Capitolo 7

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ROAN:

Trascorsi tutto il tempo del viaggio in solitario, marciando in sella del mio cavallo, davanti al mio piccolo esercito. Di tanto in tanto, con la coda dell'occhio osservavo il mio prigioniero, tirato da una corda da due dei miei uomini. Riflettevo su ciò che ne avrei fatto di Jaha, e pian piano cominciava ad affiorare nella mia mente una strategia contro la malvagità di Alie. Quell'uomo sapeva più di quanto pensassi e tenerlo lontano per un po' facilitava i miei piani.

Ogni volta che mi voltavo per osservarlo corrucciavo il viso, stranito dal suo essere sempre calmo e deciso. Sospirai ormai stanco e del voler tornare a casa, quando improvvisamente Jaha richiamò la mia attenzione:

"Cosa ti tormenta, Re di Azgeda?" urlò l'uomo richiamando la mia attenzione. Lo vidi sorridere quasi prendendosi gioco di me.

"Non vuoi rispondere?" chiese di nuovo e io cercai di ignorarlo. Mi schiarii la voce, mi grattai la barba dal nervoso e tornai a tenere ben salde le redini.

"Cosa c'è protettore? I tuoi piani stanno fallendo?" mi disse e alla parola "protettore" mi venne una fitta al cuore. Spalancai gli occhi e fermai il cavallo. Scesi e mi avviai verso Jaha che continuava a sorridermi soddisfatto di aver attirato la mia attenzione.

Feci cenno ai miei uomini di mollare la corda e con tutta la rabbia che avevo in corpo lo presi per il collo, stringendo la maglia con forza quasi a tal punto da strappargliela. Lo trascinai un po' lontano dai miei uomini e lo spinsi contro alcune rocce, non mollando la presa.

"Che cosa credi di fare? Pensi di essere divertente?" dissi digrignando i denti. Lui mi sorrise leggermente cercando di tranquillizzarmi.

"Non fare così, lo sai che entrambi vogliamo le stesse cose, chi per un motivo, chi per un'altro!" mi rispose mettendo una mano sulla mia per farmi alleggerire la presa. Per un attimo fui scosso dalle sue parole ma poi tornai a stringere la presa.

"Non confondermi, tu non sai niente di ciò che voglio io!" Cominciai a sudare dettato dal nervoso.

Jaha smise di sorridere e con apprensione proseguì nel discorso.

"Ah no? Ci arriverai da solo ben presto! Ora abbiamo tutto il tempo!" disse e io lo sollevai da terra spingendolo verso il mio esercito.

"Ho scoperto molte cose su Lexa e sul tuo conto grazie ad Alie, e devo dire che mi ha sorpreso!" disse e questa volte rise di gusto.

Andai avanti sorpassandolo e afferrai la corda che penzolava dai polsi di Jaha. Lo strattonai, poi passai la corda ad uno dei miei uomini.

"Imbavagliatelo, non voglio sentire nemmeno un suono della sua voce, per il resto del viaggio!" dissi e tornai in direzione del mio cavallo.

Il prigioniero mi accennò un ultimo sorriso per poi essere imbavagliato senza opporre resistenza.

Salii di nuovo sul cavallo e respirai faticosamente, asciugandomi con una manica della mia vecchia giacca, la fronte che grondava di sudore.

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