'I like Chopin'Essere cresciuta con una passione, di questo ringraziavi il cielo ogni giorno della tua miserabile vita. Sin da quando eri piccola avevi sempre ammirato un particolare strumento, il pianoforte: ogni volta che ascoltavi quei martelletti battere sulle corde, i tasti e le note che fuoriuscivano come un canto divino alle tue orecchie, entravi in estasi, i peli sulle braccia ti si rizzavano e il tuo corpo entrava in subbuglio alla grande e desiderata voglia di poter stare lì, seduta davanti alla tastiera e toccare lievemente, delicatamente i tasti in avorio di quello strumento musicale tanto adorato e tanto venerato. Così, un giorno, all'età di otto anni i tuoi genitori ti fecero una sorpresa e ti comprarono un pianoforte a coda nero, quello che avevi sempre desiderato; avevi sempre chiesto e pregato loro di non pagarti delle lezioni private, perché volevi imparare da sola, facendoti da autodidatta, e ci sei riuscita in pieno. Già a dieci anni sapevi suonare benissimo e durante i Ringraziamenti, le feste di Natale, Pasqua, compleanni, eri lì, seduta sul sedile in pelle nero ad allietare i tuoi parenti con quella musica così soave, così dolce. Hai imparato a memoria molti brani classici passando da Mozart a Bach, a Vivaldi e Chopin. Eri felice quando suonavi, quando toccavi i tasti: ti isolavi dal mondo e tutto andava bene. Finché un giorno, dopo essere andata a vedere un concerto di musica classica insieme ai tuoi amici, sei tornata a casa e hai trovato i tuoi genitori in salotto, in un bagno di sangue, sgozzati e pieni di ferite in tutto il corpo. Non eri riuscita a reggere la vista e sei uscita fuori di casa, sconvolta e spaventata di trovare il loro assassino ancora nei paraggi. Presto a casa tua si è avvicinata una Chevrolet Impala del 1967, dalla quale è uscito un uomo, sulla cinquantina probabilmente, alto, con i capelli scuri. Si era semplicemente avvicinato a te, tu tremante dalla paura per chi potesse essere.
"Stai bene?" ti aveva chiesto.
Tu avevi fatto cenno di sì con la testa, capendo che lui era lì per salvarti. Poi è entrato in casa e tutto quello che ti ricordi era che avevi sentito alcune urla, rumori di pugni, schiaffi e un rumore sordo; subito dopo l'uomo era uscito nuovamente, in faccia diverse ferite e del sangue sui vestiti.
"Vieni con me, ti porterò al sicuro".
Avevi deciso che di quell'uomo potevi fidarti e da allora hai sempre vissuto con lui: avevi fatto amicizia con i suoi figli, Dean, della tua stessa età, e Sam, quattro anni più piccolo. Presto avevi scoperto che la famiglia si occupava della caccia a mostri e demoni e che quelli che avevano ucciso i tuoi genitori erano dei vampiri, i quali erano stati fatti fuori da John Winchester. Durante tutte quelle giornate passate ad allenarti e a studiare per diventare una cacciatrice, ti mancava poter suonare di nuovo: non facevi altro che ripeterti che un giorno avresti toccato di nuovo i tasti di un pianoforte, ma quando? Erano passati ormai anni dall'ultima volta in cui ti eri seduta davanti alla tastiera e avevi suonato il Rondò alla Turca, uno dei tuoi brani preferiti di Mozart, che quasi non lo ricordavi più, o il Preludio, di Bach.E adesso eccoti qui, insieme ai fratelli Winchetser, in una città sperduta del Kansas per una caccia a un wendigo. Fino a dieci anni fa non ti saresti mai aspettata una cosa simile: immaginavi di suonare di fronte a un'immensa platea uno dei tuoi brani preferiti, il Notturno op. 9 no 2 di Chopin, tutti ad applaudirti alla fine e un tuo breve inchino, accennato da un abbassamento del capo.
Tu e i fratelli Winchester siete appena usciti da una casa, dentro la quale avete fatto una specie di interrogatorio alla moglie di una delle vittime del mostro e vi state dirigendo a un bar vicino, quando a un certo punto senti un battito d'ali. Tu, Dean e Sam vi girate d'impulso e trovate Castiel davanti a voi, la cravatta blu leggermente storta, il trench svolazzante dietro di lui.
"Cas!" Fai un sorriso e corri verso di lui, abbracciandolo: Castiel era il tuo ragazzo ed era da un po' che non si era fatto vivo, tu eri continuamente preoccupata e lo pregavi ogni sera di tornare da te, perché avevi paura di perderlo, proprio come molte delle persone che amavi.
Lui, un po' in imbarazzo, ricambia l'abbraccio mentre tu affondi la testa nell'incavo del suo collo continuando a sorridere.
Vi staccate quando Dean fa un piccolo colpo di tosse, per fare notare la presenza sua e di suo fratello.
"Castiel, amico" vi raggiunge proprio mentre voi sciogliete quell'abbraccio, così desiderato, che volevi non finisse mai, "problemi ai piani alti?" Chiede lui stringendo l'angelo in un abbraccio.
