"Ciao mamma, ne è passato di tempo. È da quando sono andato alla P.C.A. che non vengo a farti visita. So che dovrei essere felice e sorriderti, come faccio sempre, ma questa volta non riesco proprio a dirti che va tutto bene. Non riesco a sorridere, non riesco a ridere, non riesco a essere felice, non riesco nemmeno a respirare, non riesco neanche più a vivere. Quando sei piccolo ti dicono che quando crescerai troverai una persona speciale che ti amerà, nessuno ti dice che potresti soffrire, che potresti stare male... Io non ero pronto a questo mamma..."
Per fortuna Christopher era solo in quel momento, non avrebbe mai voluto che qualcuno lo vedesse piangere sulla tomba di sua madre, mentre gli parlava, singhiozzando e parlandogli con voce tremante.
Lo stesso giorno che aveva chiamato suo padre, s'era anche fatto venire a prendere, non voleva restare nel campus per le vacanze, tutti quei luoghi gli ricordavano Austin, quindi era tornato a casa da suo padre, anche se lui non c'era quasi mai, a causa del suo lavoro e quindi Chris passava molto del suo tempo da solo.
Era notte ormai, ma nonostante ciò aveva chiesto a suo padre di accompagnarlo al cimitero, aveva bisogno di vedere sua madre.
Chris si alzò e diede un ultimo saluto alla fredda lapide, per poi girarsi e andare verso l'uscita del cimitero, dove lo aspettava suo padre,in macchina.
La prima cosa che fece il biondo, appena entrato in casa, fu accendere il telefono, lo aveva spento appena se ne era andato via da Austin, per paura che lo chiamasse.
Però stranamente, Austin non lo aveva chiamato, anzi, gli unici a chiamarlo erano stati: Zack, Alex e Jonah.
Jonah e Zack molto probabilmente sapevamo cosa era successo, invece Alex non lo poteva sapere, a meno che non glielo avesse detto qualcuno.
In ogni caso Chris aveva l'egoistico desiderio di parlare con qualcuno che sarebbe stato ad ascoltarlo senza giudicarlo e senza pretendere altro.
Così compose il numero e si portò il cellulare all'orecchio.
"Pronto, Chirs?" rispose Alex dopo il terzo squillo.
Era bello risentire la voce del suo amico, non si vedevano da tanto ed era bello poter parlare l'uno con l'altro.
"Ciao matto" disse Christopher sorridendo.
"Ciao, come va lì col tuo amore?" chiese Alex, evidentemente all'oscuro di ciò che era successo.
"Non bene... Ma prima dimmi perché mi hai chiamato" rispose il biondo cercando di cambiare argomento.
"Va bene, allora, ieri Cameron mi è venuto a prendere perché la sera prima ci eravamo chiamati e in qualche modo abbiamo risolto, non ho capito bene neanche io come ci siamo riusciti, sta di fatto che ora sono a casa sua, ho conosciuto sua sorella, è simpaticissima, ma tutti gli altri membri della famiglia sono fuori casa, per delle compere. Mi deve presentare come il suo fidanzato ai suoi genitori e ai suoi tre fratelli, di cui uno omofobo, che ha praticamente costretto Cameron a scappare di casa. Cam mi ha detto che comunque sono tutte brave persone, so che dovrei prenderla bene, ma ho paura, so che non dovrebbe essere così, ma non riesco a stare calmo!... Aiutami Chris!"
Era buffo sentire le parole di Alex e quando lo ascoltò Christopher non poté fare a meno di sorridere, ma allo stesso tempo una morsa gli stringeva il cuore, fino a pochi giorni fa anche lui si trovava nella sua stessa situazione.
Chris si prese qualche istante prima di rispondere e poi iniziò a parlare.
"Inanzi tutto calmati, non c'è niente di strano, ora sei con Cam?" chiese in tono dolce e rincuorante.
"No, è giù di sotto in sala..." rispose incerto l'altro.
