"È proprio così che deve finire?"

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"Cosa dovrei esattamente fare?" domandò Kai iniziando a fissare Klaus.
"Assorbire la maledizione che le è stata lanciata" rispose lui.
"Sembra una cosa molto impegnativa.
Siete sicuri che io possa farlo?"
"Oh sì, più che sicuri" mi intromisi.
Lui si girò verso di me e sorrise.
"Sono contento che tu abbia fiducia in me, tesoro"
"Oh, non è fiducia è solo un'esortazione affinché tu faccia quello che devi senza il nostro diretto intervento...
È tutto qui" risposi ricambiando il sorriso.
"Sai, ti adoro da quando sei così cattiva"
"Davvero? Non hai visto ancora niente..." sussurrai.

"Se potete darci un taglio cominciamo!" si intromise Kol che da poco aveva ripreso i sensi

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"Se potete darci un taglio cominciamo!" si intromise Kol che da poco aveva ripreso i sensi.
"Con piacere" rispose Kai aprendo la bara ma non togliendomi gli occhi di dosso.
"Aspetta, dobbiamo vedere cosa fai" esordì Klaus bloccandolo.
"Non temere, non ho intenzione di fare qualcosa di poco adatto a tua sorella «dormiente»" sussurrò Kai ma Elijah aveva già sollevato Rebekah e l'aveva messa sul divano.
"Ora puoi procedere" annunciò poi.
"Come volete"
Kai tornò ad avvicinarsi a lei e per tutto il tempo continuai a guardarlo.
"Cosa diavolo sta facendo?" domandò Hayley a Klaus cercando di non farsi sentire.
"Non lo so ma lasciala fare" rispose lui a bassa voce.
Kai mise una mano sul braccio di Rebekah e l'altra sotto la sua nuca per sollevarla, chiuse gli occhi ed improvvisamente le sue mani si illuminarono.
Sapevo fosse era un buon segno, voleva dire che stava risucchiando la magia della maledizione e che da lì a poco Rebekah si sarebbe svegliata.
Le mani di Kai erano raggianti per la magia così come il corpo di Rebekah.
Lui risucchiava la sua maledizione e la trasformava in proprio potere.
Dopo qualche altro momento Rebekah smise di trasferire magia a Kai e lui tolse le mani appoggiandole la testa sul cuscino.
Aprì gli occhi e si allontanò da lei.
"Ecco fatto" disse tornando a guardare me.
Klaus si avvicinò alla sorella e vide che sul suo polso non c'era più nessun marchio e capì che era fatta dopodiché estrasse il pugnale dal corpo della sorella e aspettò che si riprendesse.
"Rebekah" sussurrò Kol avvicinandosi alla sorella e lei aprii gli occhi risvegliandosi.
La ragazza prese un bel respiro mentre il sangue tornava a scorrere nel suo corpo.
"Ditemi che non è Natale!" urlò lei.
"Oh Rebekah!" rispose Kol abbracciandola.
"Sorella!" urlò Klaus mentre Elijah le portava delle sacche di sangue.
Hayley si avvicinò a loro così come Freya mentre io rimasi dove ero ad assistere alla riunione di famiglia.
Non li avevo più visti così felice dalla volta in cui Hope mosse i suoi primi passi.
Mentre ero immobile Kai mi affiancò,
"È davvero tutto così bello, non trovi?" mi domandò guardandoli.
"Si, è davvero tutto bellissimo" confermai.
"Peccato che niente dura per sempre" sussurrò girandosi verso di me.
Io feci lo stesso e mi girai verso di lui,
"Non è detto, ci sono cose permanenti"
"Tipo?
No aspetta, non me lo dire.
Preferisco scoprirlo, è più divertente che sentirtelo dire"
"Sentirmi dire cosa?"
"Cos'è permanente per te" rispose sorridendo e girandosi per andare via.
Klaus e gli altri si accorsero di tutto e lo guardarono uscire.
Io mi girai verso di loro e guardai Freya.
Lei ricambiò lo sguardo e poi iniziai a dirigermi verso la porta anche io.
"Alice dove vai?" mi domandò Rebekah.
"Torno subito, te lo prometto" risposi.
"Bentornata" aggiunsi sorridendole ed uscendo.
Kai era uscito qualche secondo prima di me ed ora stava attraversando il cortile per arrivare al cancello principale.
Io lo seguii.
Lui non si girò ma io ero certa che sapesse della mia presenza.
Uscito dal cancello continuò a camminare in silenzio senza mai fermarsi e così continuai anche io.
Dopo qualche manciata di minuti eravamo lontani da casa Mikaelson e lui si sedette su una panchina.