"Sì, ancora Metatron" risponde lui con viso preoccupato.
"Potevi avvisarci, siamo stati in pensiero. Io sono stata in pensiero: ti ho pregato tutte le sere". Intervieni.
"Lo so, mi dispiace. Avrei dovuto dirvelo. Ho sentito le tue preghiere, ma non ho potuto fare granché".
"Okay, però adesso sei qui ed è questo quello che conta" dici prendendogli una mano e sorridendogli dolcemente. Lui ricambia il sorriso, guardandoti con quegli occhi colorati di un azzurro zaffiro così brillante, così splendente.
Dopo pochi minuti di camminata, arrivate in quel bar dove vi stavate dirigendo prima dell'arrivo dell'essere celeste e vi sedete in un tavolo in un angolo un po' buio, quasi all'oscuro. Ti guardi intorno e proprio dall'altra parte della stanza trovi un pianoforte a coda nero, come quello che avevi tu da ragazza, e gli occhi ti brillano subito alla sua vista. Vorresti andare là, su quella pedana dove è poggiato e suonare tutte le note che ti vengono in mente, anche creando un brano senza senso pur di sentire nuovamente il suono così melodioso di quello strumento, pur di toccare di nuovo i tasti. Evidentemente i tuoi accompagnatori notano che stai fissando da un po' troppo tempo quel pianoforte e vieni portata alla realtà da Dean che ti dice:
"Perché non vai e suoni?". I Winchester sapevano che eri in grado di suonare, ma non avevano mai sentito quanto eri in grado di suonare, quanto fossi brava e volevano che tu suonassi qualcosa per loro, qualcosa di bello.
"Oh, no" declini subito l'offerta di Dean: è da troppo tempo che non suoni, non sei nemmeno sicura di ricordarti tutti i brani che eseguivi più di dieci anni fa.
"Dai, vogliamo sentirti suonare: sappiamo che sei brava".
"Ero brava" correggi Sam facendo un piccolo sorriso divertito, ma malinconico.
"Io voglio sentirti suonare". Interviene Castiel, la voce ferma, il suo viso privo di espressione.
"Castiel vuole sentirti suonare" ripete Dean, facendo spallucce e accennando una smorfia con le labbra.
"E va bene, Winchester, avete vinto: ma se mi metto in imbarazzo davanti a tutto il locale perché non ricordo una singola nota sarà solo colpa vostra" dici alzandoti e incamminandoti verso quello strumento che tanto ti è mancato. Ti siedi sul sedile in pelle, alzi le braccia e inizi a suonare una melodia, una delle più dolci che tu abbia mai studiato. Chiudi gli occhi e ti lasci trasportare dalla musica, rendendoti conto solo ora che ti sei messa a suonare il Notturno di Chopin.Si sol fa sol fa mi si sol do do sol si la sol fa sol re mi do si re do si la sol la do re mi
Le tue mani si muovono in completa armonia con i tasti, svolazzano sopra quella tastiera tutta bianca e nera, lasciando una scia di note che si propagano nell'aria.
Passano già quattro minuti e non te ne accorgi, quando poi suoni le note finali e il silenzio che era regnato in quel bar viene rotto da migliaia di applausi rivolti a te e alla tua capacità di suonare quello strumento. Ti alzi dal sedile e fai un piccolo inchino, tornando infine al tavolo insieme ai tuoi compagni e sedendoti vicino a Castiel.
I Winchester ti lanciano uno sguardo tra il soddisfatto e lo stupito, continuando ad applaudirti.
"Sei stata grande" ti dice Dean sorridendo e dandoti il cinque.
"Sei bravissima" interviene Sam, sorridendo anche lui.
Poi ti volti verso Castiel: il tuo ragazzo ti sta osservando attentamente, gli occhi semichiusi e la bocca un po' aperta.
"Hai suonato benissimo, davvero. Il tuo è un talento, non lasciartelo scappare".
"Grazie, Cas" gli dici sorridendo e prendendo la sua mano.
"Come si chiama il brano?" ti chiede lui lanciandoti uno sguardo interrogativo.
"Nocturne op 9 no 2, è di Chopin".
"Chopin, eh?" distoglie lo sguardo da te e guarda in basso per un attimo "mi piace Chopin".
"Non avrei dubitato" dici ridendo.
Il tuo angelo alza lo sguardo di nuovo, guardandoti e poi, un secondo dopo senti le sue labbra sulle tue, così morbide, così delicate a contatto con le tue.
"Ti amo, Wings".
"Ti amo anch'io, Chopin".
E ridi, a quel nuovo appellativo che ti ha dato il tuo ragazzo.
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Supernatural Imagines and Preferences
FanficRaccolta di oneshots dove verranno narrate le romantiche vicende tra un personaggio di Supernatural e il lettore. Mi sto divertendo molto a scriverle e spero che vi piacciano. Se avete richieste, sentitevi liberi di mandarmi un messaggio :3 Grazie a...