Capitolo 28

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"Penso che andremo un po' a riposare Niall" la voce di Harry vibra all'interno del suo collo, rilassandomi come una di quelle sedie massaggianti dei centri commerciali.

Sfrego la guancia nell'incavo proprio sopra la sua clavicola definita, sbadigliando e chiudendo entrambi gli occhi.

"Allora è vero che hanno bevuto come delle spugne quei due! Non è giusto volevo esserci anche io. Ti ricordi di quando ho fatto quella gara a.." riconosco l'accento irlandese del biondo e sorrido nel mio tepore.

"Niall, me ne riparli domattina, Bliss ha bisogno di stendersi per qualche ora. Buonanotte" lo interrompe il riccio con tono esasperato, circondando il mio fianco con un braccio e accostandomi delicatamente ma in modo più deciso a sé.

"Riesci a camminare ora? O devo portarti in braccio come prima?" mi sussurra contro la tempia.

Il calore della sua voce mi scalda come un calorifero acceso o una coperta di lana in pieno inverno.

"Mi hai portato in braccio?" ridacchio senza staccarmi da lui.

Lui sospira con aria rassegnata; sento la sua mano carezzarmi lentamente i capelli.

Mi ricorda molto mia mamma.

"Lo prendo come un no.. Aspetta" sussurra staccandosi dolorosamente da me.

Pochi secondi e i miei piedi non sono più instabili contro al suolo, ma sospesi a mezz'aria: riconosco le muscolose braccia Harry sotto le mie ginocchia e dietro la mia schiena.

Come se sia cosa di tutti i giorni e senza la necessità di compiere il minimo sforzo.

Mi stringo nelle spalle e torno ad appoggiare il capo nell'incavo fra il suo collo e la spalla; percepisco il movimento ondeggiante delle sue gambe e capisco stia camminando.

L'aria fresca della notte mi investe il viso, sollecitandomi ad aprire gli occhi e attutendo la mia sonnolenza.

Era davvero molto tempo che non prendevo in mano una bottiglia di birra, non mi ricordavo che i suoi effetti fossero così disastrosi sul corpo umano.

Harry si ferma nei pressi di uno spiazzo erboso, sotto le fronde di grande albero sempreverde che filtra i raggi lunari e cattura l'oscurità attorno a noi.

Si inginocchia a terra, adagiandomi al suolo attento a non staccare gli occhi verdi dal mio viso.

Il tempo si è per forza fermato; il mio cuore si è fermato.

Potremmo essere eterni io e lui, potremmo volerci bene in un modo così profondo da farmi stringere lo stomaco e impallidire il viso ogni mattina che mi sveglio accanto a lui, ma sembra che non gli importi.

Sembra che gli interessi solo di se stesso, e fa un male cane.

Sospira, soffiandomi aria tiepida sulle guance e risvegliandomi dai miei stessi pensieri. Avvicina la sua mano al mio naso, colpendolo scherzosamente con la punta dell'indice.

Il contatto rapido mi causa un leggero prurito che mi fa arricciare le labbra in un sorriso infastidito.

Sorride anche lui, visibilmente più rilassato.

"Dormi piccola, che domani avremo tante questioni da risolvere, tra cui il tuo gran mal di testa"

Chiudo gli occhi, ruotando il busto verso il suo petto e rannicchiandomi contro di lui.

Il vampiro scuote il capo e, facendo fremere il fogliame a terra, si accomoda accanto a me.

"Rivoglio il tuo fiore" biascico in uno sbadiglio.

Amaranthus [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora