Capitolo 23: "L'amore vince"

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Zack era stato costretto a letto, era ormai arrivato il Natale, e nonostante avesse trascorso la vigilia in ospedale, anche 25 l'avrebbe dovuto passare su quel letto candido e tra le lenzuola perfette.
Jonah non lo aveva lasciato neanche per un momento, anzi, da quando si era svegliato non era ancora tornato a casa, era sempre stato con lui.
"Amore, non torni a casa oggi? È Natale" gli aveva chiesto quella mattina Zack vedendolo sulla solita sedia e con un vassoio in mano che portava sopra la sua colazione.
"Non ci penso proprio, io resto con te Zack!" aveva detto il moro in risposta, passando al proprio ragazzo il vassoio con il cibo.
"Sei proprio sicuro di non voler passare la festas con la tua famiglia?"
Jonah alzò gli occhi al cielo, alcune volte pensava che l'unico modo per far capire determinate cose al proprio ragazzo fosse dirlo letteralmente, senza girarci tanto in torno, cosa che infatti fece.
"Zack, sei tu la mia famiglia, il mio Natale lo voglio passare con te, capito? Non con delle persone che, anche se mi sorridono, mi continuano a giudicare per quello che sono, io sto bene qui, con te!" aveva detto in fine il moro, non accettando altre repliche da parte dell'altro.
Zack sospirò e prese il vassoio dalle mani di Jonah, era impossibile provare a capire quel ragazzo, tanto meno provare a fargli cambiare idea.
Il più giovane iniziò a mangiare lentamente la sua colazione, il cibo dell'ospedale non era il massimo, ma purtroppo doveva accontentarsi, aveva ancora da fare 3 esami, ma i dottori erano lenti e a nessuno interessava di un ragazzino orfano che voleva solo stare da solo col suo ragazzo il giorno di Natale.
"Il caffé è più dolce del solito..." constatò Zack con un sorriso sulle labbra.
Jonah si alzò dalla sedia per andare di fianco al proprio ragazzo, sedendosi anche lui sul letto.
"So quanto odi le cose amare ed ho provveduto a sgraffignare un po' di zucchero per la persona più dolce del mondo" rispose Jonah, ricambiando il sorriso del più piccolo e lasciandovi sopre un bacio altrettanto dolce.
Come ogni mattina il dottore gli aveva fatto visita e gli aveva ricordato che era tutto a posto, che poteva muoversi, poteva anche uscire e gli aveva anche detto che non avrebbe dovuto rinunciare alle sue amate corse per il campuns, bastava solo che fossero più brevi e meno intensive, poteva praticamente fare tutto, avrebbe solo dovuto monitorare il suo cuore.
Inoltre Zack notava che molte volte il dottore parlava con Jonah, fuori dalla stanza, sapeva che parlavano di lui, ma l'altro aveva detto che non era niente di cui preoccuparsi.
Quel giorno di festa, quando il dottore uscì, non richiuse la porta dietro di se, ma la lasciò aperta e poco dopo rientrò nella stanza con un piccolo albero, di quelli che massimo sono alti un metro e che stanno in un angolo giusto per dare un po' di atmosfera.
Zack non fece nenanche in tempo a fare una domanda che il dottore uscì dalla stanza.
Perché portare un albero di Natale lì dentro? Perché a lui?
Nonostante avesse tutte quelle domande per la testa, Zack sapeva di chi fosse la colpa.
Il ragazzo si girò verso Jonah con uno sguardo indagatorio, ma allo stesso tempo sognante.
"Beh, avevi deto che non avevi mai festeggiato un Natale, che non avevi mai fatto un'albero di Natale... E dato che non potevamo andare noi a casa per farlo, ho portato l'albero qua, so che non è grandissimo, mi dispiace"
Jonah stava cercando come delle scuse per quello che aveva fatto, ma non si era accorto dello sguardo umido di Zack rivolto all'albero.
Non ne aveva mai addobbato uno, non aveva neanche mai festeggiato il Natale...
Zack scese dal letto d'ospedale, ormai non era più attaccato a delle flebo, quindi iniziò a camminare per la stanza tranquillamente, senza preoccuparsi dello sguardo curioso di Jonah, tanto meno del pavimento freddo su cui stava camminando.
Si avvicinò all'albero, notando di fianco una scatola, che aprì, dentro c'erano si e no una cinquantina di palline di Natale, tutte diverse, una in particolare attirò la sua attenzione, c'era riportata sopra la data di quel giorno, era bellissima, e quando Jonah arrivò al fianco del più piccolo, subito si ritrovò due piccole braccia a strigerlo e degli occhioni lucidi e pieni di lacrime a guardarlo.
"È bellissimo, amore mio, non ho parole... Grazie" disse tra le lacrime e i baci Zack.
Jonah lo aveva stretto a se e lo aveva fatto sedere sulle sue gambe e gli aveva asciugato le lacrime baciandogli il volto.
Ci era voluta quasi mezz'ora per far cessare i singhiozzi di Zack ma poi si erano sorrisi e si erano avvicinati all'albero, decorandolo e addobbandolo.
Il cibo dell'ospedale non buonissimo, ma quel giorno, essendo speciale, qualche infermiera aveva chiuso un occhio quando avevano visto Jonah con dei dolci in mano.
Poi era arrivato il momento dei regali, ma il vero regalo per entrambi, era essere l'uno di fianco all'altro, nonostante tutto e tutti.
In men che non dica si ritrovatono sul letto, abbracciati ad osservare la l'albero.
"Sai quale è la parte migliore di questo Natale Zack?" gli chiese Jonah accarezzandogli la testa.
In risposta l'altro alzò lo sguardo senza capire veramente cosa intendesse.
"Amore, è già tutto bellissimo così, cos'altro potresti fare?! È già tutto perfetto!" disse Zack sorridendo a Jonah ed avvicinando i loro volti per dargli un bacio.
Jonah non sapeva davvero se era il caso o meno di rompere l'atmosfera in quel momento, ma ormai aveva incuriosito il suo ragazzo e nessuno poteva più distoglierlo dal voler saprere cosa voleva dire il maggiore.
"Beh, sempre se ti va... Potremmo festeggiare il Natale anche a modo nostro..." disse il moro portando entrambe le mani ad accarezzare i fianchi di Zack.
Erano lì, abbracciati, davanti a un'albero di Natale, con i regali scartati ai piedi del letto, sdraiati insieme a coccolarsi e Jonah gli chiedeva spudoratamente di fare sesso... Sì, in effetti Zack avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa del genere dal proprio ragazzo.
Il minore sospirò, scacciando le mani del proprio fidanzato, tirandosi su a sedere, in ginocchio, per guardare meglio l'espressione dell'altro.
"Sei proprio una frana lo sai amore? Non potevi trovare modo peggiore per rovinare l'atmosfera, ma ormai è fatta, quindi direi di approfittarne..." surrurrò Zack in modo provocante e menttendosi a cavalcioni sul bacino di Jonah.
"Forse non dovresti sforzarti troppo, il dottore ti ha detto che non devi stancarti..." disse il maggiore.
"Vorrà dire chetu dovrai impegnarti di più" ribatté Zack.
In un attimo le posizioni furono invertite e il maggiore riuscì ad intrappolare l'altro tra le proprie braccia.
"Con molto piacere"

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