molto dolce e ovviamente anche molto bella,aveva un fisico con le giuste forme e in mezzo alle mie gambe qualcuno sembrava apprezzare questo. Era ormai tardi,allora decidemmo di fare una passeggiata,a quell'ora nessuno ci avrebbe visto,sicuramente tutti dormivano.
-sai Michael,all'inizio mi piacevi solo per il tuo aspetto,e non lo nego che quando ho scoperto che eri 'morto' ho pianto,ma ora averti qua,parlare con te mi ha fatto capire che persona fantastica sei. Sono sicura che il sentimento non è ricambiato ma volevo dirtelo,spero che questo non comprometta il nostro rapporto lavorativo- stavamo fissando il cielo stellato,seduti su una piccola panchina nascosta in un parco nel bel mezzo della città quando mi confessò tutto ciò,io rimasi senza parole,amo Abby ma non posso rifiutarla dicendo che ero fidanzato o avrei messo la mia piccola in pericolo,anche se devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuta Valery se il mio cuore non fosse già occupato. -Mi dispiace,sei veramente una bella ragazza ma io non posso,non ora,sto rivivendo il mio sogno e una ragazza non entra nei miei progetti,ti ferirei soltato..- vidi la sua faccia,era delusa,aveva un'espressione strana,mi fissava dritto negli occhi e senza accorgermene le sue labbra si posarono sulle mie. Fu un bacio lento e dolce,durò pochi secondi,dopo essersi allontanata dal mio sguardo,prima di andarsene mi disse -Scusa,volevo vedere cosa si provava a toccare le tue labbra,non accadrà più,tu sarai solo il mio capo. Scusa ancora e grazie per la serata- ci abbracciammo forte e poi vidi la sua ombra allontanarsi.
Mi aveva baciato e io non volevo,non sapevo come dirlo ad Abby.
Tornai in hotel,mi buttai a letto e con mille pensieri mi addormentai.

                          •il giorno dopo

Abby pov

Erano due settimane che Michael non c'era,lo sentivo raramente perché ogni volta è sempre impegnato. Conoscevo i suoi spostamenti grazie ai soliti giornali di gossip. Anche quella mattina come il solito provai a chiamarlo,e come ogni mattina puntualmente suonava a vuoto.
La casa era alquanto silenziosa,erano usciti tutti,allora decisi di far colazione fuori in qualche bar.
Indossai dei pantaloncini in jeans e una canottiera nera classica e le mie converse bianche.

Mentre camminavo vedevo qualche ragazza guardare uno dei soliti giornalini pieni di bugie,che ora avevo iniziato pure io a controllare costantemente solo per lui,e fare qualche stupido commento come 'oddio che fortuna',lasciai perdere e ancora assonnata entrai in un bar non molto lontano per bermi un cappuccino.

Mentre tornavo a casa mi fermai in un negozio per comprarmi la mia solita rivista sperando di leggere qualche notizia sul mio uomo. Quella mattina avevo un brutto presentimento,come ogni sera avevo sognato che mi abbandonava,ma oggi era diverso. Lo presi,pagai e senza guardarlo mi rifugiai in quella casa che ormai sembrava appartenere un po' anche a me. Sfogliai un po' di pagine finché non trovai delle foto raffigurare Michael con una ragazza mentre si baciavano e abbracciavano. il titolo diceva 'il re del pop è tornato e ha fatto conquiste'. Mi sentivo tradita,umiliata,andai nella mia stanza e con le lacrime provai a chiamarlo,ma ovviamente era troppo impegnato per me o magari era con quella troietta.
Senza pensarci due volte misi qualche vestito in uno zaino e corsi all'aeroporto,avevo bisogno di spiegazioni,me le doveva.

Arrivai a Londra la sera stessa,erano quasi le sette. Chiamai il suo manager,l'unico che sapeva di noi,e mi feci dire dove stava. Mandò una macchina a prendermi e in meno di un ora ero nel posto dove lui ogni giorno passava le ore a provare.
Entrai di corsa fregandomene degli sguardi che ogni persona presente mi puntava addosso,quando una ragazza mi guardò fissa negli occhi e in quel momento il mondo mi crollò addosso. Era lei,lavorava per lui,chissa quante volte mi aveva tradito in questo tempo. In meno di un secondo la
mia mano si trovò nella sua guancia -Sei una grandissima troia- li dissi solo questo. Lei mi guardava in modo strano,non capiva,non la biasimavo ne lei ne nessuno sapeva di me.  Un uomo,forse della sicurezza,si piazzò davanti di me -Lei chi è?nessuno può entrare se non lavori qua-
-cerco Michael Jackson-risposi -Mi dispiace,le fan non sono ammesse- mi prese per portarmi fuori quando il suo manager li disse -lasciala passare,sta con me- lo ringraziai con un sorriso.
Mi portò da Michael,stava parlando con un ragazzo,forse un ballerino,ma in quel momento non mi importava. Gli sguardi sembravano continuare a seguirmi e tutti si ritrovarono a guardare lo spettacolo che io avrei appena iniziato. Appena mi vide rimase sorpreso -Ehi,che ci fai qua?-
-cosa ci faccio io qua?Mi stai prendendo in giro?chi è questa Michael?non avevi tempo per le mie chiamate ma per sbavare dietro ad un altra si?Sai quante sere ho pianto per te,lo sai?forse no visto che ti sei già dimenticato di me a quanto pare.-
li lanciai la rivista addosso -Ma cosa,no Abby lasciami spiegare non è come pensi tu,ti prego- Stava piangendo,ma nemmeno quelle mi fecero cambiare idea. -È finita. Me ne torno a casa mia,quando tornerai la mia stanza sarà vuota. Mi hai preso in giro.-
In quel momento tutti capirono chi ero,mi girai di nuovo verso quella ragazza e senza dirli niente mi allontanai.
-Non andartene ti prego,resta qua,dobbiamo parlare- le sue lacrime mi ferivano e lui lo sapeva ma in quel momento avrei dovuto mettere prima me,non potevo perdonarlo subito.
-Io resto fino a domani,hai 5 minuti per spiegarmi. Ci vediamo domani mattina.-
appena sorpassata quella porta le mie lacrime iniziarono a scendere.

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