Capitolo 15

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ALYCIA:

Gli ultimi giorni di ripresa trascorsero più veloce della luce. Preparai di fretta la valigia a causa della sveglia che non era suonata. La macchina avrebbe portato me, Mercedes e Colman in aeroporto, poiché gli altri erano riusciti a partire già il giorno prima. L'Australia mi stava aspettando e non vedevo l'ora di respirare quella forte e dolce aria familiare. Avrei rivisto mia madre, mio fratello e soprattutto Marny e il resto delle mie amiche. Purtroppo Maia non c'era e mi consolò il fatto che l'avrei rivista una volta tornata a Los Angeles. Mi mancava il mio piccolo monolocale che tanto desideravo aprire per poter stare un po' per conto mio.

Era il mio luogo sacro.

Chiusi la valigia, svuotai l'intera camera e andai fuori verso il corridoio. Una volta raggiunta la hall riconsegnai la chiave e ringraziai per il piacevole soggiorno. Andai fuori trascinando la mia valigia e sorreggendo con l'altra mano la mia grande borsa di colore beige. L'aria calda del mese di Aprile colpì le mie braccia scoperte. Fortunatamente mi ero vestita leggera.

Arrivata alla macchina notai che Colman stava aiutando Mercedes a caricare le borse. Nel momento in cui mi videro mi fecero cenno di raggiungerli.

"Ehi Leeshy!" disse la mia amica dandomi un bacio sulla guancia. Sorrisi al tocco, da sotto gli occhiali da sole, che piano mi stavano scendendo dal naso. Mi ritrovai in difficoltà a causa del peso della borse e Colman ebbe la prontezza di afferrarla e metterla dietro il portabagagli.

"Grazie, Col!" dissi più felice del solito. Ero eccitata per la partenza.

Una volta caricata la macchina l'autista ci fece cenno di salire e ci addentrammo nell'auto mettendoci comodi.

"L'Australia chiama?" intervenne Mercedes dandomi una leggera gomitata sul braccio.

Io sorrisi con tutta me stessa e senza nemmeno parlare, lei notò già la mia gioia solo nel sentire il nome "Australia".

"Si, credimi non vedo l'ora di tornare a casa!" le risposi tirando fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni.

"Sono praticamente due settimane che non fai altro che parlare di Sydney...quindi si, ti credo!" Sorrise.

"Anche io vorrei essere nato in un posto del genere..." intervenne Colman pensando all'Australia "..ma devo tornare a Los Angeles per girare un altro film!" concluse e noi lo guardammo dispiaciute.

"Anche tu torni a Los Angeles?" chiesi alla mia amica, tornando a guardarla.

"Si, mi prendo qualche giorno di riposo insieme a mio marito e poi penso di fare un salto a New York a trovare un'amica!" mi rispose fiera dei suoi programmi.

Accennai comprensiva per poi rivolgere l'attenzione fuori dal finestrino. In quel momento non pensavo a nulla, forse troppo presa dal mio ritorno a casa.

"Pensi di fermarti molto lì?" mi chiese Mercedes già preoccupata nel non vederci per un po' di tempo.

Ruotai il viso verso di lei e le risposi.

"Senti già la mia mancanza?" Sorrisi di nuovo. Lei mi abbracciò fingendo un pianto disperato.

"Siiii!" urlò piano stringendomi forte e vidi Colman ridere e scuotere la testa a causa della reazione della mia amica.

Mi lasciai coccolare.

"Appena torni ad L.A. pretendo un uscita!" disse lasciando la presa.

Si voltò verso Colman e invitò anche lui.

Entrambi ci guardammo sporgendoci un po' in avanti poiché Mercedes sedeva al centro accanto a noi.

Sorridemmo per tutto il tragitto confermando l'appuntamento della mora. Adoravo quei due, e una cosa era certa, avrei sicuramente sentito la loro mancanza.

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