Capitolo 4

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CLARKE:

Rimasi immobile con ancora le mani legate. Le gambe leggermente raccolte e gli occhi ancora velati di lacrime. Fissavo un punto imprecisato davanti a me, nella direzione in cui Lexa corse via. Ripensai al suo gesto folle nel salvarmi, al suo dolce profumo che mi aveva inebriato fino a farmi morire e al perché mi avesse detto quelle uniche parole.

"Andate via!" Quella frase mi rimbombava costantemente nella testa, e ripensai ai suoi profondi occhi che non avrei mai dimenticato per nulla al mondo. Corrucciai il viso quando nella mia testa si soffermò quel ricordo sull'atteggiamento che Lexa aveva assunto nei miei confronti. Fu strano. Notai subito che c'era qualcosa che non andava in lei. Improvvisamente sentii dei passi svelti provenire alle mie spalle. Cominciai a riprendermi.

"Clarke!" urlò Octavia da dietro, raggiungendomi e scivolando appena su quella piccola e insidiosa ghiaia che circondava il laghetto. S'inginocchiò di fronte a me e cominciò a slegarmi i polsi. Ci raggiunse anche Indra, mettendosi davanti a me, in piedi, con lo sguardo rivolto verso la via in cui Lexa era fuggita. Aveva la mano posata sul manico della spada, pronta a sferrarla in qualunque momento.

"Ehi!" dissi ad Octavia ancora scioccata.

Premurosamente mi sfilò dal collo anche il bavaglio che poco prima mi copriva la bocca.

"Stai bene?" mi chiese la mora con il fiatone mentre gettava via la corda il più lontano possibile. Mi aiutò ad alzarmi.

"Sto bene!" risposi e rivolsi lo sguardo verso l'altezza della cascata. Mi tolsi la giacca e strizzai un angolo della mia t-shirt. Cercai di eliminare un po' d'acqua che avevo addosso. Ero del tutto bagnata. Tremavo dal freddo.

"Aspetta!" disse Octavia vedendomi in quello stato. Tirò in avanti lo zaino che abitualmente portava in spalla, l'aprì ed estrasse una mantella che mi mise sulle spalle. La ringraziai con un cenno del capo mentre le passavo la mia giacca fradicia che prontamente la mise nel suo zaino.

Indra nel frattempo tornò a rivolgersi a noi, ormai certa di essere al sicuro.

"Ti ha detto qualcosa?" chiese con occhi leggermente spalancati.

"L'avete vista?" domandai ad entrambe, guardando prima una e poi l'altra. Mi risposero con un cenno.

"Comunque, mi ha detto solo di andare via, non sembrava la Lexa che conosco!" dissi inarcando le sopracciglia.

"E' per questo che sono venuta ad Arkadia!" rispose Indra abbassando leggermente la testa. Io ed Octavia la squadrammo senza capire, poi lei proseguì a parlare.

"Lexa è cambiata, e non ricorda nulla dell'esistenza di Clarke!" disse rivolgendosi più ad Octavia per paura della mia reazione. Quella sua confessione fu scioccante per me.

"Com'era possibile tutto questo?" "Cosa si celava dietro il suo atteggiamento?"

Molte domande cominciarono a tormentarmi. Una cosa era certa, non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro, e la mia destinazione era ancora Polis.

LEXA:

Corsi via più veloce che potevo, raggiungendo nuovamente la vetta della cascata. Ontari e le mie guardie erano lì in attesa del mio ritorno e stavano discutendo con quegli uomini che poco prima avevano attaccato Indra e le due donne degli skaikru.

"Heda!" mi chiamò Ontari preoccupata.

"Stai bene?" mi venne incontro spalancando gli occhi. Stava per posare le sue mani sulle mie spalle ma la fermai prima che lei potesse farlo. Si tirò indietro imbarazzata, quando con il solo sguardo le feci cenno di non toccarmi.

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