Kat in quest'ultimo tempo aveva la testa in confusione. La sua mente era come una soffitta piena di polvere, ragnatele e ricordi sbiaditi.
Ricordi sgradevoli.
Lei era sempre stata una ragazza tenace e volenterosa sin da piccola, non mostrandosi mai fragile, facendosi vedere dagli occhi di tutti come un' eroina. Quella ragazza che all'apparenza non aveva mai problemi, sempre pronta a guarire tutti e salvare cuori infranti.
Ma chi si occupava di lei?
Chi curava il suo cuore infranto?
Non sembrava che ci fosse bisogno di consolarla, proprio perché lei non mostrava mai ciò che nascondeva dentro.
Poi un giorno è arrivato un ragazzo a cui è bastato qualche sguardo, un sorriso, una frase dolce e lei subito ha capito che poteva mostrare spontaneamente la sua debolezza a qualcuno.
Eppure non lo conosceva nemmeno, però c'era qualcosa che la aveva spinta a fissare il suo telefono, col numero di Michael sullo schermo, alle 5 del mattino.
Lo aveva ottenuto grazie a Chris che non ci pensò due volte a darglielo, quando la ragazza aveva dichiarato il suo interesse per quel giovane bellissimo ma anche abbastanza stronzo, con il suo sorriso strafottente ma tremendamente bello, con quello sguardo magnetico, che attirava sempre l'attenzione di Kat.
Ma ciò che più faceva arrabbiare Kathrin era i fatto che i loro incontri fossero imprevedibili e casuali, quindi la ragazza aveva preso in mano la situazione.
Sì, si era innamorata di quel ragazzo che era entrato nella sua vita per caso. Con modi grezzi ma allo stesso tempo particolari, curiose.
Kat non si riconosceva, quando si trovava con Michael cambiava completamente carattere.
Quando stava con Michael, il peso che si portava sempre sulle spalle è come se si stesse alleggerendo pian piano.
Tutto cambiava, non era più forte e invulnerabile, ma insicura e impaurita,era diversa, in cerca di amore e tranquillità, in cerca di qualcuno che la amasse così com'era. Piena di difetti, piena di pregi.
Non era mai stato così, come poteva una singola persona farle tutto quello?!
Aveva bisogno di qualcuno, che la supportasse e che la facesse sentire bene, dopo anni e stranamente sembrava che quel ragazzo potesse darle ciò.
Amava Michael e ne era abbastanza sicura.
O era un potente virus intestinale quello che le faceva smuovere le membra, oppure era amore ed era abbastanza sicura sulla seconda.
Lei aveva sempre avuto due facce, come una medaglia, e ne aveva sempre mostrato un lato solo, quello più bello, quello che tutto sommato era il meno sincero.
Però in Michael aveva visto molti lati, più dei suoi, ma erano simili in fin dei conti, neanche immaginava quanto.
Solo Christopher conosceva davvero bene quel ragazzo e quasi lo invidiava.
Kathrin aveva potuto notare che Michael dentro di se aveva molto, ovviamente lo aveva capito solo guardandolo da lontano, senza chiedergli niente, c'era tristezza, c'era divertimento, c'era malinconia, c'era un ragazzo fantastico pieno di pregi e di difetti, c'era anche amore per una persona che non ricambiava e Kat sapeva benissimo chi fosse.
Michael era ancora innamorato di Chris, questo si sapeva, ma era innamorato davvero, soffriva di quell'amore incondizionato e non corrisposto, forse inconscio che qualcun'altro provava gli stessi sentimenti e lo stesso dolore, per lui.
Chris però era legato ad un'altra persona e neanche lui ci poteva fare niente, amava Austin, con tutto se stesso e non poteva corrispondere quello di Michael, ma era questo il brutto, non sempre le cose vanno come previsto.
Kat aveva visto anche in Michael una fragilità limpida: paura ecco cosa aveva visto.
Michael era come la roccia.
Mentre lei era come il ferro, forte e impenetrabile ma consapevole che quel materiale sarebbe diventato presto fragile come cristallo.Alex era distrutto, ormai non aveva neanche la forza di alzarsi e di affrontare per l'ennesima volta Cameron.
Il maggiore aveva fatto capire chiaramente ad Alex che non aveva bisogno di lui, non in quel momento, e lo aveva lasciato indietro, lasciandolo solo, contro tutto e tutti, proprio come quando era piccolo ed era totalmente indifeso.
Ma non ce la faceva a lasciar perdere e a non pensare a Cameron.
Cameron da quando era entrato nella sua vita era diventato il suo ossigeno, la sua priorità.
Grazie a lui aveva affrontato suo padre e tutta quella faccenda della sua famiglia. Solo grazie a Cameron.
E adesso lui era lì solo, in accademia a mangiare e a dormire proprio come prima. Prima che conoscesse Cam.
Tutti erano a divertirsi dalle proprie famiglie, passando un buon Natale, mangiando come se non ci fosse un domani, giocando tutti insieme a tombola intorno al tavolo.
Quanto gli mancavano quei momenti in famiglia, forse perché lui non aveva mai avuto una vera famiglia.
E questo che forse gli manca più di tutto, nonostante ogni pensiero portasse a Cam, lui voleva una famiglia.
Chi non vorrebbe una famiglia, Alex voleva solo un briciolo di normalità in tutto quello, niente di più, solo un po', senza eccedere e sarebbe stato felice.
Eppure non era questo che il destino aveva in serbo per lui.
Avere una famiglia era un diritto che gli era stato privato sin da piccolo, portandolo ad abitare in un' accademia senza il supporto dei genitori, senza dei parenti.
