Capitolo 1: "Come a casa"

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Christopher era un ragazzo che molti potrebbero definire normale, o almeno fino a qualche tempo prima, prima che venisse preso in giro, prima che fosse lasciato solo, abbandonato a se stesso e prima che la sua vita venisse stravolta, prima la morte di sua madre, poi dalla consapevolezza.
E proprio quel ragazzo ora si trovava davanti al sogno della sua vita, che fino a quel momento era rimasto chiuso in un cassetto, sotto chiave, senza possibilità di essere realizzato.
Eppure era tutto vero, era davvero alla P.C.A, non era un sogno.
Ora che aveva finalmente realizzato tutto ciò, ed era riuscito a convincere suo padre, rimaneva solo una cosa da fare: trovare la segreteria.
Ma ovviamente le cose non possono mai andare lisce come dovrebbero.
"Figliolo, sei sicuro di non voler cambiare idea?" e probabilmente il signor Sparks aveva già notato il nervosismo del figlio.
"Si papà, sono sicuro."
Ci furono diversi istanti di silenzio tra padre e figlio ma finalmente Christopher si decise e con un gesto della mano salutò il padre che molto probabilmente non avrebbe rivisto per diversi mesi.
Purtroppo il motivo principale dell'agitazione del ragazzo in quel momento non era altro che il suo pessimo orientamento, era sempre stato negato in questo genere di cose. Neanche con un navigatore sarebbe stato in grado di trovare davvero la segreteria.
"Scusi, mi può dire dove si trova la segreteria?" ma per sua fortuna chiedere non è scortesia.
Chiese ad un uomo, alto e con gli occhi più freddi che Christopher avesse mai visto, che gli rispose con un sorriso. Sembrava come se quel sorriso fosse in grado sia di tranquillizzarlo che di ucciderlo, qual'ora lo volesse.
"Sei nuovo immagino, seguimi pure" lo sconosciuto sembrava molto sicuro di sé, forse troppo, e in cuor suo Christopher sperò di non avere troppo a che fare con quell'uomo in futuro.
Presto si trovò davanti a una figura femminile alquanto mingherlina, con gli occhiali sul naso e intenta a digitare freneticamente qualcosa su quella tastiera, che probabilmente le aveva fatto qualcosa a livello personale... Meglio non indagare.
Quella che doveva essere la segretaria alzò il volto sistemando gli occhiali su quel piccolo naso affilato e squadrando il povero mal capitato di turno, ma appena vide l'uomo altezzoso di fianco ad esso sbalzò è scattò in piedi, neanche fosse un militare.
"Buon giorno signore, posso fare qualcosa per lei?" la voce della donna sorprese molto Chris, al quale venne in mente il tono dello squttio di un topolino.
"Aiuta questo ragazzo e portami una tazza di caffè, grazie Amy" anche il nome è da topo, pensò Christopher.
Lo sconosciuto non si degnò neanche di salutare si girò ed aprì una porta sulla quale era scritto "presidenza" e vi entrò.
Figuracce?
Christopher ne era un esperto, ma chi lo avrebbe mai capito che quell'uomo superbo e altezzoso era il preside della PCA?!
"Allora, cosa posso fare per te ragazzino?" chiese la segreteria seccata.
Dopo questa domanda c'erano solo due possibilità:
O lì avevano tutti complessi di superiorità oppure a livello inconscio Christopher gli aveva fatto qualcosa, se no non si spiegava tutta quella falsa cortesia che emanava disprezzo da tutti i pori, con la quale tutti si rivolgevano a lui.
"Sono Christopher Sparks, sono nuovo" il ragazzo non aveva mai imparato a essere sicuro di sé, non a parole almeno, e questo era uno dei casi nei quali esse facevano fatica a uscire.
"E se anche fosse?" ora le ipotesi salgono a tre: che la segretaria sia l'amante del preside con complessi di superiorità e sia mestruata? Se così fosse si spiegherebbe l'astio insensato dei due verso il giovane?
"Non so quale è la mia stanza"
"Come ti chiami?" oltre che cieca pure sorda? Ma in che situazione si era cacciato quel povero ragazzo?!
"Christopher Sparks"
La segreteria iniziò a scorrere quello che doveva essere l'elenco degli studenti e a un certo punto si fermò e chiese "Christopher Sparks?".
dovesse fare un ragazzo per sapere la propria stanza ChriCosaprio non lo sapeva.
"Si, sono io, dove alloggio?"
"Stanza 210, ala Ovest del dormitorio maschile, secondo piano, insieme a... Alex McCardue"
La segretaria, se così si poteva definire la donna topo, consegnò le chiavi al povero ragazzo che subito corse fuori verso il dormitorio, attraversando mezzo campus.
Finalmente era davvero alla PCA, quasi non riusciva a crederci, correva per arrivare alla stanza, ma cosa più importante, perché era felice.
Finalmente dopo tanto tempo era felice e poteva dire di essersi meritato quel sorriso che da tanto aveva abbandonato il suo volto e che ora era ritornato a increspargli le labbra carnose.
Arrivò velocemente al dormitorio.
"206, 207, 208... 209... 210!" aprì la porta senza pensarci due volte, ma non pensava certo di inciampare in una borsa finendo rovinosamente a terra.
Figuraccia numero 2, di male in peggio.
"Ehy! Ti sei fatto male?" la faccia di Christopher era ancora ben spalmata sulla moquette, quando una voce maschile lo riportò alla realtà, ricordandogli che forse aveva anche un compagno di stanza...
Subito cercò di alzarsi e gli fu offerto un aiuto dal proprietario della voce che poco fa lo aveva chiamato.
Accettò di buon grado l'aiuto del suo nuovo compagano di stanza, afferrandogli saldamente la mano calda e forte.
"Credo di no, grazie comunque" disse cercando di sorridere mentre si teneva la testa con una mano, l'atterraggio sul pavimento non era stato dei migliori.
"Io sono Christopher"
"Io Alex, piacere"
Quel ragazzo colpì Christopher, a dire il vero la sua bellezza e i suoi occhi bellissimi, ma soprattutto il largo sorriso che gli regalò.
"Posso chiederti una cosa?"
"Ehm, si..." magari aveva fatto qualcosa che non andava, o forse era stato scortese?
"La segretaria ha cercato di uccidere anche te con una matita?"
"Prego?!"

Continua


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Se ci sono errori ortografici riferitemelo.

Psychoixx
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