Capitolo 20

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Cammino facendo attenzione a non emettere il minimo suono pestando il terreno sotto le mie scarpe.

Harry mi ha fatto promettere più volte di attirare l'attenzione il minimo possibile, e non ho intenzione di scoprirne il motivo.

L'aria che mi preme sulla pelle è fresca e piacevole; il cielo è terso con delle venature violacee per il tramonto.

Sospiro a denti stretti e raggiungo Harry dietro ad un capannone usurato.

Dal suo interno scampanellii e muggiti ripetitivi accompagnati da un pungente odore di animali.

Strizzo gli occhi, tappandomi il naso con due dita.

Il riccio si volta leggermente per ridacchiare e scuotere il capo, gli occhi brillanti.

"Non sei mai stata in una fattoria?" bisbiglia.

Serro le labbra in una smorfia, mimando un 'no' con il capo.

Ridacchia ancora, carezzando con mia enorme sorpresa la mia guancia destra.

Mi godo quel contatto come se fosse il primo dopo anni di distanza.

"Allora ci compreremo una fattoria, dove ti farò pulire lo sterco delle vacche con una palettina per la sabbia"

Smetto di stringermi il naso, spalancando leggermente la bocca.

Ci compreremo?

Dovrei approfondire o lasciar correre come uno dei suoi tanti commenti ironici?

Prima che però possa emettere fiato, torna a sbirciare dal bordo del container la zona circostante.

Mi soffermo ad analizzare la sua schiena incurvata, la spina dorsale che emerge dal tessuto leggero della sua maglia, i muscoli delle spalle che a stento sono contenuti dall'indumento.

Deglutisco a fatica, perdendomi nell'immagine del suo busto nudo e delle mie mani che percorrono i suoi tatuaggi come una mappa geografica da seguire minuziosamente.

Gonfio le guance, iniziando a sentire l'aria farsi bollente.

Così non va.

Harry scatta verso di me con un sopracciglio alzato.

"Allora hai capito?" si interrompe, corrugando la fronte "Bliss.. Mi stavi ascoltando?"

Arrossisco vistosamente a livello degli zigomi, abbassando il capo con aria colpevole.

"Ero sovrappensiero, scusami"

Mi guarda, rilassando la fronte ed inumidendosi le labbra con la lingua.

"Forse è meglio che vada da solo"

"No!" quasi perdo il controllo del tono della voce; mi passo una mano fra i capelli sciolti.

"No" ripeto ancora con maggiore contegno "ho solo avuto un attimo.. Di distrazione" mi sistemo una ciocca bionda dietro l'orecchio.

Mi osserva ancora con aria incerta, per poi sbuffare e stringersi nelle spalle.

"Tanto mi seguiresti lo stesso" acconsente sfinito, facendomi sorridere "allora ripeto il piano: l'idea è quella di tenersi all'esterno dei container e di muoversi nell'ombra."

Annuisco, mordicchiandomi il labbro per la tensione.

"E se troviamo un cacciatore?" ho il coraggio di chiedere.

Harry sospira, un momento di ansia sospesa ricca di sottointesi che quasi mi fa tremare.

"Dovrai lasciarmi fare e nasconderti da qualche parte al sicuro" serra le labbra ermeticamente.

Amaranthus [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora