capitolo 21 (parte 1)

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Abby pov

Mi svegliai il più lentamente possibile,non volevo svegliarlo sapevo che avrebbe fatto di tutto per convincermi a restare e io da stupida che sono ci sarei cascata.
Mi vestii e basta,volevo andarmene il prima possibile.
Mi feci accompagnare fino all'ereoporto dal suo autista e in meno di tre ore ero già seduta in quell'aereo che mi avrebbe riportato a casa,anzi nella dimora di Michael.
Spensi il telefono senza leggere nemmeno un messaggio,lui non c'è stato prima perché dovrebbe esserci ora?

Michael pov

Mi svegliai con la consapevolezza che lei se ne era andata,non mi ha nemmeno salutato,li mandai qualche messaggio con la speranza di una risposta,che peró mai arrivò. Ho fatto una cazzata e ora non so come uscirne senza farla soffrire. La amo,la amo da morire ma sto ricadendo di nuovo in quel burrone chiamato 'essere famosi'.

Non volevo ma fui costretto a chiamare Valery per farmi sistemare il viso e i capelli.
Appena entrò posò le sue labbra sulle mie e io come risposta la scansai via -Ma io pensavo che dopo ieri..- la fermai subito -no non devi pensare a niente. È solo un fottuto errore che non deve uscire da queste mure,hai capito?-La sua faccia diventò rossa dalla rabbia mescolata da qualche lacrima -Un errore?venire a letto con me è stato un errore?mi stai prendendo in giro Michael. Vaffanculo- e uscì sbattendo la porta.
Mi buttai sul letto e scoppiai a piangere 'ho fatto un casino e se Abby lo scopre è la fine'

tre giorni dopo.

Abby pov

Sono tre giorni che sono tornata a Los Angeles,Michael apparte il primo giorno non si è mai fatto sentire,non gli importa di me,ero solo il suo passatempo. Non trovava nemmeno due minuti della sua giornata per chiamarmi o per scrivermi se stavo bene,eppure sentivo sempre i suoi figli parlare al telefono con lui quindi il tempo se voleva lo trovava,semplicemente stava evitando me.

Erano esattamente tre giorni che avevo mollato il lavoro e ogni cosa,avevo perso i contatti anche con Jasmine ovvero lei mi scriveva ma io la ignoravo,me ne stavo tutto il giorno chiusa in camera e uscivo solo per mangiare qualcosina,Paris si era accorta di questa mia tristezza ma quando ha provato a tirar fuori il discorso io feci finta di niente. Cosa avrei dovuto dirli?che a suo padre non gliene frega niente di me e allora sto male per questo? Anche se secondo me aveva intuito che era successo qualcosa con lui.

Mi alzai da letto che ormai aveva preso la forma del mio corpo,presi dalla mia borsetta una sigaretta,mi avvicinai al balcone e con sguardo perso fissai lo spettacolo che mi circondava.
Erano quasi le sei del mattino,ma io ero determinata lo stesso a prendere quel telefono e comporre il suo numero.
uno squillo,due squilli,tre squilli..
-Pronto- aveva la voce impastata dal sonno e chi poteva negarlo era mattina presto -Ciao michael..volevo solo sapere,si insomma..come stavi..- non rispose subito,passarono secondi che sembravano interminabili -Sto bene grazie. tu?- lo disse con una voce così tanto distaccata da farmi quasi paura,non sembrava lui,non era quella vocina dolce che mi cullava la notte. -Bene,scusa se ti ho disturbato..- non volevo piangere al telefono con lui,non volevo farli pena così presi tutte le forze che avevo per cercare di nascondere la mia voce strozzata dai piccoli singhiozzi. -Non disturbi,ma sono stanco devo dormire. Ci vediamo quando torno,buonanotte- e così riattaccò senza darmi il tempo di contraddire o semplicemente dirli buonanotte.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso,iniziai a lanciare ogni cosa che mi trovai davanti,urlai,piansi fino a finire ogni lacrima..era riuscito a distruggermi.
Avevo bisogno di un'amica,chiamai jasmine e scusandomi per non averli risposto li raccontai tutto ma evitando di dire che il mio ragazzo era Michael Jackson. Mi fece sfogare al telefono e mi lasciò con la promessa che presto sarebbe venuta a trovarmi e mi avrebbe fatto distrarre dal mondo intero.

Michael pov

Dopo la chiamata con Abby non chiusi più occhi. La avevo tratta male,volevo che si allontanasse da me. Con il passare del tempo io avrei avuto sempre meno tempo per lei,e con questo segreto che mi perseguita non riuscirei nemmeno a guardarla in faccia,starà male e questo lo so ma presto riprenderà la sua vita in mano e dimenticherà dello schifo che sono stato io per lei.
Tra due giorni tornerò a Los Angeles e non so come farò ad averla vicina e non poterla sfiorare nemmeno con un dito,solo il pensiero mi uccide.

Passai la giornata chiuso nella stanza ad annusare quella camicia che aveva ancora il suo profumo,mi rifiutai di fare qualsiasi cosa,volevo starmene da solo senza nessuno in mezzo ai piedi. Alla fine qualcuno si arrese e aprì la porta di forza,era Frank e forse era anche l'unico che non avrei mai cacciato vita.
-Michael,tutto bene?mi hanno detto che non vuoi uscire da questa stanza- si avvicinò a me ma non troppo per paura di una mia reazione,lanciai una lampada che era posta sopra il comodino vicino a letto non sapendo che dall'altra parte Abby stava facendo esattamente la identica cosa. Scoppiai a piangere -Ho fatto una cazzata. l'ho tradita ma lei non lo sa,la sto allontanando,non ho mai tempo per lei e mi mancava e sono ceduto e l'ho tradita capisci?sono uno stronzo! Ma la amo,non voglio che se ne vada. Il mio mondo la sta distruggendo e lei non merita di cadere insieme a me- mi abbracciò -Devi dirlelo,se la ami merita di saperlo. Parlali delle tue preoccupazioni,falla entrate nella tua vita invece di escluderla. Lei ti ama si vede dai sui occhi e tu ami lei. Non farla scappare così,corri da lei e se ha accettato te significa che ha accettato anche il tuo mondo. Non fare il solito paranoico anche quando non serve- mi disse con un leggero sorriso. Era l'unico che sapeva sempre dirmi la cosa giusta e non li sarò mai abbastanza grato per tutto quello che ha fatto e sta facendo per me.

   
    il ritorno a Los Angeles

abby pov

Oggi Michael sarebbe tornato,nonostante volessi fargli vedere che ero incazzata con lui la felicità prese il sopravvento e un sorriso a trentadue denti mi si stampó in faccia già da appena alzata dal letto.
Mi feci una doccia rinfrescante,appena asciutta mi truccai e mi piastrai i lunghi capelli. Indossai dei jeans strappati e una maglietta bianca.

lo stavo aspettando dalla finestra quando sentii Paris urlare e questo mi fece capire che era entrato da un'altra parte e non da dove lo stavo aspettando io.
Scesi dalla scale e quando incontrai il suo sguardo non riuscii a fare a meno di stringerlo forte tra le mie braccia -scusa per tutto- li sussurrai all'orecchio in modo che nessun altro possa sentirlo -dopo ne riparliamo da soli,ora sorridi però- Era tornato lui,la persona per cui avevo perso la testa.

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