Capitolo 8: "La certezza costante"

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Alex camminava avanti e indietro nella stanza 210.

Le gambe gli tremavano, sentiva la testa girare e lo stomaco completamente sottosopra.

Non stava bene, non stava per niente bene, ma aveva dovuto dire a Chris che era solo influenza, aveva paura che l'amico si preoccupasse troppo, anche se in quel momento Alex sperava solo di sprofondare nel pavimento o di addormentarsi per non risvegliarsi mai più.

"Mi dici che hai?" Cam ritentò di formulare quella domanda per la decima volta.

Da quando era entrato in quella stanza il suo ragazzo non faceva altro che comportarsi stranamente, ignorandolo, aveva solo bisbigliato qualche saluto quando era entrato, poi aveva ripreso a camminare e a dire qualcosa sottovoce, qualcosa che Cameron non aveva ancora capito.

Alex lo ignoró per l'ennesima volta, concentrandosi a camminare senza andare a sbattere da qualche parte.

Sentiva come se stesse per svenire, come se tutto quello fosse troppo per lui, ed era vero, non poteva sopportare tutto quello, non da solo.

"Senti Alex, lo so che per te è un momento doloroso, ma girare per la stanza non cambierà le cose!"

Cameron aveva ragione, stare a rimuginarci non serviva, ma cosa avrebbe potuto fare?

Accettare il susseguirsi di eventi, accettare e... Rivederlo?

Non se ne parlava.

Era fuori discussione.

"Mi vuole vedere, dopo anni mi vuole vedere capisci?" no, Cameron non capiva, e come poteva?! Non aveva compreso una sola parola che Alex si era messo a farfugliare, figuriamoci concepire un pensiero logico con le suddette farneticazioni.

"Cosa?"

"Hai capito bene, non me la sento di rivedere quella faccia, non dinuovo. Ho paura" Alex aveva smesso di camminare, le sue mani tremavano e a malapena riusciva a parlare.

Sentiva la gola secca, a differenza degli occhi, che erano tremendamente umidi e rossi.

Cameron aveva capito ora, aveva passato pomeriggi interi a sentire il suo amore piangere tra le sue braccia mentre ricordava il suo passato e piano piano tirava gli scheletri fuori dagli armadi, proprio sotto i suoi occhi.

Sapeva tutto e ora si malediceva anche per non aver capito prima Alex.

Era raro che il più giovane si comportasse così, però capitava spesso quando si trattava di una questione in particolare.

Cameron sospirò e per qualche secondo fece scendere il silenzio tra di loro, avendo il tempo per trovare una risposta adeguata.

Avrebbe voluto dirgli che se fosse stato in lui allora avrebbe ignorato quella telefonata e tutti quei messaggi.

Avrebbe voluto dirgli che lo amava e che appunto per questo non avrebbe permesso più a nessuno di fargli del male, che lo avrebbe sempre protetto e aiutato, perché non conosceva altro modo per amarlo come si meritava.

E Alex aveva davvero tanto bisogno di amore, aveva bisogno di Cameron.

Però una cosa che di certo Alex non sapeva è che tutti hanno bisogno d'amore, non solo lui, non solo Cameron, ma anche... Suo padre, forse anche lui, non era sempre stato così.

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