Nonostante le scuse del padre, Alex non ce la faceva proprio a perdonarlo, ha sbagliato tanto in passato e certe ferite non possono essere rimarginate.
Una ferita che ora come ora gli stava dolendo più del previsto, un dolore più forte di quanto ogni umano potesse mai sopportare.
Alex voleva tante cose che la vita non gli aveva dato, ma una che non aveva mai chiesto, forse a cui non aveva mai pensato, fino a due anni prima, era l'amore.
Il ragazzo, prima di incontrare Cameron non si era mai neanche accorto del fatto che, tra tutte le cose sbagliate della sua vita, c'era anche la mancanza d'amore, che il castano fu subito pronto a donargli.
-Alex, ti prego, torna da me-
Il ragazzo rannicchiato tra le coperte non si era neanche accorto del fatto che avesse schiacciato su quel simbolino verde, chiamando il suo ragazzo.
Si portò il telefono all'orecchio e già al secondo squillo la chiamata fu accettata.
"Cameron!" disse senza pensarci due volte, sentendo poi il tono con cui aveva pronunciato quel nome, troppa euforia, forse Cameron non era felice quanto lui.
"Alex..." e infatti il tono dell'altro ragazzo sembrava decisamente più triste e angosciato.
"C-Cam..." disse Alex sperando di avere delle spiegazioni o una risposta.
Ma ottenne solo del silenzio.
"Cameron... Amore mio... Io... Mi dispiace... Mi dispiace..." e continuò a ripeterlo, incessantemente, fino a che non sentì un singhiozzo dall'altra parte.
Poi ce ne fu un secondo e un terzo, un quarto.
"Cam stai piangendo?" chiese Alex nella speranza che non fosse lui la causa di quelle lacrime.
Si sentì un'altro singhiozzo, poi il castano ancora in accademia capì che in quel momento non poteva permettersi di essere debole, doveva essere forte, per entrambi.
"Oi Cam, mi senti? Ti ho fatto piangere io, vero? Mi dispiace, non avrei voluto, ma per qualche strana ragione faccio sempre del male alle persone che amo. E te lo dico perché ti amo e perché sono un'idiota, non ho capito come ti sentissi in quel momento. Tu mi sei sempre stato accanto, mi hai sempre sostenuto, mi hai sempre asciugato le lacrime, mi hai sempre baciato nonostante le mie labbra fossero salate, mi hai sempre sussurrato che sarebbe andato tutto bene e mi hai sempre guardato come se fossi la cosa più preziosa del mondo. Nonostante ciò io non ho capito proprio niente, ho pensato solo a me stesso, quando quello a stare male eri tu. Quindi perdonami, ma voglio tornare da te, perché sei la persona più bella del mondo, sei l'uomo perfetto, quello che tutti vorrebbero avere al proprio fianco. Eppure tu hai voluto me, mi hai amato e voglio che continui a farlo, perché io ho ancora molto amore da darti e spero che questo amore non finisca mai. Mi hai sempre sostenuto col tuo amore, anche quando avevi più problemi tu. Mi hai aiutato con la mia famiglia, mi hai reso forte, mi hai fatto capire che non è un bene ricordare così spesso e con così tanta tristezza un passato che non può essere cambiato, ma di guardare al futuro, che posso costruire con le mie mani. Quindi ora ti dirò una cosa amore, ascoltami bene, ok? Il passato è passato, non posso cambiare quello che è stato, ma posso creare quello che sarà. Voglio andare avanti, con te, perché tu sei la mia famiglia Cameron, tu sei il mio futuro."
Di certo Cam se ne era accorto, del fatto che anche Alex stesse iniziando a piangere, perché ora non tratteneva più ne le lacrime ne i singhiozzi.
Il ragazzo aveva ascoltato attentamente ogni singola parola dell'altro, stringendo le coperte e sperando di poter riabbracciare presto il proprio amato.
Anche volendo Cameron non sapeva cosa avrebbe potuto dire all'altro, quando aveva accettato quella chiamata aveva sussultato, quando aveva sentito il proprio nome pronunciato da Alex aveva pianto, quanto aveva sentito le scuse dell'altro era morto dentro e poi era rinato dalle proprie ceneri, ascoltando la bellissima voce del suo amato che lo chiamava e gli diceva tutte quelle parole dolci e semplicemente perfette.
"Alex, ti amo" riuscì solo a dire.
"Anche io, mi manchi..."
Ed era così anche per Cameron, quel ragazzo non ce la faceva più a stare senza la sua dolce metà, soprattutto perché non sopportava il fatto che l'ultima volta che lo aveva visto stava malissimo e lui lo aveva ignorato.
Voleva di nuovo guardare negli occhi Alex, stringendolo a se, tra le braccia.
"Prepara le valige, ti vengo a prendere" disse solo, per poi sentire un veloce saluto e rispondervi.
Nessuno dei due si premurò troppo di chiudere bene la conversazione, tanto si sarebbero rivisti e questo fatto era bastato ad entrambi.
Dopo neanche un minuto Alex era già chino sulla borsa, mentre Cameron aveva già il giubbotto addosso, pronto per uscire di casa ed andare a prendere il suo ragazzo, fregandosene altamente del fatto che fossero le 4 del mattino.
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Stanza 210➡ Tematica omosessuale
RomanceChristopher Sparks era ancora troppo giovane e immaturo, quando perse sua madre in un incidente stradale. Era ancora troppo spensierato per comprendere a pieno quella perdita inaspettata. Negli anni successivi, vivere con il padre, stava diventando...