"Vai da lui, digli tutto, ma ricorda che tu non sei lì per i suoi parenti, ma per lui, vedrai che andrà tutto bene, ne sono sicuro. Non c'è persona che ti conosca che non si sia innamorata di te" concluse sentendo l'amico sospirare.
Passarono alcuni istanti, ma alla fine si sentirono dei rumori dall'altro capo del telefono e Chris capì che qualcosa si stava muovendo.
"Grazie Chris... Non so come farei senza di te!" disse il castano felice "Ma non mi hai ancora detto cosa è successo con Austin..."
Chris prese un grande respiro e provò a riordinare le idee per essere il più preciso possibile, poi iniziò a raccontare.
"Come è potuto succedere?" chiese Alex più a se stesso che al diretto interessato.
Il castano sapeva che il tipo di amore che legava Christoper e Austin era molto particolare, sapeva anche che era complicato e che sarebbe stata dura uscire da quella situazione.
"Cosa faccio Alex, lui mi ha mentito, sai che odio quando qualcuno mi mente! Cosa dovrei fare? Non mi ha neanche chiamato..."
Alex sapeva bene quanto Chris non sopportasse le bugie, si ricordava quando gli aveva mentito su Cameron, sembrava davvero infuriato, non tanto per quello che riguardava la bugia, ma per il fatto stesso che qualcuno gli abbia mentito.
E probabilmente era così anche questa volta, solo che in questa situazione, se era vero che Austin prima o poi lascerà l'accademia... Anche la loro relazione potrebbe avere un risvolto negativo.
Se ne avessero parlato magari ora starebbero passando le vacanze insieme assaporando meglio ogni momento, nonostante la consapevolezza di ciò che realmente sarebbe accaduto.
"Chris io non so perché Austin non ti abbia detto niente, ma ti prego, forse tu non te ne accorgi ora perché sei arrabbiato e deluso da lui, ma Austin ti ama più di ogni altra cosa al mondo... E anche per te è così, vero?" disse Alex, nonostante sapesse già la risposta.
"Si... Ma-"
"Niente "ma", ha sbagliato, è vero, probabilmente ora se ne sta pentendo, ma se davvero lo ami allora devi fare di tutto per riaverlo con te! Chi esita non ha speranza! Lo abbiamo capito entrambi a nostre spese..."
Alex aveva ragione, eccome se aveva ragione.
"Grazie..." disse soltanto il biondo, prima di chiudere la chiamata.
Con tutta probabilità lui e Austin avrebbero ancor litigato, ma se non fosse stato così, probabilmente non sarebbe stato amore.
Chris compose un altro numero, c'era qualcun altro che lo aveva chiamato.
Appena qualcuno rispose subito Chris iniziò a parlare.
"Zack! Come va? Scusa se-" per la seconda volta in pochi minuti, gli fu impedito di concludere una frase.
"Christopher! Oddio, dove sei?!" era la voce di Jonah, ma tremava, come se fosse impaurito, stava quasi urlando ed era agitato.
"C-Cosa è successo?" chiese Chris preoccupato.
"Non lo so! Zack è svenuto, lo stiamo portando in ospedale, io ho bisogno di qualcuno! Mio cugino è scomparso e mio padre mi odia, ti prego Chris aiutami!"
Cosa? Perché Zack era svenuto?
In effetti alcune volte, durante le ore di ginnastica si fermava perché si sentiva male, aveva molte volte la pressione bassa, ma non era mai svenuto.
Ma la cosa che aveva fatto agitare di più il biondo era il tono della voce di Jonah, urlava, ma la sua voce era instabile, se solo Chris avesse conosciuto meglio il ragazzo dall'altra parte del telefono avrebbe capito che quest'ultimo era in lacrime.
Eppure Jonah non piangeva mai...
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Stanza 210➡ Tematica omosessuale
RomanceChristopher Sparks era ancora troppo giovane e immaturo, quando perse sua madre in un incidente stradale. Era ancora troppo spensierato per comprendere a pieno quella perdita inaspettata. Negli anni successivi, vivere con il padre, stava diventando...