Quella era una delle strade piu solitarie di Mystic Falls.
La notte non c'era quasi nessuno eppure di giorno era uno dei posti più frequentati.
"Ricordi questa panchina, Alice?"mi domandò.
Io sorrisi ma non dissi nulla.
"So che sai esattamente di ciò che sto parlando.
Quella notte eri seduta qui a leggere quel Grimorio, non riuscivi a dormire, così venisti qui.
Quando alzasti gli occhi mi trovasti dinanzi a te"
"Sì, come dimenticare la tua ossessione nei miei confronti" risposi.
"Ossessione?
Messa così mi fai sembrare un maniaco!"
"Beh, perché non lo sei?"ironizzai guardandolo dritto negli occhi.
Lui accennò un sorriso, portò le mani dietro la nuca, chiuse gli occhi e appoggio la testa alla panchina.
"Dimenticavo, tu non sei un maniaco, sei un sociopatico.
Perdonami" sussurrai con tono sarcastico ricominciando a camminare.
"Sai Alice, pensavo che ti fosse passata" disse tenendo ancora gli occhi chiusi.
Io che avevo appena superato la panchina dove era seduto mi fermai e tornai indietro.
"Che mi fosse passata cosa?" domandai ricominciando a fissarlo.
Lui tolse le mani dalla nuca, alzò la testa ed aprì gli occhi.
"La fase dell'odio.
Ormai sono passate quasi due settimane anche se so per certo che in quella prigione saranno state tipo il doppio.
Ma quello che mi domando è, ancora non ti è passata?" rispose guardandomi ed inclinando la testa.
"Sei davvero un grandissimo..." e prima che potessi finire riprese a parlare.
"Dimenticavo, la lettera ti è piaciuta?
Ci ho messo del tempo a scriverla.
Non trovavo le parole per dirti che...beh....sai cosa" continuò sorridendo ancora.
"La mia parte preferita è stata «ho mentito», lo ammetto, ma il resto non è stato meno interessante" risposi iniziando ad alzare la voce.
"Continua pure, voglio sapere cosa ne pensi del prosieguo.
Quella è stata la parte più difficile da scrivere"
"Nemmeno «per uscire ho usato il tuo sangue prelevato dalla maglia e la magia che Esther mi aveva concesso» è stato tanto male"
"Vero, ma la mia parte preferita è sicuramente stata un'altra.
Vuoi sapere quale?"
Io non risposi sapevo esattamente dove volesse arrivare.
"Sono certo che tu la conosca ma voglio comunque rinfrescarti la memoria anzi voglio dirtelo io.
La mia parte preferita è stata quella che faceva riferimento alla notte precedente..."
"Quale intendi?
Quella reale o quella che mi hai fatto sognare?"
Kai sorrise,
"Devo ammettere che mi sono divertito parecchio e mi sono meravigliato di me stesso.
Un incantesimo del genere non lo avevo mai fatto.
Farti credere di essere sveglia è stato un colpo di genio per prendere tempo.
Mentre tu dormivi io ti guardavo agitarti ed ogni tanto ero certo che ti piacesse.
Ero lì a prelevare il sangue dalla tua maglia e a scrivere quello stupido pezzo di carta mentre tu dormivi e sognavi di vivere quel momento in chissà quale altro modo.
Da quanto ho potuto capire non era niente male considerando che era tutto frutto della tua immaginazione"
Kai sorrise ancora mentre io arrivai al punto di perdere le staffe.
"Perché sai vero che era frutto del tuo subconscio, giusto?
Io non ho fatto assolutamente niente.
Eri tu quella che decideva il succedersi degli avvenimenti, il risveglio, la dichiarazione, il bacio, era tutto frutto dei tuoi desideri" proseguì.
"Ecco Alice, questo è permanente.
L'incessante desiderio che hai di avermi come vuoi tu.
Perché tu mi vuoi ma come desideri tu e la cosa è alquanto strana considerando che io ti desidero esattamente come sei"disse di decidersi a tacere.
Io rimasi ancora in silenzio senza dire nulla, mi limitai a fissarlo mentre in me crescevano smisurate rabbia ed un odio.
"Ti prego, dimmi cosa pensi.
Se dobbiamo finirla qui voglio che tu mi dica cosa ti passa per la testa.
Sono disponibile per ascoltarti" disse vedendomi immobile.
Io accennai un finto sorriso e risposi,
"Hai finito di esaltarti?"
Sorrise,
"Davvero è tutto ciò che hai da dire?
Andiamo!
Sfogati, dimmi tutto quello che vuoi!"
"Io penso semplicemente una cosa" ricominciai.
"Benissimo, dimmi pure"
"Penso solo che tu sia un codardo"
"Come scusa?"
"Beh, se tu fossi stato un uomo, cosa che credi di essere, non saresti scappato di nascosto lasciandomi cadere in un sonno da dove sapevi non mi sarei risvegliata per affrontarti"
"Dimmi che stai scherzando!" sbuffò alzando gli occhi.
"Sappiamo entrambi che non avevi il coraggio di affrontarmi.
Sappiamo benissimo che hai preso la strada più facile per non guardarmi negli occhi mentre mi abbandonavi, Kai" aggiunsi avvicinandomi a lui.
"Ho capito cosa vuoi fare, stai cercando di farmi passare come un codardo perché non riesci ad accettare il fatto che io ti abbia lasciato mentre nella tua testa ti dichiaravo amore"disse lui.
"Se così fosse allora vorrebbe dire che sei stato non una ma due volte più codardo.
Mi hai ingannato sin dall'inizio perché sapevi che non ti avrei mai permesso di uscire.
Hai tirato su il bel siparietto di "redenzione" per farmi provare compassione per te" dissi.
Kai fu preso dall'ira.
"No!
Nessuna compassione!
Tu mi ami!" urlò.
"No, quello non era amore ma come darti torto tu non sei mai stato amato.
Come puoi distinguere la pena e la compassione dall'amore?" domandai avvicinandomi ancora di più.
Kai iniziò a respirare sempre più velocemente mentre il suo sguardo diventava di fuoco.
"Tu menti!
Non riesci a spiegarti come io possa averti fatto provare qualcosa!
Non sopporti di amarmi!
Non sopporti di essere stata presa in giro!
Non sopporti di volermi!"
"Hai ragione, io mento!
Non sopporto di essere arrivata a provare qualcosa di così forte per te!"urlai.
"Sì!
Ammettilo!
Ammetti che ho ragione!"
"Kai hai ragione!" urlai.
"Hai ragione perché ti odio!" aggiunsi.
Lui diede un urlo e si alzò minaccioso scaraventandomi con un gesto a diversi metri di stanza rispetto a dove ero.
Finii contro un lampione e lo colpii con la testa.
Mi alzai lentamente ma nel momento stesso in cui fui in piedi, Kai mi sollevò per il collo usando la magia.
Io portai le mani alla testa e vidi che sanguinavo.
Mentre venivo sollevata guardavo i suoi occhi diventare sempre più rossi.
"No!" sbrait⁸ qualcuno alle mie spalle.
Non potei girarmi ma Kai distolse lo sguardo e cercò di vedere chi fosse.
"Lasciala!" urlò qualcun altro e Kai fu scaraventato abbastanza lontano da mollare la presa.
Finii per terra ma mi rialzai subito.
Mi girai e vidi che erano tutti lì.
Jo, Luke, Olive, Elena, Jeremy, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Enzo, Matt, Tyler e Alaric ci stavano fissando.
"Restatene fuori!" urlai usando la mia magia per creare un confine che nemmeno Bonnie avrebbe potuto varcare.
"Ti ucciderà!" urlò Elena correndo verso di me ma la barriera la respinse bruciandole la mano.
"Elena!" la richiamò Damon avvicinandosi a lei.
Mi girai e vidi Kai in piedi ma questa volta non stava guardando me.
Stava guardando i Mikaelson.
Erano arrivati tutti tranne Hope.
Io guardai Freya e capii che era stata lei a chiamare Elena e gli altri.
Solo lei sapeva.
Kai senza aspettare un secondo fece lo stesso incantesimo per tenere loro all'esterno.
Freya provò a romperlo ma non ci riuscì.
"Alice!" urlò guardando Kai ma io non capii subito.
Lui si girò di scatto e con lo sguardo in fiamme mi scaraventò ancora una volta lontano.
Io mi rialzai anche se questa volta l'incantesimo mi aveva indebolito ma non ero ancora stanca del tutto.
Kai si avvicinò e questa volta fui io a scaraventarlo contro la barriera.
Usai la magia per tirargli la panchina in faccia e nel frattempo ripresi un pò di forze e controllo.
Lui si alzò e si pulì il sangue dal viso.
"Mi ricorda la prima volta che mi hai scaraventato contro la finestra" disse guardando il sangue.
"Sì, con l'unica eccezione che questa ti ha fatto più male!" ironizzai guardandolo.
"È proprio così che deve finire, Alice Gilbert?"
"Temo di sì" confermai.

Evil has never been so Good | Kai Parker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora